Ottimo, ma non abbastanza: la delusione dei mercati per i risultati di Nvidia
Bene, benissimo, non fantasmagorico. A Nvidia non è bastato l'exploit nei risultati trimestrali (+122% nei ricavi, a 30,0 miliardi di dollari, e +168% nell'utile netto, a 16,59 miliardi di dollari) per soddisfare la fame degli investitori. Pur battendo le stime degli analisti su quasi tutti i parametri, i dati pubblicati nelle scorse ore dal gigante dei chip di intelligenza artificiale (AI) hanno in qualche modo deluso chi si aspettava, ancora, dati da strabuzzare gli occhi. Una delusione che si è immediatamente riflessa nelle azioni a Wall Street, scese di oltre il 6% e infine stabilizzatesi a -2,5%.
Fra i maggiori beneficiari del boom dell'AI, Nvidia ha abituato bene – forse troppo bene – gli azionisti, che ora attendono di vedere costantemente polverizzate le previsioni. Oggi, del resto, l'azienda statunitense controlla l'80% del mercato dei semiconduttori AI: da inizio anno i suoi titoli a Wall Street sono saliti del 160%, del 3.290% su scala quinquennale. In Borsa, lo scorso anno, Nvidia valeva «solo» 1.000 miliardi di dollari. Quest'anno ha superato, nel mese di marzo, la soglia dei 2.000 miliardi di dollari, per poi raggiungere in giugno quota 3.000 miliardi: un valore che coincide, all'incirca, a quello delle altre 10 maggiori aziende di chip messe insieme.
Ora, appunto, Nvidia starebbe subendo le conseguenze dell'enorme successo, o almeno questa è la lettura degli analisti: «Nvidia si è scontrata con aspettative elevate e insostenibili», si legge sull'articolo pubblicato da Bloomberg.
Il problema Blackwell
Ma a preoccupare i mercati, recentemente, sono state anche le notizie di problemi di produzione con i tanto attesi chip Blackwell di Nvidia. La produzione del chip di prossima generazione, punta di diamante dell'azienda, sarebbe in ritardo sulla tabella di marcia, affermavano voci di corridoio prima del rapporto trimestrale. Nel presentare i propri risultati, Nvidia ha parzialmente confermato i timori, ammettendo di aver incontrato problemi nella produzione e dichiarando di aver apportato modifiche per migliorare la resa produttiva, ovvero il numero di chip funzionanti che escono dalle fabbriche. Allo stesso tempo, l'azienda ha dichiarato di aspettarsi un fatturato di «diversi miliardi di dollari» nel quarto trimestre grazie a questo prodotto, mentre nel terzo trimestre i ricavi aumenteranno, secondo le stime di Nvidia, del 2% a 32,5 miliardi, oltre il consenso degli analisti ma non nelle previsioni più ottimistiche, che puntavano ai 37 miliardi.
«Le forniture saranno abbondanti dopo la ripresa della produzione», ha dichiarato l'amministratore delegato Jensen Huang in un'intervista a Bloomberg. «Avremo un sacco di forniture e saremo in grado di aumentarle esponenzialmente».
Bolla AI
La maggior parte della crescita di Nvidia proviene inoltre da un piccolo gruppo di clienti, si legge su Bloomberg. Circa il 40% delle entrate deriva infatti dai grandi operatori di data center: aziende come Google e Meta, che stanno investendo decine di miliardi di dollari nell'infrastruttura AI. Sebbene il gruppo di Facebook e le altre grandi Big abbiano aumentato i loro budget alla voce intelligenza artificiale, si teme che la quantità di infrastrutture progettate superi i requisiti attuali, risultando in una bolla. Anche su questo, Huang ha cercato di rassicurare: «Questo è solo l'inizio di una nuova era per la tecnologia e l'economia».