Islanda

Nuova eruzione vicino a Grindavík, le immagini di due ticinesi

Anna e Andrea hanno assistito alla spettacolare eruzione nella penisola di Reykjanes – Erano diretti alla Blue Lagoon, evacuata insieme a Grindavík – È l'ottava in poco più di tre anni e la quinta in sei mesi
© Anna e Andrea / foto lettore CdT
Jenny Covelli
29.05.2024 18:00

Nuova eruzione vulcanica in Islanda, nella penisola di Reykjanes. È iniziata nel primo pomeriggio a seguito di una serie di terremoti registrati a nord di Grindavík, città costiera di 3.800 abitanti, che è stata evacuata. L’istituto meteorologico islandese, il Met Office, ha riferito che la lava si è sprigionata per circa 50 metri da una fessura inizialmente lunga circa un chilometro. Si tratta della quinta eruzione in sei mesi, l'ottava in poco più di tre anni.

Un (nuovo) evento vulcanico legato al cratere Sundhnúkagígar era atteso, dopo l'eruzione iniziata lo scorso 16 marzo (seguita alla più tragica di gennaio, quando la lava è arrivata a bruciare le case di Grindavík). Oggi, nella zona, c'erano anche due ticinesi, Anna e Andrea, in viaggio in Islanda da due settimane. «Abbiamo fatto tutto il giro del Paese», ci raccontano. «Questa mattina siamo partiti in direzione della stazione termale geotermica Blue Lagoon». Ovviamente, si sono informati costantemente sulla situazione, sia attraverso le pagine social ufficiali, sia sui media islandesi. «Sapevamo che un'eruzione era attesa, a distanza di settimane, giorni oppure ore».

L'Ufficio meteorologico islandese (IMO) aveva segnalato «un’intensa attività sismica», inoltre aveva segnalato l’accumulo di 20 milioni di metri cubi di magma nella camera magmatica sotto Svartsengi, dove si trova una centrale elettrica che fornisce elettricità e acqua a circa 30.000 persone nella penisola. Lunedì l’IMO aveva annunciato che negli ultimi sette giorni erano stati misurati circa 400 terremoti vicino alla linea del cratere Sundhnúksgígar. Nel tentativo di prevenire ulteriori danni dopo gennaio, sono state costruite barriere artificiali per allontanare la lava dalle infrastrutture, tra cui appunto la centrale geotermica, la Blue Lagoon e Grindavík.

Ma torniamo all'avventura dei due ticinesi. Sulla strada per la Blue Lagoon, ecco il blocco della polizia. «Ci hanno fatto fare una deviazione. Ci siamo fermati in tutta sicurezza in uno spiazzo vicino alla strada, e abbiamo atteso su un piccolo promontorio. La televisione locale, presente sul posto, parlava di un'eruzione imminente. L'intera zona è stata evacuata per sicurezza».

Vidir Reynisson, capo della protezione civile islandese e della gestione delle emergenze, ha dichiarato all'emittente nazionale RUV: «Non si tratta di un'attrazione turistica e bisogna osservarla da una grande distanza». Così hanno fatto anche Anna e Andrea. Alle 12.47 in punto, lo scoppio. «Le lingue di lava erano all'orizzonte. È stato davvero impressionante. Sprigiona una potenza mai vista, ci è venuto il magone. È un'esperienza forte, di grande impatto», confessano.

I pennacchi, come detto, sono alti almeno 50 metri secondo quanto riferisce l'IMO. Le autorità hanno ora deciso di dichiarare lo stato di emergenza, il «codice rosso», secondo i media islandesi. La fessura da cui si sprigiona la lava ha già raggiunto i 2,5 chilometri ed è in crescita.

Anna e Andrea faranno rientro in Ticino domani. Il volo, previsto alle 08.00, è stato confermato da Icelandair. «Speriamo che le autorità riescano a tenere sotto controllo la situazione e che non vi sia pericolo per la popolazione. Noi siamo felici per lo spettacolo a cui abbiamo assistito. E vistiamo l'esperienza nella lista di "cose da vedere una volta nella vita"».

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