“Pamela Mastropiero era già stata fatta a pezzi quando sono tornato”

È questa l'ultima versione fornita dal nigeriano di 29 anni accusato dell'omicidio di Macerata a uno dei suoi legali
Una foto della vittima
Ats
15.03.2018 22:29

ASCOLI PICENO - "Sono uscito per vendere marijuana ad una persona che mi aveva chiamato. La ragazza l'ho lasciata viva a casa, con Desmond; quando circa 3-4 ore dopo sono tornato a casa l'ho trovata già dentro le valige". Questa l'ultima versione dei fatti fornita da Innocent Oseghale sulla morte di Pamela Mastropietro. Il nigeriano l'ha riferita oggi ad uno dei suoi legali, avv. Umberto Gramenzi, che ha avuto con lui un colloquio in carcere ad Ascoli Piceno con l'ausilio di un interprete di lingua inglese. Il nigeriano, accusato di omicidio, vilipendio, soppressione e occultamento di cadavere, ha ribadito di non aver ucciso la giovane ragazza romana e nemmeno di aver partecipato alle operazioni di sezionamento del cadavere. "Mi ha detto che la ragazza era stesa sul letto, dopo aver assunto eroina, e che, sebbene non stesse bene, si stava comunque riprendendo - racconta Gramenzi -. L'altro, Desmond Lucky (anche lui in carcere, ndr) era invece steso sul divano. Non c'era nessun altro". Oseghale sarebbe uscito per andare a spacciare marijuana. "Dice che quando è tornato nell'abitazione diverse ore dopo, la ragazza era già stata chiusa nelle valige".

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