Nuove zone 30 e 20 in città: si mette male

È tutta in salita, in ripida salita, la strada imboccata dal progetto da 2,7 milioni di franchi per l’introduzione di nuove zone 30 e 20 a Lugano. Lunedì sera la richiesta di credito è stata vagliata per l’ultima volta dalle commissioni della Gestione e dell’Edilizia, e al Municipio è andata abbastanza male: dei tre rapporti firmati, due sono contrari e uno favorevole, ma con una decurtazione del budget a disposizione. Lunedì prossimo il tema verrà discusso in Consiglio comunale, e la capodicastero Karin Valenzano Rossi dovrà compiere un’impresa politica per salvare il messaggio da un destino che appare segnato.
La Gestione, come confermatoci dal suo presidente Michele Malfanti, si è praticamente divisa a metà. Il rapporto di minoranza, firmato da Danilo Baratti (Verdi), Jasmine Altin (Sinistra), lo stesso Malfanti e Lorenzo Beretta-Piccoli (Centro), ricalca in sostanza quello sottoscritto nella scorsa legislatura e poi «congelato» dalla nuova commissione, che proponeva di ridurre il credito a 2,1 milioni. Le perplessità, allora, vertevano su due aspetti: il primo, «la cifra di 410.000 franchi per far fronte a ‘situazioni e richieste non prevedibili’, ossia il 15% del credito totale, può apparire eccessiva». Il secondo, «sostituire i 153 totem già esistenti per un totale di 900.000 franchi»: visto che «si è constatato che sono in buon stato», si è voluto dimezzare la posta. Il rapporto di maggioranza, firmato da Lukas Bernasconi, Andrea Censi, Maruska Ortelli (Lega), Tiziano Galeazzi (UDC) e Michele Codella (Avanti con Ticino&Lavoro), respinge invece tout court il messaggio municipale. Non tanto per l’entità della spesa (anche se la Commissione della gestione, in linea teorica, dovrebbe giudicare quello, o al limite il grado di priorità di un’opera rispetto alla situazione delle casse comunali) quanto per il fatto che il Municipio, a mente dei contrari, vorrebbe introdurre le nuove zone 30 e 20 in modo indiscriminato, a tappeto. L’avversione a questo progetto, comunque, non arriva come un fulmine a ciel sereno. Era «dietro l’angolo» spiega Malfanti, che ha insistito affinché si arrivasse finalmente a una decisione, che fosse favorevole o contraria.
Nella Commissione dell’edilizia le cose non sono andate meglio per l’Esecutivo: dodici membri su tredici (solo Tamara Merlo di Più Donne si è dissociata) hanno sottoscritto un rapporto che chiede il ritiro del messaggio. «Non vi è una contrarietà di principio al concetto di fondo – spiega il presidente Angelo Petralli – ma una precisa richiesta al Municipio: effettuare un’analisi che entri nelle situazioni dei singoli quartieri, perché alcuni magari non hanno bisogno di zone 30 o 20. A memoria mia, è la prima volta negli ultimi anni che respingiamo un progetto in questo modo, e ci dispiace, però… Servivano altri approfondimenti. La nostra porta, comunque, non è chiusa». L’idea di un’analisi più ampia, infatti, potrebbe essere trasformata in una mozione che riporterebbe il tema sui banchi del Consiglio comunale, chiedendo anche un piano per dilazionare l’investimento su più anni.

Prima però, numeri o non numeri, bisogna votare sul progetto attuale, che prevede di aggiungere zone 30 o 20 per un totale di 38 chilometri. L’estensione di queste aree a traffico moderato, come riportavamo nel luglio di due anni fa, «è stata decisa per motivi di sicurezza – non manca certo chi sfreccia a una certa velocità nei quartieri residenziali, dove camminano anche molti bambini, a dir la verità anche nelle zone 30 attuali, ndr – e riguarderà solo strade residenziali, non le vie principali di collegamento». Sui 197 chilometri di strade comunali a Lugano, oggi, 71 sono moderati con zone 30 o 20. Con il piano del Municipio, passerebbero a 109. Le zone 20 previste sono due: in via Foce e nei dintorni del Casinò. Ad essere maggiormente interessati dall’ampliamento delle zone 30, invece, sarebbero i quartieri di Breganzona (+9,8 chilometri), Carona (+8,1), Davesco-Soragno (+4,9) e Pregassona (+4,2). «Abbiamo ricevuto diverse richieste di ampliare le zone 30 da parte dei cittadini – aveva spiegato a suo tempo Valenzano Rossi – e il progetto che presentiamo oggi, frutto di un compromesso politico, non è l’ultima tappa». Tra gli obiettivi, «una miglior convivenza tra pedoni e automobili e una alleggerimento del traffico» di attraversamento.