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Massiccio attacco russo sulla regione di Sumy

Intanto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è arrivato a Bruxelles per incontrare i vertici UE e NATO - TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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Massiccio attacco russo sulla regione di Sumy
Red. Online
09.12.2025 06:06
23:00
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Zelensky: «Cedere il Donetsk senza combattere? Idea dei russi, non degli americani»

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha osservato, nel corso di un briefing online, che l'idea di concessioni da parte dell'Ucraina della parte occupata della regione di Donetsk nel quadro di un «accordo di pace» appartiene alla Russia, non al team di Trump. Lo scrive la Ukrainska Pravda.

È stato chiesto al presidente se potesse confermare che gli Stati Uniti chiedono all'Ucraina di ritirarsi dalla regione di Donetsk senza combattere, come parte di un potenziale accordo di pace. «Innanzitutto, non gli Stati Uniti: l'autore di questa idea è stata la Russia, affinché rinunciassimo ai nostri territori. Ho già risposto a questo. Naturalmente, vogliamo che l'America sia dalla nostra parte in questa questione, in questo argomento - ha detto Zelensky - la Russia vorrà che rinunciamo ai nostri territori e noi difenderemo i nostri interessi», ha aggiunto.

Zelensky ha inoltre affermato che nell'ambito del processo di negoziazione tra Ucraina, Europa e Stati Uniti sono in fase di preparazione tre documenti che costituiranno la base per una soluzione pacifica.

22:59
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Zelensky: «Gli USA non sono ancora pronti a vedere l'Ucraina nella NATO»

Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha affermato che gli Stati Uniti «non sono ancora pronti» a vedere l'Ucraina entrare nella NATO, aggiungendo che Kiev sta lavorando con Washington su garanzie bilaterali di sicurezza vincolanti che funzionerebbero in modo simile all'Articolo 5. È quanto riporta il Kyiv Post.

Durante un briefing online con i giornalisti, Zelensky ha affermato che la posizione degli Stati Uniti sull'adesione alla NATO è apertamente riconosciuta nei colloqui in corso.

«Sappiamo che gli Stati Uniti, purtroppo, non sono ancora pronti a vedere l'Ucraina nella NATO. Non si tratta di un gioco, ma di informazioni completamente trasparenti. Ma questa è certamente una questione per il futuro», ha affermato Zelensky. Secondo il leader di Kiev, la «coalizione dei volenterosi» in Europa sta lavorando a un suo quadro, ma l'Ucraina ritiene essenziali gli accordi bilaterali con Washington.

22:57
22:57
Zelensky: «Pronti a una tregua sugli attacchi alle strutture energetiche»

Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha detto durante una conferenza stampa online che Kiev è pronta a una «tregua energetica» con la Russia, se anche Mosca lo fosse. Lo scrive la Ukrainska Pravda.

«I russi - ha detto Zelensky - stanno colpendo il nostro settore energetico e noi stiamo rispondendo in modo assolutamente giusto. Pertanto, se i russi saranno pronti a un armistizio energetico, e lo abbiamo sempre sottolineato, noi siamo pronti. Questo è molto importante per la popolazione».

In precedenza, Zelensky aveva dichiarato di non ritenere che la Russia fosse interessata al processo di pace, poiché continua a colpire il settore energetico e le infrastrutture critiche.

Durante la notte, i russi avevano nuovamente attaccato in modo massiccio le infrastrutture energetiche in diverse regioni del Paese, causando interruzioni di corrente in quattro regioni. Questa mattina in diverse regioni dell'Ucraina sono state necessarie interruzioni di corrente di emergenza per stabilizzare il sistema energetico.

22:53
22:53
Il Papa: «Non è realista un accordo di pace sull'Ucraina senza l'Europa»

«Veramente penso che il ruolo dell'Europa è molto importante, l'unità dei Paesi. Cercare di raggiungere un accordo di pace senza includere l'Europa non è realista e penso che le garanzie di sicurezza che si cercano sono importanti».

«Purtroppo non tutti lo capiscono, ma penso che qui c'è un'opportunità molto grande per tutti i leader dell'Europa di unirsi», ha detto Papa Leone uscendo da Castel Gandolfo, riferendo del suo incontro con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky di questa mattina.

«Abbiamo parlato di come la chiesa può aiutare a riportare i bambini, soprattutto», ha aggiunto. Il Papa ha ribadito la proposta della Santa Sede come luogo di negoziato che però «per adesso non è stata accettata ma rimane una offerta di disponibilità».

Alla domanda se andrà in Ucraina, accogliendo l'invito di Zelensky, ha risposto: «Spero di sì, ma non so quando, bisogna anche essere realisti su queste cose».

22:48
22:48
Secondo un sondaggio, il 20,3% degli ucraini voterebbe ancora per Zelensky

Il 20,3% degli ucraini voterebbe per il presidente Volodymyr Zelensky alle future elezioni presidenziali. Lo indica un sondaggio di Info Sapiens pubblicato il 9 dicembre, secondo il quale Zelensky rimane il candidato più popolare. È quanto si legge sul Kyiv Independent.

Il sondaggio è stato condotto tra il 13 e il 28 novembre, scrive la testata, pochi giorni dopo che l'Ucraina era stata colpita da un vasto scandalo di corruzione, in cui erano coinvolti alleati e funzionari governativi di Zelensky.

A ottobre, un mese prima dello scandalo di corruzione, il 24,3% degli elettori aveva dichiarato di voler sostenere Zelensky. L'ex comandante in capo Valerii Zaluzhny, ora ambasciatore ucraino nel Regno Unito, si classifica al secondo posto con il 19,1%, in aumento del 3% rispetto al sondaggio di ottobre.

Kyrylo Budanov, capo dell'intelligence militare ucraina, si è classificato al terzo posto con il 5,1% di consensi, secondo il sondaggio. Circa il 23,6% degli intervistati non è riuscito a decidere o ha scelto di non rispondere alla domanda.

Alla domanda sulle elezioni parlamentari, il 21,8% degli ucraini ha dichiarato che avrebbe sostenuto un partito inesistente guidato da Zaluzhny, mentre il partito di Zelensky avrebbe ottenuto solo l'11,5%. Nonostante la loro popolarità, né Zaluzhny né Budanov hanno annunciato alcun piano di intraprendere una carriera politica.

Quando Zelensky è salito al potere dopo le elezioni presidenziali e parlamentari del 2019, l'80% degli ucraini si fidava di lui, ma la percentuale è scesa al 37% entro febbraio 2022. Il livello di fiducia è salito alle stelle, raggiungendo il 90% quando è iniziata l'invasione russa. Un sondaggio condotto dall'Istituto Internazionale di Sociologia di Kiev all'inizio di questo autunno ha mostrato che il 60% degli ucraini attualmente si fida di Zelensky, mentre il 35% no.

Nel frattempo, lo stesso sondaggio ha mostrato che solo il 25% degli ucraini ritiene che Zelensky dovrebbe rimanere in carica dopo la fine della guerra su vasta scala della Russia contro l'Ucraina. Secondo la costituzione ucraina, le prossime elezioni saranno possibili solo dopo la fine della legge marziale, dichiarata allo scoppio dell'invasione russa nel 2022. Zelensky ha dichiarato a settembre di essere disponibile a non ricandidarsi dopo la fine della guerra.

22:47
22:47
Zelensky: «Domani invierò a Washington il piano di pace con la Russia»

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato che intende inviare domani a Washington il piano aggiornato per porre fine alla guerra con la Russia, dopo le modifiche apportate in seguito ai colloqui con gli alleati europei.

«Stiamo lavorando oggi e continueremo domani. Credo che lo consegneremo domani», ha detto Zelensky in risposta alla domanda di un giornalista che chiedeva se l'Ucraina avesse già inviato il piano agli Stati Uniti.

22:44
22:44
«Mosca puntava ad attentati sui voli cargo dall'Europa agli USA»

«Nel luglio 2024, alcuni pacchi Dhl sono esplosi nei centri logistici del Regno Unito, della Polonia e della Germania. Ciascuno di essi era abbastanza potente da abbattere un aereo cargo se fosse esploso a bordo. I servizi di sicurezza hanno infine ricondotto il complotto a un gruppo di sabotatori guidati dalla Russia che avevano in loro possesso altri 6 kg di materiale esplosivo».

«Ciò era sufficiente per consentire loro di attuare quella che, secondo quanto riferito dai funzionari della sicurezza al Financial Times, era la fase successiva del piano: attaccare i voli diretti negli Stati Uniti e causare più disagi al settore aereo di qualsiasi altro atto terroristico dai tempi degli attacchi al World Trade Center». È quanto scrive il quotidiano della City in un lungo articolo intitolato 'La guerra ibrida della Russia mette alla prova l'Europa'.

L'Ft, ricucendo varie testimonianze e rielencando tutti gli episodi sospetti in parte attribuiti a Mosca, evidenzia come la strategia russa, sulle prime percepita semplicemente come «opportunistica» possa invece delinearsi come «un'escalation strategica». Le sfide poste dalla guerra ibrida sono molteplici.

Intanto gli autori degli attacchi - quando arrestati - si rivelano essere spesso battitori liberi, senza legami apparenti alla Russia, reclutati online in cambio di denaro e persino ignari della vera identità dei committenti: una sorta di gig economy del terrore. Tanto che i tribunali, quando i sospettati vengono portati alla sbarra, si trovano in difficoltà a convalidare le accuse.

Nel caso dell'attacco in Polonia alla linea ferroviaria, quattro collaboratori sono stati ad esempio arrestati con decine di documenti di identità falsi e passaporti rilasciati da Mosca trovati in loro possesso tuttavia sono stati successivamente rilasciati per mancanza di prove.

Non è tutto. «Il capo di una delle principali agenzie di intelligence europee afferma che i suoi agenti stanno osservando agenti russi che ispezionano ponti stradali, presumibilmente con l'intenzione di minarli. Le ferrovie di tutto il continente, osserva, sono oggetto di un'aggressiva mappatura alla ricerca di punti deboli», scrive ancora l'Ft. «La sua agenzia e altre stanno anche monitorando i tentativi della Russia di inserire sabotatori altamente addestrati negli Stati europei». Pedine sacrificabili da un lato, 007 esperti dall'altro. Magari dormienti fino a che non arriva l'ordine dal Cremlino.

20:06
20:06
Donbass smilitarizzato e garanzie solide, controproposta agli USA

Il Donbass - in particolar modo il Donetsk - e le garanzie di sicurezza. L'ultimo miglio si sta giocando su questi due nodi chiave. Non solo per l'Ucraina ma per tutti gli attori in campo.

Avere il controllo del Donbass, per Vladimir Putin, significa infatti poter rivendicare davanti ai russi di aver vinto la guerra, giustificando il milione tra morti e feriti nonché un'economia piagata dall'inflazione. Le garanzie, invece, determineranno se gli appetiti di Mosca per il resto del Paese - e in generale per il suo estero vicino, come i Baltici - saranno stroncati oppure no.

Il piano di pace originale, in 28 punti, recitava così: «Le forze ucraine si ritireranno dalla parte dell'Oblast di Donetsk che attualmente controllano e questa zona di ritiro sarà considerata una zona cuscinetto neutrale e smilitarizzata, riconosciuta a livello internazionale come territorio appartenente alla Federazione Russa: le forze russe non entreranno in questa zona smilitarizzata».

La linea rossa, per Volodymyr Zelensky, sta nella parola «riconoscimento» ed è proprio qui che si sono concentrati gli sforzi di mediazione europei. Il presidente ucraino ha chiarito più volte di non poter cedere territori (in modo ufficiale) e che, se anche fosse, sarebbe necessario un referendum. Pena la morte politica (e la conseguente perdita dell'immunità). Il punto di caduta potrebbe essere il ritiro delle forze ucraine, un futuro per l'area da 'terra di nessuno', il monitoraggio internazionale.

Il tema delle garanzie segue a ruota. Perché l'Ucraina ha fortificato il Donetsk dal 2014 e se consegna le linee difensive alla Russia (o scopre il fianco a futuri blitz) la strada che porta al fiume Dnipro è spianata. Il piano in 28 punti, sull'architettura di sicurezza futura, era molto vago.

Lo schema adesso è sì quello sul modello dell'articolo 5 della Nato, ma con clausole precise. Perché Kiev vuole evitare un protocollo di Budapest 2.0 (la rinuncia alle armi nucleari in cambio della protezione della sua integrità territoriale). Il ruolo degli USA non può essere di secondo piano ed è qui che la Coalizione dei Volenterosi (Parigi e Londra in testa) ha lavorato molto. «Non lasceremo sola l'Ucraina come altri hanno fatto con l'Afghanistan», ha assicurato il presidente del Consiglio Europeo Antonio Costa in un chiaro riferimento agli Stati Uniti.

Ultimo ma non ultimo, il destino degli asset russi. Posto che tutto ciò che riguarda l'Europa e la Nato è stato stralciato dal piano originale in 28 punti, le posizioni tra USA e UE sugli asset restano distanti. Il piano disegnato dalla Commissione per dare quei denari a Kiev è diventato l'architrave dell'agibilità politica europea, che per il resto ha non ha toccato palla sul fronte dei negoziati, se non per limitare i danni.

Come ha ribadito più volte l'alto rappresentante UE Kaja Kallas, la strategia sugli asset serve a lanciare tre messaggi: all'Ucraina, per mostrare che non sarà abbandonata; alla Russia, per mostrare che dovrà pagare per la sua guerra; e agli USA, per mostrare che l'Europa ha delle carte da giocare.

20:04
20:04
«Trump dà a Zelensky giorni per rispondere alla proposta di pace»

Nel corso della telefonata di due ore di sabato scorso, gli inviati Steve Witkoff e Jared Kushner hanno fatto pressione su Volodymyr Zelensky per avere una risposta nel giro di 'giorni' su una proposta di pace che avrebbe richiesto all'Ucraina di accettare perdite territoriali in cambio di garanzie non specificate sui titoli statunitensi.

Lo riporta il Financial Times citando alcune fonti, secondo le quali Zelensky ha riferito alle controparti europee di essere stato pressato dagli inviati di Trump per prendere una decisione rapida. La tempistica proposta a Kiev indica che Trump spera in un accordo entro Natale.

17:30
17:30
Gaffe di Trump sulla Crimea: «Circondata dall'Oceano su tutti i lati»

Nuova gaffe geografica di Donald Trump sulla Crimea. Intervistato da Politico, il presidente americano ha lodato la bellezza della penisola, annessa dalla Russia nel marzo 2014, ma ha commesso diversi errori.

«Quando guardo la mappa dico sempre: 'Wow, la Crimea è bellissima. È circondata dall'oceano su tutti i lati ed è enorme. Collega la parte di Ucraina di cui parliamo ora attraverso un piccolo molo», ha detto.

La Crimea tuttavia è una penisola circondata su tre lati non da oceani ma dal Mar Nero a ovest e a sud e dal Mar d'Azov a est, mentre a nord è collegata all'Ucraina continentale tramite l'istmo di Perekop, e non tramite un «molo».

In passato Trump aveva detto che «la Crimea è enorme, direi grande quanto il Texas o qualcosa del genere, in mezzo all'oceano». Ma la Crimea è circa 26 volte più piccola del Texas e non si trova in mezzo all'oceano.

16:38
16:38
Putin: «Il Donbass è territorio russo, è un fatto storico»

Il Donbass è «territorio russo, questo è un fatto storico», ha affermato il presidente Vladimir Putin, citato da Ria Novosti. La Russia, ha aggiunto il capo del Cremlino, sta cercando di mettere fine a una guerra cominciata con un «colpo di Stato» a Kiev, nel 2014, ed è obbligata a farlo con mezzi militari.

«Questo territorio è importante, è un nostro territorio storico, la Russia è stata creata in modo tale che questa terra è sempre stata parte della Russia», ha affermato Putin in riferimento al Donbass, intervenendo al Consiglio per lo sviluppo della società civile e i diritti umani.

15:37
15:37
Meloni riceve Zelensky a Palazzo Chigi

La premier italiana Giorgia Meloni ha accolto il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky a Palazzo Chigi. L'auto con a bordo il leader di Kiev è entrata direttamente all'interno della sede del governo.

Su via del Corso, dietro le transenne, numerose persone hanno atteso il passaggio del corteo presidenziale e alcune di loro hanno esposto una bandiera ucraina.

Al margine di piazza Colonna, accanto al palazzo di Montecitorio, sono ancora presenti i rappresentanti di +Europa con lo striscione composto da 27 bandiere dell'Ue cucite insieme, con al centro quella dell'Ucraina, esposto poco prima durante un flash mob di fronte a Palazzo Chigi.

15:24
15:24
Borrell: «Da Trump una dichiarazione di guerra all'Europa»

«Vance aveva già espresso chiaramente il suo disprezzo per l'Europa a Monaco, Trump lo ha ora elevato al livello di strategia di sicurezza nazionale. Si tratta di una dichiarazione di guerra politica all'UE. Vuole un'Europa bianca divisa in nazioni, subordinate alle sue richieste e alle sue preferenze di voto».

Lo scrive in un post l'ex Alto rappresentante per gli affari estreri dell'UE, Josep Borrell. «I leader europei - aggiunge - devono smettere di fingere che Trump non sia nostro avversario, nascondendosi dietro un silenzio timoroso e compiacente, e affermare invece la sovranità dell'Ue in campo tecnologico, della sicurezza e della difesa, e politico».

09:20
09:20
Zelensky a Roma

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è arrivato a Roma dove prima incontrerà papa Leone XIV e nel pomeriggio la premier Giorgia Meloni. Lo rende noto il portavoce presidenziale Serhiy Nikiforrov sulla TV pubblica ucraina Suspilne.

09:19
09:19
Il Giappone respinge la proposta UE sui beni russi congelati

Il Giappone ha respinto la proposta dell'Unione Europea di aderire all'iniziativa di Bruxelles volta a utilizzare i beni statali russi congelati per fornire sostegno finanziario all'Ucraina. Lo scrive Politico.

Secondo il media, ieri, durante un incontro virtuale dei ministri delle finanze del G7, Tokyo ha risposto freddamente alla richiesta di Bruxelles di applicare i meccanismi europei per il trasferimento all'Ucraina del valore monetario degli asset sovrani russi detenuti presso la belga Euroclear.

Il Giappone avrebbe segnalato di non essere in grado di utilizzare circa 30 miliardi di dollari di beni russi congelati detenuti sul suo territorio per erogare un prestito all'Ucraina, hanno riferito a Politico due diplomatici dell'UE informati sulle discussioni. Per il quotidiano statunitense, il ministro delle finanze giapponese Satsuki Katayama ha escluso l'utilizzo di risorse russe a causa di problemi legali.

La Commissione europea auspica che gli Stati membri dell'UE possano raggiungere un accordo sull'utilizzo di un massimo di 210 miliardi di euro di beni russi sanzionati prima del vertice del 18 dicembre. Tuttavia, il governo belga, Stato presso cui sono depositati questi fondi, si oppone per timore che il Belgio possa dover un giorno rimborsare l'intero importo, se le circostanze dovessero cambiare e la Russia dovesse esigere la restituzione dei fondi.

Una delle condizioni poste dal Belgio è allora che anche altri paesi del G7 al di fuori dell'Ue forniscano all'Ucraina prestiti finanziati dai beni russi congelati che detengono nelle loro giurisdizioni. Tuttavia, Stati Uniti e Giappone si sono rifiutati di aderire alla proposta di Bruxelles.

06:06
06:06
Il punto alle 6

Un massiccio attacco russo con droni ha colpito la zona di Sumy, località del nord dell'Ucraina, lasciando la città senza elettricità: lo hanno reso noto in serata le autorità locali, riprese da diversi media. «In soli trenta minuti i russi hanno lanciato sulla città più di una decina di droni d'attacco», ha fatto sapere su Telegram il governatore della regione di Sumy Oleh Hryhorov. Sono state colpite diverse infrastrutture energetiche, ha aggiunto.

Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, è arrivato a Bruxelles per incontrare il segretario generale della Nato, Mark Rutte, il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa e la presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen. Lo ha fatto sapere il leader di Kiev stesso sui social. «La collaborazione con i nostri alleati è cruciale adesso», ha detto.