«Non mi dimetto»: il no di Cook a Trump apre la crisi sulla Fed

Un attacco «senza precedenti» nella storia della Federal Reserve, che lascia la banca centrale americana in «acque inesplorate». Così i media statunitensi commentano la decisione di Donald Trump di cacciare la governatrice della Fed Lisa Cook, mossa che solleva dubbi profondi sul futuro dell’indipendenza dell’istituzione.

«Anche se l'effetto immediato sui tassi di interesse non è chiaro, l'effetto a lungo termine è più significativo», scrive il Wall Street Journal, secondo cui acquisendo un maggiore controllo sulla Fed Trump potrebbe «influenzare la direzione e il livello dei tassi per il resto del mandato». Le implicazioni istituzionali di questa scelta, aggiunge il quotidiano, «potrebbero riverberare per anni». Una banca centrale meno indipendente, avvertono gli analisti, potrebbe essere più lenta nel rispondere alle pressioni sui prezzi, con il rischio di un’inflazione più alta e di tassi di interesse di lungo termine più elevati.

«È senza precedenti»: la decisione di Trump potrebbe tradursi «nella fine dell'indipendenza della banca centrale», ha messo in guardia al Financial Times Lev Menand, professore della Columbia Law School.

Dal canto suo, Lisa Cook respinge al mittente il tentativo di estromissione. «Il presidente statunitense Donald Trump non ha l'autorità per cacciarmi: non mi dimetterò. Continuerò a svolgere il mio dovere di aiutare l'economia americana, come sto facendo dal 2022», ha dichiarato la governatrice.

Attraverso il suo legale Abbe Lowell – noto per aver rappresentato, tra gli altri, Jared Kushner e Hunter Biden – Cook ha fatto sapere che le richieste del presidente «mancano di qualsiasi procedura, fondamento o autorità legale» e che saranno intraprese «le misure necessarie per impedire il suo tentativo di azione illegale».