Se il porno va in sciopero, che cosa faranno i francesi?

«La liberté n'a pas de bouton off». Ovvero, «la libertà non ha pulsanti di off». Firmato: la Marianne. Non stiamo parlando di una lezione su Liberté, Égalité, Fraternité, o perlomeno non di quello che ci si aspetterebbe. La frase (e l'immagine) sono infatti stati scelti dal gruppo Aylo per protestare in Francia. Chi è il gruppo Aylo? La casa madre che gestisce Pornhub, Redtube e YouPorn, in protesta contro la legge sulla verifica dell'età degli utenti a ogni connessione.
Aylo spera di «avviare un dialogo diretto» con gli utenti, ma anche di convincere altri governi della bontà della propria posizione sulla verifica dell'età. La legge è considerata «irresponsabile, sproporzionata e inefficace» e la verifica dell'età da parte di una società terza una «invasione della privacy». Ma sarebbe anche «pericolosa» in termini di riservatezza, oltre a favorire il furto di dati. «Non sono soluzioni testate su scala nazionale», ha precisato Alex Kekesi, direttore della comunità e del marchio.
Clara Chappaz, ministra dell'Economia delegata per le Tecnologie digitali, si è espressa su X: «Mentire quando non si vuole rispettare la legge e tenere in ostaggio le persone è inaccettabile. Gli adulti sono liberi di consumare pornografia, ma non a spese della protezione dei nostri bambini. Chiedere ai siti porno di controllare l'età dei loro utenti non significa stigmatizzare gli adulti, ma proteggere i bambini. Altri lo hanno fatto. Se Aylo preferisce lasciare la Francia piuttosto che applicare la nostra legge, è una sua scelta». Aurore Bergé, ministra per le Pari Opportunità, ha aggiunto: «Se le piattaforme rifiutano di rispettare il nostro quadro giuridico e decidono di andarsene, tanto meglio (tant mieux!, ndr.). Ci saranno meno contenuti violenti in Francia. Ci saranno meno contenuti violenti, degradanti e umilianti accessibili ai minori».
Parigi ha introdotto l’obbligo di conferma della maggior età sui siti per adulti tramite dati come la carta di credito o il documento d’identità. Per proteggere la privacy, le piattaforme devono inoltre offrire un sistema gestito da terzi che impedisca agli operatori di accedere alle informazioni identificative.
L'ARCOM, autorità di regolamentazione della comunicazione audiovisiva, ha da parte sua dichiarato che «il gruppo Aylo ha scelto di eludere l'imperativo di proteggere i minori sospendendo l'accesso ai suoi contenuti in Francia, anche per un pubblico adulto, nonostante esistano sul mercato numerose soluzioni tecniche che consentono di verificare l'età degli utenti garantendo al contempo la protezione dei loro dati personali». Tuttavia, Aylo non ha intenzione di passare per «l'indisciplinato»: «Abbiamo partecipato a discussioni con il governo francese, offrendo soluzioni "pilota" e la condivisione di dati. Il governo non ci ha ascoltato. È importante prendere le distanze dall'immagine di un'industria pornografica irresponsabile che vuole solo fare soldi. Siamo favorevoli alla regolamentazione, ma i dati devono essere condivisi in modo da rispettare la privacy e la sicurezza».
Secondo uno studio dell'ARCOM, riporta Le Figaro, i minori sono ancora esposti a quantità massicce di pornografia online, nonostante la legislazione in vigore. A partire dall'età di 12 anni, più della metà dei ragazzi minorenni lo fa in media ogni mese: è il caso del 21% dei ragazzi di 10-11 anni, del 51% dei 12-13.enni, del 59% dei 14-15.enni e del 65% dei 16-17.enni. Il numero di minori che visita ogni mese siti per adulti è aumentato del 36% in cinque anni, tra il 2017 e il 2022. In media, il 12% del pubblico dei siti porno è composto da minori.