Ucraina

NATO in stato d'allerta: «Test nucleare di Putin»

Il Times, citando un rapporto d’intelligence indirizzato agli Stati del Patto atlantico, rivela che lo «zar» intende dar seguito al collaudo del suo arsenale nei territori russi confinanti – L’Alleanza lo ha già avvisato di «ripercussioni serie» qualora dovesse utilizzare armi atomiche
©Russian Defense Ministry Press Service via AP
Andrea Colandrea
04.10.2022 22:50

I Paesi del Patto atlantico hanno di che preoccuparsi, nonostante un certo numero di successi sul campo di battaglia conseguiti dalle forze militari ucraine, che negli ultimi  giorni si sono riprese territori ritenuti strategici per la Russia (e già sotto il comando di Mosca) attorno a Kherson, Charkiv e Lyman. Il presidente russo Vladimir Putin avrebbe infatti ordinato un test nucleare lungo le zone di confine. Una minaccia concreta all’Ucraina e a tutto l’Occidente, dopo che negli scorsi mesi, e ancora nelle ultime settimane, il Cremlino aveva ventilato reiteratamente la possibilità di avvalersi di «ogni mezzo» se la Russia si fosse sentita minacciata» dopo l’annessione di quattro province.

Informativa dei servizi segreti

La notizia è di ieri ed è giunta dal Regno Unito: lo «zar» sarebbe pronto ad un inquietante gesto dimostrativo che aggraverebbe lo scontro con i Paesi NATO e l’Unione europea. L’allarme è stato lanciato dal quotidiano Times, che ha citato un’informativa d’intelligence inviata dalla stessa NATO ai suoi Stati membri. Un rapporto in cui si avverte di «possibili prove di forza di Mosca attraverso simulazioni che prevedono l’impiego di testate nucleari». Accanto al test già ipotizzato del siluro Poseidon, piazzato sul sommergibile «Belgorod» e già individuato nel Mar Artico, il nuovo avvertimento riguarderebbe un treno militare della Divisione nucleare in movimento in direzione dell’Ucraina (su alcuni social network e su Telegram, a questo proposito, sono girate diverse immagini e video).

Secondo l’analista Konrad Muzyka, citato dall’ANSA, l’unità è responsabile delle munizioni nucleari, del loro stoccaggio e della manutenzione, e potrebbe essere impiegata in un «esercizio di deterrenza strategica».  Secondo una fonte qualificata della difesa occidentale citata dal quotidiano londinese, la dimostrazione di forza più probabile da parte di Putin tramite il ricorso a ordigni atomici avverrebbe nel Mar Nero. Ma «non è impossibile» che il leader del Cremlino possa utilizzare un’arma nucleare tattica in Ucraina.

Per Mosca, in tal caso, aumenterebbero i rischi, come ha chiaramente dichiarato, domenica, lo stesso segretario generale della NATO Jens Stoltenberg. Secondo Andrew Futter, professore dell’Università di Leicester ed esperto di armi atomiche, «l’aver mobilitato il treno della divisione nucleare rappresenta al momento un avvertimento lanciato da Putin all’Occidente».

«Tutto nella norma»

Sulla preparazione di una provocazione nucleare, però, le intelligence alleate sono rimaste caute: «Non abbiamo nessuna indicazione che le forze armate russe stiano mobilitando mezzi o personale connessi al loro arsenale nucleare: tutto al momento è nella norma», ha spiegato un alto funzionario della difesa occidentale. D’altro canto la NATO non ha smentito il report del Times. L’allarme resta. «Putin si sente con le spalle al muro e può essere pericoloso e sconsiderato», ha avvertito in un’intervista alla CBS il direttore della CIA, Bill Burns. Il presidente russo si sente minacciato su più fronti, ha sottolineato ancora il numero uno dell’intelligence USA: oltre agli insuccessi militari in Ucraina, anche in_patria  aumentano infatti le critiche all’operazione militare speciale che ha isolato  la Federazione russa a più livelli. È da ricordare, inoltre, che anche la Cina ha rifiutato di offrire supporto militare a Mosca per la sua guerra a Kiev.

Il Cremlino, intanto, va sulla sua strada. Tanto che, interpellato sull’ipotesi di un ricorso alle armi nucleari (così come espressamente auspicato dal leader ceceno Ramzan Kayrov), il portavoce Dmitry Peskov ieri ha replicato che Mosca non intende «prendere parte» alla «retorica nucleare che viene alimentata dai media occidentali, politici e capi di Stato».

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