Il caso

Volontari israeliani difendono i camion di aiuti per Gaza: «Siamo la Guardia umanitaria»

Ieri, al valico di Taquimiyah, in Cisgiordania, estremisti di destra avevano distrutto il materiale umanitario che doveva raggiungere la Striscia – L'associazione Standing Together: «Difendiamo l'umanità»
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Red. Online
15.05.2024 19:30

Scatole su scatole, contenenti preziosi aiuti umanitari, che giacciono a terra. Alcune ancora integre, altre distrutte, gettate e calpestate con rabbia. Due camion, quelli che le trasportavano, dati alle fiamme. Sono immagini forti quelle provenienti dal valico di Taquimiyah, vicino a Hebron, in Cisgiordania. Qui, ieri, coloni e attivisti israeliani di estrema destra hanno bloccato, saccheggiato e incendiato gli autoarticolati diretti verso Gaza. Non è la prima volta che succede: sin da inizio guerra, alcuni israeliani si sono opposti al trasferimento di aiuti nella Striscia, giurando di bloccarne il passaggio finché tutti gli ostaggi non saranno liberati. Ad agire, ieri, Tzav 9, un gruppo che – citiamo il quotidiano israeliano Haaretz – «sostiene di rappresentare una sezione trasversale della società israeliana, in particolare le famiglie degli ostaggi», ma che i video delle proteste mostrano, dall'abbigliamento, essere «composto soprattutto da attivisti religiosi di estrema destra».

Chi doveva difendere i camion dalla furia, ormai prevedibile, di gruppi simili? La polizia israeliana e l'esercito, riporta il giornale, si sono rimpallate la responsabilità. Ma un alto funzionario della sicurezza che ha parlato con Haaretz ha accusato la polizia israeliana di aver permesso che l'incidente avesse luogo. «La polizia chiude un occhio per coloro che vandalizzano e bruciano gli aiuti». Di più: attacchi simili, secondo il funzionario anonimo, sarebbero possibili solo con la diffusione di informazioni riservate sugli spostamenti dei camion. «Ci sono persone nella polizia che evitano di gestire e prevenire questi disturbi dell'ordine, e anche quando lo fanno, lo fanno con una dimostrabile mancanza di volontà. Si ha la sensazione che stiano cercando di compiacere qualcuno del governo». Chi? All'affermazione senza nome, Haaretz collega un articolo riguardante Itamar Ben-Gvir, ministro della sicurezza nazionale di Israele, leader del partito di estrema destra Otzma Yehudit e forte oppositore dell'invio di aiuti a Gaza. Al partito Otzma Yehudit appartiene anche il ministro del patrimonio culturale Amichai Eliyahu, finito nella bufera a novembre 2023 per aver invocato l'uso della bomba atomica su Gaza.

Immagini di distruzione

L'ambasciatore tedesco in Israele Steffen Seibert ha parlato dell'incidente definendolo «vergognoso». «Certamente non aiuterà la causa israeliana per la liberazione degli ostaggi e la messa in sicurezza del Paese contro il terrore di Hamas». Intervistati da Haaretz, due contromanifestanti di sinistra presenti sul posto hanno raccontato: «Non volevamo affrontarli (i membri del gruppo Tzav 9, ndr), ma solo documentare». Nonostante la presenza di alcuni agenti di polizia sul posto, hanno segnalato, «siamo stati attaccati dai rivoltosi. Siamo torni con lividi e graffi».

Girate da loro le immagini che hanno fatto il giro del mondo:

L'opposizione: una Guardia umanitaria

Se la polizia resta a guardare, c'è qualcuno, in Israele, che non vuole fare altrettanto. Nelle scorse ore, su X, Alon-Lee Green, co-direttore della coalizione di pace ebraico-araba Standing Together, ha annunciato la nascita di una «Guardia umanitaria» in difesa degli aiuti inviati verso Gaza. «Questo è un appello ai cittadini: venite a difendere l'umanità, sconfiggete le forze della morte, della distruzione e della fame e proteggete i camion degli aiuti umanitari. Di fronte all’estrema destra, accompagneremo i camion degli aiuti e ci assicureremo che arrivino a destinazione. Prima dell’evento, ogni volontario e ogni volontaria seguiranno una formazione che li aiuterà a orientarsi sul campo, aiutandoli anche a evitare la violenza».

In un contributo pubblicato a fine ottobre 2023 dal Guardian, Green aveva spiegato la posizione dell'associazione: «In questa realtà oscura, vogliamo costruire un'alternativa. In Standing Together, crediamo che le conseguenze devastanti dell'atroce attacco di Hamas non siano inevitabili. Infliggere altri danni ai civili di Gaza non porterà a una soluzione. Come hanno affermato con coraggio e ispirazione alcuni dei sopravvissuti agli attacchi terroristici, uccidere i civili per vendicarsi porterà solo ad altre sofferenze per i civili; la soluzione deve essere pacifica».

A metà aprile, Green aveva diffuso le immagini di una grande manifestazione avvenuta a Tel Aviv: «Migliaia di ebrei e palestinesi cittadini di Israele marciano domandando il cessate il fuoco, il rilascio degli ostaggi e la fine delle uccisioni a Gaza».