L'analisi

Perché l'attentato alla diga di Nova Kakhovka è un tragico salto di qualità

Quanto accaduto sembra più un atto di disperazione di Mosca, rispetto all’eventualità del contrattacco da parte di Kiev – Le prossime ore e i prossimi giorni diranno di più
L'immagine satellitare mostra la devastazione nella zona della diga. © Planet Labs PBC
Luca Lovisolo
06.06.2023 16:45

Nella notte tra il 5 e il 6 giugno la Russia ha fatto esplodere la diga di Nova Kakhovka, sul fiume Dnipro, lunga più di 3 chilometri e alta circa 30 metri, sebbene Kiev e Mosca si rimpallino le colpe. La diga è parzialmente rovinata e il danno è cresciuto con il passare delle ore, per l’erosione causata dalla massa d’acqua liberatasi dall’invaso. Il fatto supera per enormità ogni evento del conflitto e ricorda episodi simili avvenuti durante la Seconda guerra mondiale. Nella prima mattina, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha convocato il Consiglio nazionale di difesa.

L’acqua sta ora defluendo verso valle e ha già raggiunto la città capoluogo di Kherson. Circa 80 centri abitati sono interessati dall’alluvione. Il picco viene raggiunto nelle ore in cui scriviamo. L’Ucraina ha ordinato l’evacuazione delle popolazioni della regione e sospeso le forniture di gas. Ciò che Kiev non può fare, purtroppo, è soccorrere gli ucraini residenti sulla sponda orografica sinistra del fiume, che si trova sotto controllo militare russo.

Le preoccupazioni per Zaporizhzhia

La distruzione della diga ha suscitato preoccupazioni per la centrale nucleare di Zaporizhzhia, che preleva acqua a monte dell’infrastruttura. Nella tarda mattinata, Rafael Mariano Grossi, direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, ha precisato che la centrale dispone di riserve d’acqua per alcuni giorni. Nel frattempo, i tecnici stanno riducendo al massimo i consumi e operano per attivare un canale di raffreddamento alternativo. È escluso un pericolo immediato, ma Grossi si è augurato che nessuna azione bellica comprometta le riserve autonome della centrale.

Resta un enorme danno per l’ambiente e per le popolazioni che vivono a valle della diga, in una regione pianeggiante estesa all’incirca tre volte il Canton Ticino.

Il risvolto che danneggia la stessa Russia

Il grave episodio ha un risvolto che danneggia la stessa Russia. Tra le ragioni per le quali la Russia donò la Crimea all’Ucraina, nel 1954, vi era che Mosca non riusciva a sviluppare la penisola per carenza idrica. Gli ucraini costruirono allora un canale per portare acqua dal fiume Dnipro alla Crimea, alimentato proprio grazie alla diga di Nova Kakhovka. All’occupazione della penisola da parte della Russia, nel 2014, l’Ucraina aveva sbarrato il canale, poiché poiché mantenere l’alimentazione idrica avrebbe configurato un’accettazione per fatto concludente della sovranità russa. Alla ripresa della guerra, dopo il 22 febbraio 2022, la Russia ha immediatamente riattivato l’opera. Ora, la fornitura d’acqua alla Crimea occupata e ai cittadini russi che Mosca vi ha insediato come coloni dopo il 2014 è nuovamente compromessa.

La narrazione russa non regge

La versione di Mosca sul fatto è che la diga sarebbe saltata per effetto di bombardamenti ucraini. Si tratta di una narrazione fantasiosa. La causa del disastro non è un bombardamento aereo e la diga è controllata dai russi sin dai primi tempi dopo la ripresa del conflitto, a febbraio 2022. Da allora, gli ucraini non hanno modo di avvicinarsi al manufatto. Infine, il crollo della diga ha conseguenze gravissime e durature per l’Ucraina. Non è pensabile che Kiev abbia organizzato un simile scempio a proprio danno.

Scopo dei russi non è solo danneggiare l’infrastruttura della diga e il territorio ucraino. Mosca mira a rendere più difficile una controffensiva dell’esercito ucraino, qualora questo partisse da Kherson verso est, puntando alla sponda orografica sinistra del Dnipro. L’allagamento trasforma l’intera regione in un acquitrino impraticabile. In realtà, per quanto noto, il punto privilegiato di attacco per una controffensiva ucraina, che potrebbe avvenire nelle prossime settimane, sembra trovarsi a monte della diga, nella regione di Velyka Novosilka.

L’attentato alla diga, oltre al danno materiale, ambientale e umano che arreca, rappresenta un tragico salto di qualità, nella crudeltà delle operazioni russe in Ucraina. L’accaduto sembra più un atto di disperazione di Mosca, rispetto all’eventualità del contrattacco da parte di Kiev. Le prossime ore e i prossimi giorni diranno di più.

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