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Missili su Israele: «Attacchi USA oltraggiosi, conseguenze eterne» – Minacce anche dagli Houthi, alleati di Teheran – La Svizzera: «Esercitare la massima moderazione possibile» – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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20:27
20:27
Oltre 200 luoghi di Teheran colpiti dall'inizio dei raid di Israele
I raid israeliani hanno colpito oltre 200 luoghi di Teheran dall'inizio dell'attacco il 13 giugno. Lo ha riferito il governatore provinciale Mohammad Sadegh Motamedian alla tv di Stato, aggiungendo che oltre 120 unità abitative «sono state completamente distrutte» mentre altre 500 hanno subito «danni».
19:03
19:03
«L'Iran non agisca destabilizzando ulteriormente la regione»
I tre europei negoziatori a Ginevra due giorni fa con l'Iran - Francia-Gran Bretagna-Germania, i cosiddetti E3 - lanciano «un appello all'Iran ad impegnarsi in negoziati per un accordo che risponda a tutte le preoccupazioni legate al suo programma nucleare» e si dicono «pronti a contribuire a questo obiettivo in coordinamento con tutte le parti».
In un comunicato congiunto diffuso a Parigi, i tre governi ricordano che il loro «obiettivo» «resta quello di impedire all'Iran di dotarsi di un'arma nucleare» e chiedono «all'Iran di non agire destabilizzando ulteriormente la regione».
17:53
17:53
Iran: «Il Consiglio di Sicurezza adotti misure per le violazioni americane»
«Il silenzio di fronte a un'aggressione così palese farebbe precipitare il mondo in un livello di pericolo e caos senza precedenti». L'Iran esorta il Consiglio di Sicurezza dell'Onu e l'Aiea ad «adottare misure urgenti e decisive in risposta a questa spaventosa violazione del diritto internazionale». Lo si legge in una nota del ministero degli Esteri di Teheran.
«In qualità di membro fondatore delle Nazioni Unite, la Repubblica Islamica dell'Iran invita l'Onu e i suoi Stati membri responsabili ad assumersi le proprie responsabilità di fronte ai palesi atti unilaterali illegittimi degli Stati Uniti contro l'Iran», conclude la nota.
Sebbene gli Stati Uniti abbiano il diritto di veto nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, «il mondo - sottolinea Teheran - non deve dimenticare che sono stati gli Stati Uniti, nel bel mezzo di un processo diplomatico, a tradire la diplomazia sostenendo il regime israeliano genocida per imporre una guerra di aggressione alla nazione iraniana. Ora, a coronamento degli atti illeciti e criminali di quel regime, gli Stati Uniti stessi hanno lanciato una pericolosa guerra contro la Repubblica Islamica dell'Iran».
«È ormai diventato abbondantemente chiaro a tutti che lo stesso regime che gode di una posizione permanente nel Consiglio di Sicurezza non è vincolato ad alcun principio o moralità e non si fermerà davanti a nessuna illegalità o crimine pur di servire gli obiettivi di un regime genocida e occupante», conclude la nota del ministero.
17:20
17:20
Pezeshkian alle proteste per i raid americani
Il presidente iraniano Masoud Pezeshkian partecipa a una manifestazione contro i raid americani sull'Iran. Lo mostrano le immagini della tv di Stato iraniana. «Vendetta, vendetta!» gridano i manifestanti con i pugni alzati, mentre il presidente cerca di farsi strada tra la folla radunata in Piazza Enghelab (Rivoluzione), nel centro di Teheran.
17:18
17:18
Il blitz americano è il «Martello di mezzanotte»
«Midnight hammer». Il Pentagono ha battezzato così l'attacco di stanotte ai siti nucleari dell'Iran, che ha riportato gli Stati Uniti in guerra al fianco di Israele. Il nome scelto per il blitz - che è stato seguito da Trump e dal suo stato maggiore nella Situation room della Casa Bianca - è stato reso noto in una conferenza stampa dal Segretario alla Difesa Hegseth e dal capo di stato maggiore Caine. «Poche persone a Washington ne erano a conoscenza», ha detto il generale.
Secondo Hegseth, i bombardamenti hanno «devastato» il piano nucleare iraniano e «non hanno preso di mira civili o truppe» del regime: «È stato un successo schiacciante». Ma l'operazione «non mirava al cambio di regime». «L'Iran sia intelligente e ascolti le parole di Trump: ogni rappresaglia scatenerà una forza maggiore da parte nostra». Hegseth ha anche reso noto che Washington, prima di colpire, si è consultata con gli alleati nella regione che «hanno forze e asset dove ci sono quelli Usa» e che Trump ha informato il Congresso «dopo il decollo in sicurezza dei B-2 che sono stati utilizzati, in linea con il War Powers Act». I sette superbombardieri, ha confermato Caine, hanno volato nell'oscurità senza scalo per 18 ore, rifornendosi più volte durante il volo e raggiungendo la loro destinazione sabato sera (notte in Iran): il volo più lungo dal 2001. «Ora il mondo è più sicuro», ha detto il Segretario di Stato Rubio.
Amwaj.media, sito di un think tank diretto da un analista iraniano in Gran Bretagna, scrive tuttavia che gli Usa avrebbero avvertito anche Teheran prima di dare il via agli attacchi ai siti di Fordow, Natanz ed Esfahan. Parlando in condizione di anonimato, una fonte politica iraniana di alto rango - scrive Amwaj - ha confermato che l'amministrazione Trump, il 21 giugno, ha comunicato di non voler raggiungere uno scontro totale e di voler colpire solo i tre siti nucleari. Un'immagine satellitare postata sui social mostra un grande convoglio di mezzi vicino Fordow due giorni fa. Sarebbe la prova del trasferimento dell'uranio arricchito fuori dall'impianto in una località segreta.
Immagini satellitari pubblicate da al Jazeera mostrano tre grandi crateri nell'impianto bombardato dai B-2, luoghi probabili di impatto delle bombe usate per penetrare nei tunnel i cui punti di accesso sono «completamente ostruiti». Il sistema di difesa aerea sarebbe stato «distrutto» secondo la tv panaraba. Una ricostruzione che Teheran respinge. «L'industria nucleare è profondamente radicata nel nostro Paese e le sue radici non possono essere distrutte», ha detto alla tv di Stato il portavoce dell'agenzia statale iraniana per l'energia atomica Behrouz Kamalvandi, aggiungendo che il suo sviluppo non si fermerà: «Ci sono danni inflitti ai siti, ma non è la prima volta che la nostra industria nucleare viene danneggiata e la nasconderemo di nuovo».
Al centro delle possibili rappresaglie iraniane il destino dello Stretto di Hormuz, snodo strategico fra Golfo Persico e dell'Oman per il passaggio di un terzo del petrolio del mondo. Il Parlamento iraniano «ritiene necessario chiuderlo» dopo gli attacchi americani, ha detto Esmail Kosari, membro della commissione parlamentare per la sicurezza nazionale. Ma l'ultima decisione spetterà al Consiglio supremo di sicurezza. Chiudere lo stretto di Hormuz sarebbe «un suicidio» per l'Iran, secondo il vicepresidente americano Jd Vance: «Tutta la loro economia passa attraverso lo Stretto di Hormuz. Perché dovrebbero farlo? Non credo abbia alcun senso. Gli Stati Uniti non sono in guerra con l'Iran, ma con il suo programma nucleare». E gli attacchi di stanotte, ha aggiunto, hanno «ritardato sostanzialmente» lo sviluppo delle armi nucleari.
Dopo aver colpito, intanto, l'America si blinda. Le autorità federali e i leader di diversi importanti Stati e città, da New York a Los Angeles e alla capitale, stanno rafforzando le misure di sicurezza e monitorando potenziali minacce. «Le nostre risorse sono pienamente impegnate. Rimaniamo vigili. Dio benedica l'America e tutti coloro che la difendono», ha scritto su X il vice capo dell'Fbi Dan Bongino.
17:09
17:09
Rubio: «Al momento non sono in programma altri raid sull'Iran»
«Al momento non sono previste operazioni militari contro l'Iran». Lo ha detto il segretario di Stato americano Marco Rubio in un'intervista alla Cbs.
«Nessuno saprà per giorni» se Teheran abbia spostato parte del suo materiale nucleare prima degli attacchi americani sui siti iraniani. Lo ha detto il segretario di Stato americano Marco Rubio in un'intervista alla Cbs.
16:54
16:54
Riunione d'emergenza del Consiglio di Sicurezza dell'Onu sull'Iran
Il Consiglio di Sicurezza dell'ONU ha convocato una riunione d'emergenza sull'Iran oggi.
16:25
16:25
Vance: «Chiudere Hormuz sarebbe un suicidio per l'Iran»
Chiudere lo stretto di Hormuz sarebbe «un suicidio» per l'Iran. Lo ha detto il vice presidente americano Jd Vance. «Tutta la loro economia passa attraverso lo Stretto di Hormuz. Perché dovrebbero farlo? Non credo abbia alcun senso», ha aggiunto il numero due di Donald Trump.
16:24
16:24
Il Parlamento iraniano: «Necessario chiudere lo Stretto di Hormuz»
Il Parlamento iraniano ritiene necessario chiudere lo Stretto di Hormuz in seguito agli attacchi statunitensi contro gli impianti nucleari iraniani. Lo ha affermato Esmail Kosari, membro della commissione parlamentare per la sicurezza nazionale. Lo riferisce l'agenzia Tass. Ora la decisione finale spetta al Consiglio supremo di sicurezza nazionale.
16:05
16:05
Il monito della Lega Araba: «L'escalation porta a un'infinita spirale di violenza»
La Lega Araba segue con grande preoccupazione gli sviluppi in corso dopo gli attacchi degli Stati Uniti contro l'Iran, esprimendo la propria condanna per qualsiasi azione militare che violi la sovranità degli Stati.
La segreteria generale della Lega sottolinea che l'attuale escalation non farà altro che portare a una spirale infinita di violenza, con ripercussioni negative per tutti. La Lega Araba invita tutte le parti a non lasciarsi trascinare nella spirale dell'escalation e a ricorrere alla diplomazia, unica via per risolvere tutte le questioni controverse.
16:02
16:02
Sisi sente il sultano dell'Oman: «Stop all'escalation tra Israele e l'Iran»
Il presidente egiziano, Abdel Fattah al Sisi, ha avuto un colloquio telefonico con il sultano dell'Oman, Haitham bin Tariq Al Said, durante il quale ha sottolineato l'importanza di lavorare per fermare l'attuale escalation tra Israele e Iran, mettendo in guardia dalle gravi conseguenze dell'estensione del conflitto nella regione e ribadendo la necessità di tornare al tavolo delle trattative per evitare spargimenti di sangue.
Sisi ha inoltre elogiato il ruolo svolto dall'Oman come mediatore tra l'Iran e gli Usa, sottolineando la necessità di ripristinare e rafforzare il percorso dei negoziati. Da parte sua, il sultano ha apprezzato gli sforzi egiziani volti a porre fine alla violenza nella regione, sottolineando la volontà del suo Paese di lavorare congiuntamente in questo quadro, ha affermato il portavoce ufficiale della presidenza della Repubblica.
Il portavoce, l'ambasciatore Mohamed El-Shennawy, ha aggiunto che entrambe le parti hanno sottolineato la priorità di lavorare per un cessate il fuoco a Gaza e per la consegna di aiuti umanitari alla Striscia per salvare la sua popolazione dalla tragedia umanitaria causata dall'aggressione israeliana; hanno anche sottolineato che la creazione di uno Stato palestinese indipendente è la principale garanzia di stabilità duratura in Medio Oriente.
16:01
16:01
«L'impianto di Natanz è stato completamente distrutto»
L'establishment della Difesa israeliana si ritiene soddisfatto dell'esito dell'attacco Usa all'Iran e stima che l'impianto di Natanz sia stato completamente distrutto. Lo riferisce il notiziario di Channel 12.
Israele è ancora in attesa di ulteriori dettagli invece per i siti nucleari di Fordow e Isfahan. Secondo l'intelligence militare, l'uranio arricchito era immagazzinato a Natanz e Isfahan e la stragrande maggioranza non è stata portata fuori dai siti, quindi si trovava lì al momento dell'attacco.
L'attuale mancanza di notizie precise sul reale risultato dell'attacco americano agli impianti di Fordow e Isfahan deriva dal fatto che entrambi i siti si trovano in profondità nel sottosuolo e non dal timore che qualcosa sia andato storto durante l'attacco. La valutazione finale dirà se il programma nucleare sia regredito o sia stato completamente annientato.
15:51
15:51
Preoccupazione tra i partiti svizzeri dopo i raid americani contro l'Iran
Prevale la preoccupazione tra i partiti politici dopo gli attacchi statunitensi contro i siti nucleari iraniani. Alcuni puntano il dito contro il comportamento bellicoso di Donald Trump.
Pur non criticando esplicitamente l'attacco, il PLR e i Verdi liberali giudicano «molto preoccupante» l'escalation tra Stati Uniti e Iran. I liberali-radicali non escludono ripercussioni indirette per la Svizzera, in particolare per quanto riguarda l'approvvigionamento energetico, la sicurezza o la stabilità economica.
Il PLR ritiene anche che la Svizzera debba «contribuire alla de-escalation». Il PVL sostiene che Berna dovrebbe continuare a impegnarsi per la protezione della popolazione civile e il ritorno alla diplomazia.
Il presidente del Centro, Gerhard Pfister, punta invece il dito contro le incoerenze e la decisione statunitense di attaccare l'Iran: «con questa decisione, il presidente Trump si allontana ancora di più, come già fanno la Cina e la Russia, da un ordine mondiale fondato sul diritto internazionale, per orientarsi verso un'imposizione spietata dei propri interessi di superpotenza». Secondo lo zughese, tutto ciò rappresenta un segnale preoccupante per la Svizzera.
Da parte sua, la sinistra constata una violazione del diritto internazionale da parte dell'amministrazione Trump. Il co-presidente del PS Cedric Wermuth ritiene che il regime degli ayatollah debba finire, ma non in questo modo. «Gli ultimi vent'anni hanno dimostrato che un cambiamento di regime imposto dall'esterno non è possibile», afferma l'argoviese, che lamenta la mancanza di sostegno alle manifestazioni popolari del 2020 in Iran.
I recenti attacchi contro l'Iran «mostrano quanto siano pericolose le armi nucleari per la nostra sicurezza», sostengono invece i Verdi. I consiglieri nazionali ecologisti Nicolas Walder e Siber Arslan chiedono un impegno credibile a favore del diritto internazionale, la cessazione immediata degli attacchi e l'adesione al Trattato per la proibizione delle armi nucleari (TPNW). I Verdi invitano anche il Consiglio federale a riunire tutte le parti in conflitto al tavolo delle trattative, insistendo sul rispetto del diritto internazionale.
L'UDC non ha risposto per il momento alle richieste dell'agenzia Keystone-ATS.
15:25
15:25
L'America si blinda, rafforzate le misure di sicurezza
L'America si blinda, dopo l'attacco USA in Iran. Le autorità federali e i leader di diversi importanti Stati e città, da New York a Los Angeles e alla capitale, stanno rafforzando le misure di sicurezza e monitorando potenziali minacce dopo i raid americani.
«Le nostre risorse sono pienamente impegnate. Rimaniamo vigili. Dio benedica l'America e tutti coloro che la difendono», ha scritto su X il vice capo dell'FBI Dan Bongino.
«Lavoreremo incessantemente per proteggere la patria americana», ha scritto su X la segretaria alla sicurezza interna Kristi Noem. Anche i leader locali e le forze dell'ordine sono in stato di massima allerta.
Già nelle prime ore del mattino, i dipartimenti di polizia della capitale statunitense e della Grande mela avevano annunciato l'invio di nuovi agenti presso siti religiosi, culturali e diplomatici e altri luoghi strategici.
15:04
15:04
Macron sente Pezeshkian: appello a de-escalation e dialogo
Il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, ha continuato oggi i suoi colloqui telefonici successivi all'attacco americano contro 3 siti nucleari in Iran questa notte, chiamando il presidente dell'Iran Masoud Pezeshkian. Lo riferiscono fonti dell'Eliseo.
A Pezeshkian, Macron ha ripetuto il suo «appello per la liberazione immediata dei due ostaggi francesi, per una de-escalation e per la ripresa di negoziati diplomatici».
Dopo aver parlato in mattinata con il principe ereditario saudita Mohamed bin Salman e con il sultano dell'Oman, Macron - riferiscono le fonti dell'Eliseo - ha parlato anche con il presidente degli Emirati Arabi Uniti, Mohammed bin Zayed Al Nahyan, e con l'emiro del Qatar, Tamim ben Hamad Al Thani.
14:47
14:47
Tutti e tre i siti hanno subito «gravi danni»
Il generale Dan Caine, capo di stato maggiore congiunto dell'aeronautica, nel briefing al Pentagono aperto da Hegseth ha spiegato che ci vorrà del tempo per valutare appieno l'entità dei danni subiti dall'Iran. «Ci vorrà del tempo per quantificare i danni finali causati dalla battaglia, ma una valutazione iniziale dei danni indica che tutti e tre i siti hanno subito danni e distruzioni estremamente gravi» ha affermato.
14:44
14:44
Hegseth: gli USA hanno «devastato il programma nucleare iraniano»
Il Segretario alla difesa statunitense Pete Hegseth ha affermato che le ambizioni nucleari dell'Iran «sono state annientate» in seguito agli attacchi militari statunitensi contro i principali impianti nucleari del Paese.
«L'ordine che abbiamo ricevuto dal nostro comandante in capo era mirato, potente e chiaro», ha dichiarato Hegseth dal podio del Pentagono. «Abbiamo devastato il programma nucleare iraniano, ma vale la pena sottolineare che l'operazione non ha preso di mira le truppe iraniane o il popolo iraniano. Grazie alla leadership audace e visionaria del presidente Trump e al suo impegno per la pace attraverso la forza, le ambizioni nucleari dell'Iran sono state annientate».
«L'Iran sia intelligente e ascolti le parole di Trump», ha poi dichiarato Hegseth, leggendo l'avvertimento del presidente su Truth che qualsiasi rappresaglia da parte di Teheran scatenerà «una forza maggiore» da parte degli Stati Uniti.
«Donald Trump vuole la pace e l'Iran dovrebbe seguirlo», ha ammonito il capo del Pentagono, precisando che l'operazione contro l'Iran non mirava al cambio di regime. «Abbiamo lavorato a stretto contatto e ci consultiamo continuamente con gli alleati nella regione. Anche loro hanno forze e asset dove ci sono truppe americane», ha aggiunto.
Alla conferenza stampa è intervenuto anche il capo di stato maggiore USA, il generale Dan Caine, il quale ha dichiarato che per l'attacco contro l'Iran sono stati impiegati «sette bombardieri B-2».
«È stata la più grande operazione d'attacco con i bombardieri B-2 e la seconda più lunga della storia USA dopo l'11 settembre», ha detto Caine. Nell'attacco in Iran sono stati impiegati oltre 125 aerei militari, ha precisato il generale.
Il movimento di alcuni stealth B-2 sul Pacifico era un «tranello», ha indicato il capo di stato maggiore USA, confermando inoltre che un sottomarino della marina USA nel Golfo Persico ha lanciato oltre 20 missili Tomahawk nell'ambito dell'attacco.
Donald Trump ha informato il Congresso dell'attacco all'Iran immediatamente «dopo che gli aerei erano decollati in sicurezza», ha aggiunto Hegseth, precisando che questo è in linea con il «War Powers Act».
Alle truppe USA nella regione non è stato dato alcun preavviso dell'attacco, ha affermato Caine.
14:33
14:33
Israele si prepara a un conflitto prolungato con l'Iran
Il portavoce dell'IDF, il colonnello Effi Daffrin, ha dichiarato che «il regime iraniano, nella sua debolezza, continua a tentare di colpire centri abitati. Abbiamo una difesa solida, ma non ermetica». Ha aggiunto che l'IDF si sta preparando a una vasta gamma di scenari e ha invitato la popolazione a mantenere resilienza e sangue freddo.
Riferendosi all'attacco statunitense contro gli impianti nucleari in Iran, ha affermato che «l'IDF agisce con un obiettivo chiaro: rimuovere la minaccia esistenziale su Israele». Secondo lui, l'esercito dispone di ulteriori piani e obiettivi e si sta preparando a una prosecuzione prolungata della guerra.
14:32
14:32
Hamas: 51 morti a Gaza nei raid dell'IDF nelle ultime 24 ore
Il ministero della Sanità di Gaza, gestito da Hamas, ha riferito che 51 palestinesi sono stati uccisi e altri 104 sono rimasti feriti nei raid dell'IDF nelle ultime 24 ore. Secondo lo stesso ministero, il bilancio delle vittime dall'inizio della guerra è salito a 55.959 morti e 131.242 feriti.
14:26
14:26
Al Jazeera: tre crateri nel sito di Fordow
Immagini satellitari ottenute e pubblicate dal Jazeera mostrano tre vasti crateri nel sito di iraniano di Fordow bombardato dai B-2 americani, luoghi probabili di impatto delle bombe usate per penetrare nei tunnel. I punti di accesso agli stessi sono «completamente ostruiti». Il sistema di difesa aerea è stato «distrutto».
14:22
14:22
Media: esplosione massiccia a Bushehr
I media iraniani riferiscono di un'esplosione «massiccia» nella provincia di Bushehr, la stessa dove sorge una centrale nucleare, nel sud-ovest del Paese. A Yazd invece, nell'Iran centrale, i caccia israeliani avrebbero preso di mira una base dei Pasdaran.
Nei giorni scorsi, Mosca aveva avvisato che se la centrale di Bushehr veniva attaccata, avrebbe potuto verificarsi «una catastrofe simile a quella di Chernobyl», come ha detto Aleksey Likhachev, capo di Rosatom, il colosso energetico nucleare della Federazione russa, che in Iran ha ancora i suoi scienziati ed esperti.
14:21
14:21
Pezeshkian condanna i raid: «USA dietro la guerra di Israele»
Il presidente iraniano, Massoud Pezeshkian, ha condannato «l'aggressione» degli Stati Uniti in seguito al bombardamento dei siti nucleari, accusando Washington di essere «dietro» l'operazione militare di Israele in Iran.
Lo riferisce l'agenzia di stampa IRNA. «Questa aggressione ha dimostrato che l'America è il fattore principale dietro le azioni ostili del regime sionista contro la Repubblica islamica dell'Iran», ha affermato, aggiungendo che gli Stati Uniti sono intervenuti dopo aver constatato «l'evidente incapacità» di Israele.
14:21
14:21
Israele: 9 mila evacuati da inizio ostilità con l'Iran
La Federazione delle Autorità Locali in Israele ha reso noto che circa 9.000 persone sono state evacuate dalle loro case dall'inizio dell'operazione israeliana contro l'Iran il 13 giugno scorso: lo riporta il Times of Israel. Migliaia di persone sono state alloggiate in hotel, mentre altre si sono trasferite da amici e familiari.
14:02
14:02
Mezzaluna Rossa iraniana: nessuna vittima nei raid USA
Gli attacchi americani contro tre siti nucleari iraniani non hanno causato vittime. Lo ha affermato il capo della Mezzaluna Rossa iraniana, Pir Hossein Kolivand. «Fortunatamente, non ci sono stati martiri durante gli eventi di ieri sera legati all'aggressione statunitense contro gli impianti nucleari iraniani», ha detto, secondo quanto riferisce la televisione di Stato.
13:18
13:18
L'Iran aveva spostato uranio da Fordow ad un luogo segreto
Una fonte iraniana di alto livello ha riferito che la maggior parte dell'uranio altamente arricchito immagazzinato presso l'impianto nucleare di Fordow è stato trasferito, prima degli attacchi USA, in una località segreta. Lo riportano diversi media internazionali, citando la Reuters. La fonte ha aggiunto che anche il personale presente nel sito era stato ridotto al minimo in previsione di un potenziale attacco.
13:10
13:10
Araghchi frena su chiusura Hormuz: «Abbiamo varie opzioni»
Il ministro degli esteri iraniano, Abbas Araghchi, ha frenato oggi sull'ipotesi circolata nei giorni scorsi a Teheran d'una possibile chiusura al traffico commerciale navale - in risposta all'escalation militare di Israele e USA - dello Stretto di Hormuz.
Lo stretto è considerato uno strategico snodo fra il Golfo Persico e quello dell'Oman per il passaggio di quasi in terzo del petrolio mondiale.
«Abbiamo una varietà di opzioni disponibili», ha glissato Araghchi di fronte a una domanda diretta, citato dalla Bbc, durante la conferenza stampa tenuta a Istanbul a margine di una riunione di emergenza dell'Organizzazione dei Paesi Islamici (OIC).
13:06
13:06
La Russia «condanna fermamente» gli attacchi USA in Iran
Il ministero degli esteri russo «condanna fermamente» gli attacchi USA in Iran che possono aggravare l'escalation in atto e «minare ulteriormente la sicurezza regionale e globale».
«La decisione irresponsabile di sottoporre il territorio di uno Stato sovrano ad attacchi missilistici e dinamitardi, a prescindere dalle argomentazioni addotte, viola gravemente il diritto internazionale e le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite», afferma il ministero degli esteri di Mosca in un comunicato diffuso sul suo canale Telegram.
«Il rischio di un'escalation del conflitto in Medio Oriente, già travolto da molteplici crisi, è aumentato significativamente», si aggiunge nella nota. «Chiediamo la cessazione delle aggressioni e l'intensificazione degli sforzi per creare le condizioni affinché la situazione torni in un canale politico e diplomatico», afferma la diplomazia russa.
12:57
12:57
Araghchi domattina incontrerà Putin a Mosca
Il ministro degli esteri iraniano, Abbas Araghchi, ha annunciato in conferenza stampa da Istanbul che nel pomeriggio partirà per Mosca. Araghchi ha quindi reso noto che vedrà domani mattina Vladimir Putin, definito «un amico dell'Iran» con cui Teheran «si consulta sempre».
12:16
12:16
IDF: «Recuperati i corpi di tre ostaggi a Gaza»
Il Servizio di sicurezza interna (ISA) e l'Esercito israeliano (IDF) «hanno recuperato i corpi degli ostaggi Ofra Keidar, Yonatan Samerano e del sergente maggiore Shay Levinson nella Striscia di Gaza» nella giornata di ieri: lo annuncia l'Idf su Telegram.
«Ofra Keidar, membro del kibbutz Beeri, è stata brutalmente assassinata e rapita dal kibbutz il 7 ottobre 2023 da terroristi di Hamas. Ofra, che aveva 71 anni al momento della sua morte, era madre di tre figli e moglie di Shmuel Keidar, anch'egli assassinato dai terroristi di Hamas nella loro casa di Be'eri - si legge in un comunicato -. Yonatan Samerano è stato brutalmente assassinato e rapito nel kibbutz Be'ri il 7 ottobre 2023 da terroristi di Hamas, tra cui un dipendente dell'Unrwa, dopo essere fuggito dal festival musicale Nova. Yonatan aveva 21 anni al momento della sua morte».
«Il sergente maggiore Shay Levinson, comandante di carri armati del Battaglione »Oz« (77), ha affrontato e combattuto contro i terroristi la mattina del 7 ottobre ed è caduto in combattimento. È stato poi rapito dai terroristi di Hamas. Shay aveva 19 anni al momento della morte», sottolinea la nota.
12:14
12:14
Iran agli USA: «Rappresaglie senza limiti se colpite Khamenei»
L'Iran è pronto a scatenare rappresaglie asimmetriche «senza limiti e senza restrizioni» di sorta laddove gli USA dovessero prendere di mira l'86enne ayatollah Ali Khamenei, Guida Suprema della Repubblica Islamica.
L'avvertimento, dopo gli attacchi americani delle ultime ore contro tre impianti nucleari iraniani, viene da «un alto funzionario» di Teheran citato in forma anonima dal sito della Reuters.
Si tratta «della più rossa delle linee rosse», ha ammonito la fonte, aggiungendo che «qualunque mossa contro il supremo leader chiuderebbe la porta a ogni negoziato e innescherebbe una risposta senza limiti e senza restrizioni».
12:05
12:05
Iran: «Gli USA hanno varcato la linea rossa»
Con l'attacco ai siti nucleari iraniani gli USA «hanno varcato la linea rossa»: lo ha detto il ministro degli esteri di Teheran, Abbas Araqchi, in conferenza stampa a Istanbul a margine del summit dell'Organizzazione della conferenza islamica (OIC).
«Non importa quanti danni siano stati arrecati. Attaccare una struttura nucleare è di per sé una violazione imperdonabile del diritto internazionale e deve essere condannata», ha detto il ministro degli Esteri iraniano, rispondendo alle domande dei giornalisti.
«Ieri, ho avuto dei colloqui con alcuni ministri degli esteri della regione, quasi tutti loro sono molto preoccupati e interessati a svolgere un ruolo nel porre fine all'aggressione di Israele. Avevano menzionato un possibile attacco degli Usa, ma ieri si è parlato di come fermare l'aggressione di Israele», ha proseguito.
«Certamente, la porta alla diplomazia deve sempre rimanere aperta, ma non è questa la situazione ora. Il mio Paese è sotto attacco, sotto aggressione e dobbiamo rispondere, sulla base del legittimo diritto all'autodifesa e lo faremo fino a quando sarà necessario», ha aggiunto.
Gli Stati Uniti e Israele hanno «deciso di far saltare» la diplomazia lanciando attacchi contro i siti nucleari dell'Iran: ha dichiarato Araghchi.
«Stavamo negoziando (sul programma nucleare iraniano, ndr) con gli Stati Uniti quando Israele ha deciso di far saltare questa diplomazia», ha affermato Araghchi, aggiungendo che quando l'Iran stava parlando con i Paesi dell'Ue, «gli Stati Uniti hanno deciso, a loro volta, di far saltare questa diplomazia».
Reagendo alle richieste europee affinché l'Iran tornasse al tavolo delle trattative, ha affermato: «Come potrebbe l'Iran tornare a qualcosa che non ha mai abbandonato, per non parlare del fatto che non ha mai distrutto?».
12:02
12:02
IDF: «Nella notte intercettati circa 30 droni iraniani»
L'Aeronautica militare (IAF) e la Marina israeliane hanno intercettato la notte scorsa «circa 30 droni lanciati verso il territorio israeliano» dall'Iran: lo rende noto l'IDF su Telegram.
«Dall'inizio dell'operazione 'Rising Lion', l'IAF e la Marina israeliane hanno intercettato oltre 500 droni lanciati dall'Iran verso lo Stato di Israele - si legge in un comunicato stampa -. Contemporaneamente, l'IAF continua a distruggere decine di droni in tutto il territorio iraniano».
12:00
12:00
L'Iran potrebbe uscire dal Trattato di non proliferazione nucleare
Gli attacchi condotti dagli USA contro l'Iran, al fianco d'Israele, «costituiscono una chiara violazione dei loro obblighi internazionali» e mettono ora Teheran nella condizione di ritirarsi dal Trattato di non proliferazione nucleare (TNP), che sulla carta le vieta di sviluppare armi atomiche.
Lo ha detto in queste ore Abbas Golroo, presidente della commissione esteri del Parlamento iraniano, citato dai media ufficiali e ripreso da fonti dell'opposizione a Londra.
Golroo ha fatto riferimento all'articolo 10 del Trattato, che prevede una notifica di tre mesi alla comunità internazionale da parte di un Paese firmatario che veda minacciato il proprio interesse nazionale supremo. Ha quindi aggiunto che la Repubblica Islamica si riserva a questo punto «il diritto di esplorare tutte le opzioni legali e internazionali a sua disposizione».
11:43
11:43
Il DFAE: «Il mandato di potenza protettrice rimane in vigore»
Il mandato di potenza protettrice della Confederazione - in base al quale la Svizzera rappresenta gli interessi degli Stati Uniti in Iran - resta in vigore, anche a seguito dei recenti sviluppi in Medio Oriente.
Lo ha confermato il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) all'agenzia Keystone-ATS. La Confederazione continuerà quindi a fungere da mediatore tra Teheran e Washington.
«I nostri buoni uffici restano a disposizione delle parti coinvolte qualora lo desiderassero e il mandato di potenza protettrice può essere esercitato indipendentemente dalla posizione geografica», hanno aggiunto i servizi di Ignazio Cassis.
Tuttavia sul suolo iraniano non sono più presenti diplomatici elvetici. «Nella notte tra giovedì e venerdì, l'ambasciatrice Nadine Olivieri Lozano e altri collaboratori hanno abbandonato il Paese in auto in direzione dell'Azerbaigian», ha precisato il DFAE.
La Confederazione rappresenta gli interessi degli USA in Iran dal 1980. La cosiddetta sezione di interessi della Svizzera a Teheran si occupa dei compiti consolari degli Stati Uniti all'interno della Repubblica Islamica. Il mandato risale al periodo della crisi degli ostaggi, quanto Washington decise di rompere le relazioni diplomatiche.
Berna non è attualmente in grado di quantificare il numero di cittadini svizzeri ancora presenti nella regione. Secondo l'applicazione di viaggio del DFAE Travel Admin, circa 100 viaggiatori sono registrati in Iran e 220 in Israele. Nel registro degli svizzeri all'estero risultano iscritti circa 180 elvetici nella Repubblica Islamica e 29'200 nello Stato ebraico.
11:30
11:30
«Grossi complice degli attacchi USA ai siti nucleari»
Il capo dell'Organizzazione per l'Energia Atomica dell'Iran (AEOL), Mohammad Eslami, ha inviato una lettera al direttore generale dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (AIEA), Rafael Grossi, accusandolo di complicità negli attacchi statunitensi ai siti nucleari di Natanz, Fordow e Isfahan.
«L'Iran ha adottato le iniziative necessarie per difendere i propri diritti di sovranità e adotterà le opportune misure legali, in particolare contro l'inazione e la complicità da parte sua in un crimine così sfacciato, attraverso gli organismi internazionali», si legge nella lettera.
11:17
11:17
Un video mostra una nuvola di fumo scuro sopra Fordow
Un video trasmesso dai media statali iraniani e geolocalizzato dalla CNN mostra del fumo che si alza dall'impianto nucleare di Fordow. Le immagini, condivise dall'agenzia di stampa ufficiale iraniana IRNA e girate da un veicolo in movimento sulla strada, mostrano una grande nuvola di fumo scuro che si alza all'orizzonte.
Si sente una voce che dice: «L'unico fumo visibile nel cielo sopra Fordow proviene dal sito nucleare», riporta il media americano sottolineando di non poter verificare in modo indipendente la fonte del fumo.
In base alla geolocalizzazione della CNN, il video è stato girato sull'autostrada Teheran-Qom, circa 13 chilometri a ovest della struttura di Fordow.
11:03
11:03
Lavrov: «Il mondo rischia di sprofondare nel caos»
Se ognuno è autorizzato ad interpretare il diritto all'autodifesa come crede, il mondo rischia di sprofondare in un «caos completo». Lo ha detto il ministro degli esteri russo Serghei Lavrov in un'intervista alla televisione di Stato ripresa dall'agenzia Ria Novosti. Lavrov si riferiva agli attacchi di Israele contro l'Iran, ma non ancora a quelli americani.
Il ministro degli esteri russo ha sottolineato che coloro che parlando di Israele affermano che lo Stato ebraico agisce in base al suo diritto all'autodifesa, «come ha detto Emmanuel Macron», sono «i più grandi cinici».
«Autodifesa da cosa?», ha chiesto Lavrov. «Se ogni Paese - ha aggiunto - è autorizzato ad interpretare il diritto all'autodifesa, previsto dalla Carta dell'ONU, in modo tale da dire, 'decido per conto mio quando usare il mio diritto', allora non ci sarà più un ordine mondiale, ma il caos completo».
10:29
10:29
Il DFAE: «Esercitare la massima moderazione possibile»
«La Svizzera è profondamente allarmato dalla pericolosa escalation tra Israele e Iran iniziata il 13 giugno, compresi gli attacchi odierni degli Stati Uniti». Così, tramite un post su Instagram, il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) ha preso posizione dopo l'attacco a firma USA ai siti nucleari iraniani.
La Svizzera, si legge, «sottolinea l'importanza del pieno rispetto del diritto internazionale, compresa la Carta delle Nazioni Unite e il diritto internazionale umanitario». E ancora: «Invitiamo tutte le parti a esercitare la massima moderazione possibile, a proteggere i civili e le infrastrutture civili e a ritornare immediatamente alla diplomazia. Restiamo a disposizione delle parti per quanto riguarda i nostri buoni uffici».
10:24
10:24
IDF: colpiti 2 caccia F-5 iraniani
I caccia dell'Aeronautica militare israeliana (IAF) hanno colpito questa mattina due aerei da combattimento F-5 delle Forze Armate iraniane vicino l'aeroporto di Dezful, in Iran. Lo afferma su Telegram l'Esercito israeliano (IDF).
Nel corso di raid aerei effettuati questa mattina presto, si legge inoltre in un comunicato, «sono stati neutralizzati otto lanciatori, sei dei quali erano pronti a lanciare immediatamente missili verso il territorio israeliano».
Circa 20 caccia dell'IAF «hanno colpito ieri decine di obiettivi militari in Iran», scrive oggi l'IDF su Telegram.
«Tra gli obiettivi colpiti c'era un sito militare contenente componenti per la produzione di materiali esplosivi, depositi e impianti di produzione di armi, nonché sistemi di difesa aerea iraniani», si legge in un comunicato stampa.
«Inoltre, l'IDF ha colpito siti infrastrutturali militari presso l'aeroporto di Isfahan, al fine di impedire l'utilizzo delle infrastrutture militari da parte dell'Aeronautica Militare iraniana», conclude la nota.
10:23
10:23
Israele: il bilancio dei feriti per gli attacchi iraniani sale a 86
Il ministero della Salute israeliano ha reso noto che 86 feriti sono arrivati questa mattina negli ospedali del Paese dopo le due ondate di missili lanciate dall'Iran: lo riporta il Times of Israel.
Tra i feriti, era stato riportato in precedenza, ci sono almeno tre bambini.
10:22
10:22
Qatar: «Ripercussioni catastrofiche»
Il Qatar deplora le «pericolose tensioni» in Medio Oriente e ritiene che l'attacco USA ai siti nucleari in Iran porterà «ripercussioni catastrofiche» a livello regionale e internazionale. Lo scrive il ministero degli Esteri di Doha su X.
10:22
10:22
Herzog: «Non è finita, prossimi giorni delicati»
«La campagna non è finita: i prossimi giorni potrebbero essere delicati, complessi e impegnativi». Lo sottolinea il presidente di Israele, Isaac Herzog, definendo «storico» l'attacco di Donald Trump all'Iran. Lo riporta la Bbc.
Le parole del presidente americano dimostrano la «profonda e coraggiosa alleanza» tra Stati Uniti e Israele, ha aggiunto Herzog, invitando poi gli israeliani a continuare a seguire le istruzioni salvavita dei funzionari.
10:18
10:18
Fonti Iran: «Sito di Fordow non ha subito gravi danni»
«Contrariamente a quanto affermato dal presidente Donald Trump» il sito nucleare di Fordow «non ha subito gravi danni». Lo ha afferma Mohammad Manan Raisi, deputato del Parlamento iraniano di Qom, dove si trova l'impianto nucleare.
Citato dall'agenzia iraniana Mher, Raisi sottolinea che «non si è verificata alcuna emissione di materiale pericoloso dal sito nucleare dopo l'attacco, poiché il materiale a rischio era stato evacuato dal sito».
Anche il vicegovernatore di Qom, Morteza Heidari, ha affermato che solo una parte del sito di Fordow è stata attaccata, poiché il sistema di difesa aerea è stato attivato nell'area circostante.
09:57
09:57
Kallas: «L'Iran non può avere l'atomica, ma ora negoziati»
«Non si deve permettere all'Iran di sviluppare un'arma nucleare, poiché ciò costituirebbe una minaccia per la sicurezza internazionale. Esorto tutte le parti a fare un passo indietro, a tornare al tavolo dei negoziati e a impedire un'ulteriore escalation. I ministri degli esteri dell'UE discuteranno della situazione domani». Lo afferma l'alta rappresentante Ue, Kaja Kallas.
09:28
09:28
«Le prossime 48 ore particolarmente preoccupanti»
L'amministrazione Trump si sta preparando a potenziali ritorsioni da parte dell'Iran e le prossime 48 ore saranno particolarmente preoccupanti: lo hanno affermato due funzionari del Pentagono e un alto funzionario della Casa Bianca citati da NBC News. Non è chiaro se le ritorsioni riguarderanno località all'estero o nazionali, o entrambe, hanno affermato i funzionari.
09:16
09:16
L'Iran chiede una riunione urgente del Consiglio di sicurezza ONU
L'Iran ha scritto alle Nazioni Unite chiedendo una riunione d'urgenza del Consiglio di sicurezza. Lo riportano i media internazionali citando la le lettera dell'ambasciatore iraniano Amir Saeid Iravani.
«Scrivo su istruzioni del mio governo per richiamare urgentemente l'attenzione di Sua Eccellenza e dei membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite su una grave minaccia alla pace e alla sicurezza regionale e internazionale derivante dall'uso illegale della forza da parte degli Stati Uniti contro la sovranità e l'integrità territoriale della Repubblica islamica dell'Iran», si legge nella missiva in cui si definiscono gli attacchi «deliberati, premeditati e non provocati». Alla luce di «azioni selvagge e criminali» degli Stati Uniti, si chiede al Consiglio di sicurezza -prosegue - «di convocare senza indugio una riunione di emergenza.
08:49
08:49
NATO: «Stiamo monitorando attentamente la situazione»
Un funzionario della NATO ha affermato che l'Alleanza sta monitorando attentamente la situazione in Medio Oriente dopo gli attacchi americani alle infrastrutture nucleari dell'Iran avvenuti durante la notte. Lo riporta Sky News citando le dichiarazioni del funzionario alla Reuters: «Naturalmente stiamo monitorando attentamente la situazione», ha affermato.
08:35
08:35
Colpiti l'aeroporto Ben Gurion e altri centri in Israele
L'Iran ha affermato di aver attaccato l'aeroporto israeliano Ben Gurion, il centro per la ricerca biologica del Paese, le basi logistiche e diversi centri di controllo e comando, durante il suo 20esimo attacco aereo su Israele dall'inizio delle ostilità il 13 giugno scorso: lo riporta l'agenzia di stampa Tasnim.
08:35
08:35
Iraq: «Gli attacchi USA all'Iran minacciano la pace in Medio Oriente»
L'Iraq ha avvertito oggi che gli attacchi statunitensi contro gli impianti nucleari iraniani minacciano la pace e la stabilità in Medio Oriente.
L'Iraq «esprime profonda preoccupazione e ferma condanna per gli attacchi contro gli impianti nucleari» in Iran, ha detto il portavoce del governo, Basim Alawadi. «Questa escalation militare costituisce una grave minaccia alla pace e alla sicurezza in Medio Oriente e pone seri rischi per la stabilità regionale», ha aggiunto.
08:35
08:35
Trenta tonnellate di esplosivo sul sito di Fordow
Secondo i media, circa 30 tonnellate di esplosivo sono state sganciate sul sito nucleare iraniano di Fordow. Secondo le stime, si tratta di due potenti bombe GBU-57. I media iraniani riferiscono che i tre impianti nucleari di Natanz, Fordow e Isfahan erano stati evacuati e che non sono previste radiazioni nucleari: «Tutto l'uranio arricchito è già stato trasferito in anticipo dagli impianti nucleari».
08:11
08:11
Fordow, Natanz e Isfahan: i tre siti iraniani colpiti
Gli Stati Uniti hanno colpito tre dei maggiori siti nucleari iraniani, scaricando - secondo indiscrezioni - sei bombe «bunker buster» su Fordow e 30 missili Tomakawk su Natanz e Isfahan. «Sono stati completamente e totalmente cancellati», ha detto Donald Trump parlando alla nazione.
Fordow
Le immagini dall'alto lasciano vedere ben poco dell'impianto di arricchimento dell'uranio. Il complesso, costruito vicino alla città santa di Qom, 150 chilometri a sud di Teheran, è altamente sorvegliato ed è stato reso pubblico per la prima volta nel 2009. La sua costruzione, secondo le stime, è iniziata agli inizi del 2000. Le due aree principali dell'impianto si trovano a una profondità stimata di 80-90 metri sottoterra. «Le dimensioni e la configurazione della struttura sono incoerenti con un programma pacifico» sul nucleare, aveva detto Barack Obama nel 2009.
Natanz
Costruito in segreto ma rivelato pubblicamente nel 2002, questo sito è in grado di arricchire l'uranio fino al 60% di purezza e si ritiene che sia responsabile della produzione della maggior parte dell'uranio iraniano di qualità quasi militare. Natanz si trova a oltre 160 chilometri a sud di Teheran e la sua struttura è parte in superficie e parte sottoterra. Nel 2010 il virus informatico Stuxnet ha sabotato le sue centrifughe. Nel 2020 e nel 2021 due esplosioni distinte hanno danneggiato l'impianto.
Isfahan
La città di Isfahan, a sudovest della capitale, ospita una serie di importanti strutture militari, fra cui impianti nucleari, una grande base aerea e fabbriche associate alle produzioni di droni. Il sito ospita l'impianto in cui l'uranio naturale viene convertito per poi essere immesso nelle centrifughe di Natanz e Fordow. L'impianto, la cui costruzione è iniziata nel 1999, gestisce tre piccoli reattori di ricerca forniti dalla Cina, oltre a produrre il combustibile e altre attività per il nucleare civile iraniano.
07:39
07:39
Chiuso lo spazio aereo: cancellati i voli di soccorso per gli israeliani
In seguito alle due ondate di missili balistici lanciati su Israele dall'Iran questa mattina, l'Autorità aeroportuale ha annunciato la chiusura dello spazio aereo fino a nuovo avviso. I voli di soccorso per decine di migliaia di israeliani bloccati all'estero sono stati cancellati.
07:37
07:37
Nessun aumento di radiazioni dopo gli attacchi USA
«In seguito agli attacchi su tre siti nucleari in Iran - incluso quello di Fordow - l'Aiea è in grado di confermare che al momento non sono stati segnalati aumenti dei livelli di radiazioni all'esterno dei siti. Aiea fornirà ulteriori valutazioni sulla situazione in Iran non appena saranno disponibili nuove informazioni». Lo scrive l'Agenzia internazionale per l'energia atomica su X.
07:36
07:36
Israele: «11 persone ferite per l'impatto di missili»
Il servizio di soccorso israeliano Magen David Adom riferisce che finora 11 persone risultano ferite a causa della caduta di missili balistici iraniani in diverse zone del Paese.
07:30
07:30
Vasta distruzione a Tel Aviv per l'impatto di missili
Ingenti distruzioni sono state causate agli edifici nei punti di impatto dei missili lanciati dall'Iran su Tel Aviv. Lo riferiscono i soccorritori.
07:28
07:28
Missile iraniano su Haifa, gravi danni
Un missile iraniano ha colpito la città di Haifa, nel nord di Israele, dove sono stati segnalati gravi danni: lo hanno riferito i soccorritori. Crolli sono stati segnalati anche nel centro del Paese.
07:23
07:23
Lanciati 30 missili su Israele
«Secondo alcune fonti, 30 missili sono stati lanciati» dall'Iran verso Israele. Lo ha annunciato la tv di Stato iraniana, confermando il raid sul territorio dello Stato ebraico.
07:22
07:22
Houthi: «Attaccheremo le forze USA nel Mar Rosso»
I ribelli Houthi yemeniti lanceranno attacchi contro le forze statunitensi nel Mar Rosso in risposta agli attacchi ai siti nucleari dell'iran: lo ha affermato il Consiglio politico supremo del gruppo filo-iraniano. Lo riporta la Tass.
07:12
07:12
Nuova ondata di missili in arrivo dall'Iran
Una nuova raffica di missili balistici è stata lanciata dall'Iran verso Israele, pochi minuti dopo quella precedente. Lo comunica l'IDF indicando alla popolazine di restare nei rifugi.
07:11
07:11
«Attacchi USA oltraggiosi, conseguenze eterne»
Il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, ha condannato i bombardamenti americani sui siti nucleari definendoli 'oltraggiosi' e ha affermato che il suo Paese ha il diritto di difendere la sua sovranità. «Quanto accaduto questa mattina è oltraggioso e avrà conseguenze eterne», ha scritto su X aggiungendo che gli attacchi sono stati «illegali e criminali». «In conformità con la Carta delle Nazioni Unite e le sue disposizioni che consentono una legittima risposta di autodifesa - aggiunge il ministro -, l'Iran si riserva tutte le opzioni per difendere la propria sovranità, i propri interessi e il proprio popolo».
07:11
07:11
Forti esplosioni a Tel Aviv
Forti esplosioni si sentono nel centro di Tel Aviv, come sta constatando l'ANSA sul posto. Poco fa l'IDF aveva emesso l'allerta per il lancio di missili dall'Iran.
06:40
06:40
Allarme missili dall'Iran sui cellulari in Israele
L'IDF ha lanciato l'allarme sui cellulari di tutto il territorio israeliano per il lancio di missili dall'Iran verso il Paese.
06:11
06:11
Netanyahu parla alla nazione: Trump guida il mondo libero
«Cari cittadini di Israele, fratelli e sorelle. Nell'operazione Rising Lion abbiamo ottenuto insieme risultati senza precedenti nella storia di Israele. Prima, in piena coordinazione tra me e il presidente Trump, e con pieno coordinamento operativo tra le forze di difesa israeliane e l'esercito Usa, gli Stati Uniti hanno attaccato i tre siti nucleari iraniani: Fordow, Natanz e Isfahan. Questo programma minacciava la nostra sopravvivenza ed era anche un rischio per la pace dell'intero mondo». Lo ha detto il premier Benyamin Netanyahu in un video in ebraico rivolto alla nazione.
«Subito dopo il completamento dell'azione, il presidente Trump mi ha telefonato. È stata una conversazione molto calorosa, molto commovente. Mi ha fatto i complimenti, ha elogiato i nostri soldati e ha lodato il nostro popolo. Anch'io l'ho ringraziato, i piloti statunitensi e il popolo americano». Netanyahu ha poi aggiunto: «Trump sta guidando con coraggio il mondo libero. È un grande amico di Israele, un amico senza eguali. A lui, a nome mio e di tutti i cittadini di Israele, a nome di tutto il popolo ebraico, rivolgo un ringraziamento di cuore profondo. E so, cittadini di Israele, che parlo dal profondo del cuore di ciascuno di voi. Siamo uniti, combattiamo insieme, e, con l'aiuto di Dio, vinciamo insieme. E come si dice nella parashat della settimana: 'Saliamo e saliamo perché possiamo prevalere su di loro'», ha concluso.
06:10
06:10
Washington rafforza la sicurezza dopo l'attacco all'Iran
Dopo New York anche Washington rafforza la sicurezza in seguito all'attacco USA all'Iran. Il dipartimento di polizia della capitale americana ha annunciato l'invio di anuovi agenti presso istituzioni religiose e altri siti strategici.
06:09
06:09
Il punto alle 6
Ben prima della scadenza di due settimane che aveva promesso per negoziare con Teheran, Donald Trump ha sferrato un attacco a sorpresa in Iran, intestandosi quello che spera sia il colpo di grazia decisivo, dopo nove giorni di bombardamenti israeliani. Ma col rischio di un'imprevedibile escalation in Medio Oriente, dopo le prime minacce partite dalla tv di Stato iraniana, secondo cui «ogni cittadino americano, o militare, nella regione è ora un legittimo obiettivo».
«Adesso è iniziata la guerra», è il post pubblicato sull'account X associato ai Guardiani della Rivoluzione iraniana. Minacce a cui si sono aggiunte quelle degli Houthi, alleati di Teheran.
È stato lo stesso presidente ad annunciare il blitz (seguito dalla situation room) con un post su Truth, rivelando che gli Usa avevano «completato con successo» il loro attacco a tre siti nucleari in Iran (Fordow, Natanz ed Esfahan) sganciando «un carico completo di bombe sul sito principale di Fordow». E che «tutti gli aerei sono ora fuori dallo spazio aereo iraniano» e «stanno rientrando sani e salvi». Quindi le «congratulazioni ai nostri grandi guerrieri americani», il vanto di aver fatto quello «che nessun altro esercito al mondo avrebbe potuto fare» e il monito che «è l'ora della pace». «Questo e' un momento storico per gli Stati Uniti d'America, Israele e il mondo», ha esultato in un altro post. Poche ore dopo ha parlato alla nazione dalla Casa Bianca, accanto al suo vice J.D. Vance, al segretario di Stato Marco Rubio e al capo del Pentagono Pete Hegseth, che terrà una conferenza stampa oggi alle 8 locali (le 14 in Italia), insieme ai vertici militari.
Il commander in chief ha parlato per soli tre minuti, con tono serio e solenne. Prima ha fatto il bilancio dell'operazione, assicurando che «i siti nucleari chiave iraniani sono stati completamente e totalmente distrutti» con «massicci attacchi di precisione» in quello che ha definito «uno spettacolare successo militare». Quindi ha lanciato un nuovo ultimatum a Teheran, affermando che il futuro dell'Iran è «pace o tragedia» e che ci sono molti altri obiettivi che possono essere colpiti dall'esercito americano. «Se la pace non arriva rapidamente, attaccheremo quegli altri obiettivi con precisione, velocità e abilità», ha minacciato. Poi su Truth ha avvisato la Repubblica islamica che «qualsiasi ritorsione dell'Iran contro gli Stati Uniti sarà contrastata con una forza molto superiore a quella di questa sera».
Il presidente ha detto anche di aver fatto un «lavoro di squadra» con il premier israeliano Benjamin Netanyahu, che in un videomessaggio si è congratulato per una «decisione coraggiosa che cambierà la storia». I due leader si sono sentiti prima e dopo i raid americani. Secondo Cbs, sabato gli Stati Uniti avrebbero contattato diplomaticamente l'Iran per assicurare che gli attacchi erano tutti previsti dai piani americani e non mirano ad un cambio di regime.
Nei loro raid gli Usa hanno usato diversi Stealth B-2, che hanno sganciato sei bombe anti-bunker su Fordow, mentre 30 missili Tomahawk sono stati lanciati contro gli altri due siti nucleari. I bombardieri erano decollati sabato dal Missouri ma fonti del Pentagono avevano escluso che fosse stata presa una decisione, puntando sull'effetto sorpresa.
Con la sua mossa Trump rischia ora di farsi trascinare nel conflitto tra Israele e Iran, esponendo alla vendetta di Teheran i 40 mila soldati Usa nella regione, dopo aver rinunciato al proprio tentativo di mediazione, aver scoraggiato quello degli europei e ignorato la linea di Vladimir Putin favorevole al nucleare civile per gli ayatollah. Al Congresso i Dem sono in rivolta per un'azione ritenuta rischiosa e incostituzionale, senza l'autorizzazione del Capitol, con Alexandria Ocasio-Cortez che chiede l'impeachment del presidente. Dai repubblicani arriva invece un vasto consenso, mentre anche la base Maga sembra allinearsi. Tra le prime reazioni internazionali, quella del segretario generale dell'Onu, António Guterres: una «pericolosa escalation in una regione già sull'orlo del baratro».