Cina

Prova di forza di Xi Jinping, che accerchia Taiwan

Il presidente ha fatto schierare 9 navi militari e 71 aerei da combattimento
©TAIWAN MILITARY NEWS AGENCY / HA
Ats
08.04.2023 20:14

Il presidente Xi Jinping, nei panni di commander-in-chief, ha fatto schierare 9 navi militari e 71 aerei da combattimento per «accerchiare» l'isola di Taiwan, secondo l'ultimo bollettino del ministero della Difesa di Taipei, nella prima delle tre giornate di esercitazioni militari decise dalla Cina in rappresaglia all'incontro di mercoledì a Los Angeles tra la presidente dell'isola Tsai Ing-wen e lo speaker della Camera americana Kevin McCarthy.

A poche ore dal ritorno a Taipei di Tsai e soprattutto dalla ripartenza della presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen e del presidente francese Emmanuel Macron (entrambi incontrati a Pechino da Xi che ha avuto con il capo dell'Eliseo anche un lungo colloquio in forma privata a Canton), il Comando del teatro orientale dell'Esercito popolare di liberazione cinese ha annunciato un «pattugliamento di prontezza al combattimento», con manovre nello Stretto di Taiwan, a nord, a sud e nelle acque a est, in una simulazione di accerchiamento dell'isola che Pechino considera una parte «inalienabile» del suo territorio da riunificare anche con la forza, se necessario.

Operazioni che «servono da severo monito contro la collusione tra forze separatiste che cercano 'l'indipendenza di Taiwan' e quelle esterne, e contro le loro attività provocatorie», ha tuonato il portavoce del Comando Shi Yi, notando che le manovre «sono necessarie per salvaguardare la sovranità nazionale e l'integrità territoriale della Cina».

Il ministero della Difesa di Taiwan ha condannato Pechino e il suo «atto irrazionale che ha messo a repentaglio sicurezza e stabilità regionali», dicendo di aver monitorato la situazione e schierato i propri sistemi missilistici. Durissimo il commento di Tsai: «Negli anni recenti abbiamo avuto di fronte il continuo espansionismo autoritario» della Cina, ma l'isola vuole «continuare a lavorare con Usa e altri Paesi simili a difesa dei valori di libertà e democrazia».

Le esercitazioni avviate sono le seconde di questo tipo, dopo quelle di agosto 2022, quando Pechino lanciò 10 giorni di manovre militari senza precedenti attorno all'isola in risposta alla visita a Taipei dell'allora speaker della Camera americana Nancy Pelosi. La Cina si oppone a «ogni forma di scambio ufficiale» tra Taiwan e gli Stati Uniti, e prima dell'incontro a Los Angeles tra Tsai e McCarthy Pechino aveva minacciato il ricorso a «risolute contromisure».

A surriscaldare il clima nello Stretto di Taiwan è intervenuta l'ultima visita di una delegazione di una decina di parlamentari del Congresso Usa: «Michael McCaul, presidente della commissione Esteri della Camera, ha espresso il pieno sostegno all'isola incontrando oggi Tsai (»stiamo facendo tutto il possibile per accelerare la vendita di armi e fornire assistenza e addestramento militare«), affermando poi in un'intervista a Fox News che gli Stati Uniti »sono pronti a mandare truppe a Taiwan in caso di invasione della Cina«.

A corredo della prova di forza, il network statale cinese Cctv ha trasmesso i primi filmati delle risorse messe in campo nelle »manovre congiunte per affilare la spada«, mostrando cacciatorpedinieri, jet e bombardieri. E soprattutto i sistemi missilistici, tra cui i DE-11A e i DF-17 (balistici da 600 e 1.800 km di gittata) e gli YJ-12B supersonici da crociera anti-nave (400 km), a scoraggiare ogni sostegno esterno all'isola.

Incontrando giovedì von der Leyen, Xi ha ammonito che »Taiwan è il fulcro degli interessi fondamentali della Cina. Chiunque faccia storie su una questione cinese non sarà mai d'accordo con il governo e il popolo cinese«, ha detto aggiungendo che »è un pio desiderio aspettarsi che la Cina scenda a compromessi su Taiwan«.