Guerra

Zelensky: «Tutti gli ucraini sperano che Putin muoia, ma a Dio chiediamo la pace»

Il presidente ucraino lancia un messaggio alla popolazione per Natale, in attesa che il piano di 20 punti per la pace venga sottoposto a Mosca - Stando a un sondaggio, Zelensky, in caso di elezioni, sarebbe ancora il più votato
©SERGEY DOLZHENKO
Michele Montanari
25.12.2025 12:30

Mentre il mondo attende che gli USA consegnino alla Russia la bozza con i 20 punti per trovare un accordo di pace, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha lanciato il suo messaggio alla popolazione, alla vigilia di Natale, il terzo celebrato il 25 dicembre, secondo il calendario gregoriano occidentale, dopo aver abbandonato quello giuliano antico di molte chiese ortodosse. Come quella russa, che celebra il Natale il 7 gennaio. Si tratta del quarto periodo di feste sotto le bombe di Mosca, in seguito all’invasione del febbraio 2022. Un momento di bilancio, in cui il leader di Kiev, senza nominare il presidente russo, di fatto, gli ha augurato di morire.

«Tutti gli ucraini si augurano la morte di Putin»

Zelensky ha affermato che «nonostante tutte le sofferenze» causate in questi anni, la Russia non è stata in grado di «occupare» ciò che più conta, ovvero «l'unità dell'Ucraina». Senza troppi giri di parole, il leader di Kiev ha quindi augurato la morte a Vladimir Putin, senza nominare esplicitamente il presidente russo per nome. È un «sogno condiviso» degli ucraini, ha dichiarato Zelensky: «Celebriamo il Natale in un momento difficile. Purtroppo, non tutti siamo a casa stasera. Purtroppo, non tutti hanno ancora una casa. E, purtroppo, non tutti sono con noi, stasera. Ma nonostante tutte le sofferenze portate dalla Russia, non è in grado di occupare o bombardare ciò che più conta: il nostro cuore ucraino, la nostra fiducia reciproca e la nostra unità».

Zelensky ha poi aggiunto: «Oggi condividiamo tutti un sogno. Ed esprimiamo un desiderio, per tutti noi: che muoia. Ognuno di noi potrebbe pensarlo tra sé e sé, ma quando ci rivolgiamo a Dio, ovviamente, chiediamo qualcosa di più grande. Chiediamo la pace per l'Ucraina. Lottiamo per essa. E preghiamo per essa. E la meritiamo», ha detto il capo di Stato nel suo discorso della Vigilia.

Zelensky ha anche affermato che in questo momento gli ucraini pregano per tutti coloro che sono in prima linea, nella speranza che tornino vivi: «Per tutti coloro che sono prigionieri: che tornino a casa. Per tutti i nostri eroi caduti che hanno difeso l'Ucraina a costo della loro vita. Per tutti coloro che la Russia ha costretto all'occupazione e alla fuga. Per coloro che stanno lottando ma non hanno perso l'Ucraina dentro di sé, e quindi l'Ucraina non li perderà mai».

Come detto, nelle prossime ore Mosca dovrebbe ricevere una bozza per avviare possibili negoziati di pace. Dopo settimane di colloqui, l'Ucraina e gli Stati Uniti hanno preparato un piano di 20 punti, rivisto rispetto agli iniziali 28.

Zelensky ha presentato la bozza per la prima volta ai giornalisti il ​​23 dicembre, parlando di un piano di garanzia di sicurezza tripartita tra Ucraina, Stati Uniti ed Europa, nonché di un accordo bilaterale di garanzia di sicurezza tra Ucraina e Stati Uniti. Un altro documento tra Kiev e Washington, invece, è incentrato sulla cooperazione economica.

Il piano in 20 punti

Stando al Kyiv Independent, gli Stati Uniti dovrebbero consegnare a Mosca la bozza in 20 punti nelle prossime ore. Se il Cremlino dovesse approvare il documento, questo verrebbe poi firmato dai leader di Ucraina, Russia, Stati Uniti ed Europa. Affinché l'accordo entri in vigore, dovrà essere ratificato dal Parlamento di Kiev e, probabilmente, sostenuto dal popolo ucraino attraverso un referendum che si terrebbe entro 60 giorni.

Nella bozza del piano di pace in 20 punti, tra le altre cose, si riconosce l'Ucraina come uno «Stato sovrano». Il documento, inoltre, costituisce un «accordo di non aggressione completo e indiscutibile tra Russia e Ucraina» e prevede l’istituzione di un «meccanismo di monitoraggio per controllare la linea del conflitto utilizzando sistemi di sorveglianza satellitare senza pilota, garantendo l'individuazione tempestiva di eventuali violazioni». Kiev, dunque, riceverà le tanto richieste «garanzie di sicurezza», con le forze armate ucraine che, in tempo di pace, potranno contare 800 mila soldati. Gli Stati Uniti, la NATO e gli Stati firmatari europei, si legge ancora, «forniranno all'Ucraina garanzie simili all'articolo 5», con l’ex Repubblica sovietica che «diventerà membro dell'UE in un momento stabilito e riceverà un accesso preferenziale a breve termine al mercato europeo».

Per quanto riguarda la cessione dei territori, il piano prevede che «nelle regioni di Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia la linea delle posizioni militari alla data della firma sarà riconosciuta come la linea del fronte de facto». Ma Mosca dovrà «ritirare le sue truppe dalle zone occupate nelle regioni di Dnipropetrovsk, Mykolaiv, Sumy e Kharkiv», con «forze internazionali dislocate in prima linea per monitorare l'attuazione dell'accordo». L'ultima versione del piano, dunque, prevede il congelamento del fronte lungo le linee attuali e l'avvio di discussioni sulla creazione di zone demilitarizzate. Di fatto, per Kiev non vi è alcuna rinuncia formale alla NATO, ma il Paese dovrà indire elezioni presidenziali «il prima possibile dopo la firma dell'accordo».

Ancora consenso per Zelensky

A tal proposito, stando a un sondaggio di dicembre condotto dal Centro per la Ricerca Sociale e di Marketing Socis, citato da Ukrinform, se le elezioni presidenziali si tenessero oggi, il presidente Zelensky verrebbe votato dal 30,6% degli ucraini. L’attuale leader, se candidato, sarebbe il personaggio con maggior consenso, davanti all'ex comandante in capo delle Forze Armate, Valerii Zaluzhnyi (il generale ha ottenuto il 29,6% delle preferenze).

Gli altri candidati hanno invece ricevuto un sostegno decisamente inferiore: 8,1% Kyrylo Budanov, capo della Direzione Centrale dell'Intelligence del Ministero della Difesa; 7,2% l'ex presidente Petro Poroshenko; 6,1% Yulia Tymoshenko e 5% Dmytro Razumkov.

Se le elezioni andassero al ballottaggio tra Zelensky e Zaluzhnyi, Zelensky però riceverebbe solo il 35,8% dei voti, mentre Zaluzhnyi il 64,2%.

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