Perché si parla (di nuovo) del ponte sullo Stretto di Messina?
Il ponte sullo stretto di Messina, tema di cui si parla da una vita tornato di strettissima attualità negli ultimi mesi, costerà 10 miliardi di euro. Questo, almeno, è il costo stimato dal ministero delle Infrastrutture e trasporti, guidato da Matteo Salvini, per realizzare la (discussa) grande opera. Il decreto per la costruzione del ponte, leggiamo, ha ottenuto il via libera e la firma di Sergio Mattarella, presidente della Repubblica.
Stando al comunicato del ministero, il progetto comprende «circa 8 mila elaborati e prevede una lunghezza della campata centrale tra i 3.200 e i 3.300 metri, a fronte di 3.666 metri di lunghezza comprensiva delle campate laterali». Il tratto percorribile, per contro, sarà alto 60 metri mentre le quattro torri su cui si agganceranno i cavi 399 metri.
Nel dettaglio, il ponte sarà composto da 6 corsie stradali e 2 binari ferroviari. Le stime del ministero suggeriscono una capacità «pari a 6 mila veicoli ogni ora e 200 treni al giorno». Di più, secondo il governo Meloni basteranno appena sette anni per completare il ponte.
Il progetto, una volta ancora, è stato firmato dal consorzio Eurolink, già incaricato della realizzazione dopo aver vinto la gara indetta nel 2005. Ad aumentare, per forza di cose, sono i costi dell’opera, saliti del 50% rispetto alle previsioni del 2011, quando a cercare di realizzare l’opera era il governo Berlusconi.
Altro giro, altri problemi: il ministero di Salvini ha deciso di costruire un ponte a campata unica, nonostante questa soluzione fosse stata bocciata dagli esperti a suo tempo. Il gruppo di lavoro, riporta La Stampa, aveva scelto una soluzione a tre campate. «Un aspetto sfavorevole» della soluzione a campata unica, avevano scritto gli esperti, «è sicuramente il vincolo della sua ubicazione nel punto di minima distanza fra Sicilia e Calabria (circa 3 km), che allontana l’attraversamento dai baricentri delle aree metropolitane di Messina e Reggio Calabria. Ma che al tempo stesso comporta comunque la necessità di realizzare un ponte sospeso con una luce maggiore del 50% di quella del ponte più lungo ad oggi realizzato al mondo».
Non finisce qui. Sempre secondo i tecnici, infatti, nel progetto vanno segnalati il «notevole impatto visivo (anche in ragione dell’altezza necessaria per le torri)» e «la vicinanza di zone sensibili sotto il profilo naturalistico». Con il sistema a più campate, «ipotizzabile, ad esempio, a tre campate con due pile in mare», al contrario si otterrebbe «una soluzione tecnicamente fattibile. Anche grazie agli avanzamenti delle tecnologie di indagine e realizzazione per fondazioni di opere civili marittime a notevoli profondità». Non solo, «rispetto al ponte a campata unica, potrebbe avere una maggiore estensione complessiva e mantenere al tempo stesso la lunghezza della campata massima simile a quelle già realizzate altrove. E quindi di usufruire di esperienze consolidate, anche dal punto di vista di tempi e costi di realizzazione».