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Venezia e il ticket d'ingresso, com'è andata la prima giornata?

Ieri, i turisti che hanno sborsato 5 euro per accedere alla Serenissima sono stati circa 15.700 – Soddisfazione da parte del sindaco, ma per valutare l'efficacia della misura bisognerà ancora attendere
©ANDREA MEROLA
Red. Online
26.04.2024 20:00

Da ieri, dunque, chi visiterà la città di Venezia in giornata – salvo alcune eccezioni – dovrà pagare un ticket d'ingresso del valore di 5 euro. La misura, come già spiegato, è volta a disincentivare il turismo di massa in alcuni periodi dell'anno, così da difendere la città, in tutta la sua bellezza e fragilità. 

Le ultime ore della Serenissima sono quindi state scandite dalla novità. Una novità che, tuttavia, secondo quanto riportano i media italiani, sembrerebbe essere stata accolta positivamente dai turisti. Forse fin troppo. Nel primo giorno di ingressi a pagamento, infatti, il numero di persone giunte a Venezia per visitarla in giornata è stato, a tutti gli effetti, elevato. Un primo dato che fa pensare che, forse, dover sborsare 5 euro per accedere alla città non sia una misura sufficientemente adeguata per sconfiggere il turismo di massa. Ma vediamo, nel dettaglio, com'è andato il primo giorno di sperimentazione. 

La data era stata segnata sui calendari ormai da tempo. Per questo motivo, in attesa del 25 aprile 2024, chi aveva intenzione di visitare la Serenissima nella Giornata della Liberazione si è prontamente munito dell'apposito ticket d'accesso. Nello specifico, sul portale del comune si sono prenotate 113.000 persone: di queste, spiega Il Post, 40.000 erano ospiti di hotel o bed&breakfast, 4.100 erano parenti o amici di abitanti di Venezia. Poi 20.400 i lavoratori, 13.000 gli studenti e altri 1.152 gli studenti in gita scolastica. Coloro che, alla fine, hanno dovuto pagare realmente il contributo per accedere alla città sono quindi stati 15.700. Un numero importante che, come si può facilmente calcolare, ha fatto incassare al Comune 78.500 euro. Una cifra per cui il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, si è detto «soddisfatto». Ma il fatto che così tante persone non si siano lasciate intimorire dal ticket d'ingresso solleva qualche perplessità sul futuro della misura appena intrapresa.

Come detto, infatti, imponendo il pagamento di 5 euro a chi visita Venezia in giornata, senza pernottare in città, si pensava di riuscire a disincentivare il turismo di massa. Un obiettivo che, osservando solo quanto accaduto nelle prime 24 ore, sembrerebbe ancora lontano. Certo, bisognerà aspettare che i giorni passino per valutare, nel concreto, l'efficacia di questa misura. Il periodo di sperimentazione iniziato ieri si estenderà tutti i giorni fino al 5 maggio, e in tutti i fine settimana fino al 14 luglio. 

Per ora, però, oltre a una buona affluenza sembrerebbero essersi registrate anche buone norme comportamentali. Ieri, chi è arrivato in città con l'idea di trascorrerci solo qualche ora, ha dovuto presentarsi a uno dei diversi punti contro, munito di apposito codice QR. Per coloro che, invece, non avevano ancora pagato la prenotazione, è stato sufficiente rivolgersi a uno dei tanti punti informativi, per procedere con l'acquisto. Acquisto che, finora, è sempre stato fatto nel rispetto della nuova misura. Nel corso della prima giornata, infatti, si stima che siano stati mobilitati ben 75 controllori. In totale, sono state controllate 14.000 persone e, secondo le prime informazioni, nessuna di queste sarebbe stata multata. 

Tuttavia, non sono mancate le manifestazioni di protesta contro il biglietto, in particolare messe in scena da comitati e associazioni civiche che reputano il ticket «incostituzionale», proprio perché non rispetterebbe la libertà di circolazione prevista dall Costituzione. L'associazione Venessia, in particolare, ha sventolato messaggi in più lingue con lo scopo di ringraziare i turisti, invitandoli a chiedere il rimborso dei 5 euro del ticket, qualora non avessero gradito la visita nella Serenissima.

Anche gli stessi veneziani, rivela sempre il Post, si sono a più riprese lamentati dei controlli che, inevitabilmente, hanno preso di mira anche loro, nella città che chiamano «casa».