Le tensioni

Zelensky e il sindaco di Kiev Vitaly Klitschko di nuovo sul ring (politico)

L'ex campione del mondo di pugilato ha accusato l'ufficio del presidente ucraino di abusare dei poteri della legge marziale nel tentativo di controllare la capitale – Non è la prima volta che fra i due si accende una polemica, ma la delicata situazione attuale lascia la leadership ucraina nell'imbarazzo
© Keystone (AP/Risto Bozovic)
Red. Online
31.01.2025 10:30

Vitaly Klitschko vs. Volodymyr Zelensky. L'ex campione del mondo di pugilato e sindaco di Kiev ha portato il leader ucraino sul ring. Un ring politico, fortunatamente per Zelensky, nel quale Klitschko si è scagliato contro l'ufficio del presidente, accusando l'organo di aver abusato dei poteri della legge marziale per prendere il controllo amministrativo della capitale.

In un video pubblicato mercoledì, la leggenda dei pesi massimi ha rimproverato Zelensky per la nomina di un amministratore militare, Tymur Tkachenko, che a suo dire ha cercato di assumere, a Kiev, i poteri del Consiglio comunale eletto. Tkachenko, ha argomentato Klitschko, non ha un background militare, il che, secondo il pugile, «indica motivazioni politiche per questa nomina». Nel video, citato dai media internazionali, Klitschko si è spinto oltre, accusando l'amministratore militare nominato da Zelensky di aver «interferito con l'attività economica» della capitale, «ritardando le decisioni su infrastrutture e costruzioni non legate alla guerra».

«Mentre lei, come comandante supremo in capo, è concentrato sulla guerra e sulla difesa dell'Ucraina, le persone intorno a lei sono instancabilmente impegnate in intrighi politici», ha poi aggiunto Klitschko rivolto a Zelensky.

Un momento delicato

Mentre l'ufficio presidenziale tace, Tkachenko ha voluto rispondere per le rime a Klitschko. Nella giornata di giovedì, l'amministratore militare di Kiev ha accusato il sindaco aver reso impossibile la collaborazione: «Non vedo alcuna possibilità di dialogo costruttivo con Klitschko, l'amministrazione militare ha solo risolto i problemi della città e aiutato i residenti di Kiev».

La faida si apre in un momento molto delicato per l'Ucraina, che dal giorno dell'insediamento di Donald Trump attende di vedere se il nuovo presidente americano manterrà alto il sostegno di Washington per Kiev o se, invece, si disinteresserà alle sorti del Paese impegnato nella guerra con Putin, accettando che Putin negozi un cessate il fuoco favorevole al Cremlino. Negli scorsi giorni, va detto, il tycoon ha più volte minacciato la Russia di nuove sanzioni nel caso non si fosse seduta al tavolo delle trattative.

Ma se la tregua dovesse arrivare domani, che cosa cambierebbe a livello politico? Tanto, tantissimo. Nelle ultime elezioni locali prima dell'invasione, si legge in un recente articolo del New York Times, il partito di Zelensky Sluha narodu (Servitore del Popolo) non vantava alcun membro nel ruolo di sindaco nelle città ucraine. Ora, invece, un terzo degli amministratori militari e regionali nominati con la legge parziale ha legami con Sluha narodu. Considerato che, sempre in base alla legge marziale introdotta al momento dell'invasione totale, le città e i centri abitati in prima linea in Ucraina sono governati esclusivamente da amministrazioni militari e che anche quelle più lontane mantengono, insieme alle autorità civili, un'amministrazione militare, la nomina di così tanti funzionari vicini al partito presidenziale è stata giudicata da movimenti civili ucraini come un tentativo, da parte del governo, di avere una presa maggiore sul potere.

Un altro round

Fra Klitschko e Zelensky lo scontro rappresenta, solamente, un altro round, l'ennesimo. Il cattivo sangue fra i due è ormai noto internazionalmente e non è la prima volta che una parte attacca l'altra pubblicamente. Nel novembre 2022, ad esempio, Zelensky aveva criticato il fatto che i progressi per il ripristino dell'elettricità nella capitale, dopo i bombardamenti russi sulle infrastrutture energetiche, fossero stati troppo lenti. «Molti cittadini di Kiev sono rimasti senza elettricità per più di 20 o addirittura 30 ore», ha detto il leader ucraino, sottolineando che si aspetta un lavoro di qualità dall'ufficio del sindaco. Allora, Zelensky non aveva menzionato il nome di Klitschko, ma aveva chiarito di essere infastidito dal fatto che ci fossero troppo pochi rifugi di soccorso per i 3 milioni di abitanti della capitale, parlando di «molte lamentele, soprattutto a Kiev. C'è ancora del lavoro da fare in altre aree, per non dire altro», ha detto il presidente. «I residenti di Kiev hanno bisogno di maggiore protezione».

Un anno più tardi, a dicembre 2023, a scagliare un pugno (retorico) era invece stato Klitschko, il quale aveva parlato di uno Zelensky sempre più «autocratico»: «A un certo punto non saremo più diversi dalla Russia, dove tutto dipende dal capriccio di un solo uomo», aveva dichiarato alla rivista tedesca Der Spiegel. «La gente comincia a vedere chi è efficace e chi no. C'erano e ci sono ancora molte aspettative. Ma Zelensky sta pagando per gli errori commessi».

Nei prossimi mesi, poi, i rapporti tra i due potrebbero deteriorarsi ulteriormente. Se il cessate il fuoco dovesse concretizzarsi, l'aspettativa è che l'Ucraina possa revocare la legge marziale e indire elezioni (l'ultima, che ha visto la vittoria di Zelensky, si è svolta nel 2019). E qui sorgono i problemi: Klitschko è considerato un potenziale concorrente di Zelensky alle elezioni presidenziali, anche se non ha dichiarato l'intenzione di candidarsi.

In questo articolo: