Energia

Parchi eolici alpini, tra critiche e scetticismo

Ostacoli per i progetti nelle zone del Gran San Bernardo, della Novena - Entrano invece nel vivo lavori di realizzazione in Ticino sul passo del San Gottardo
Il redering del progetto sul Passo del San Gottardo
Ats
12.07.2019 14:33

BERNA - Criticati dagli ecologisti per il loro impatto e un’efficienza troppo bassa, i parchi eolici in montagna sollevano dubbi e opposizioni. I responsabili però non ci stanno e giudicano realistici gli obiettivi di produzione.

Alla fine di giugno alcune organizzazioni ambientaliste hanno fatto ricorso al Tribunale cantonale vallesano contro un parco eolico previsto nella Combe di Barasson, una valle laterale nella regione del Gran San Bernardo, a un’altitudine di oltre 2000 metri. A loro avviso, il progetto costituisce un pericolo per gli uccelli e danneggia il paesaggio.

Inoltre, il gioco non vale la candela: dal sito ubicato sulle alture del villaggio di Bourg-St-Pierre si prevede di ottenere una produzione secondo gli scettici molto scarsa. «Siamo a favore dell’energia eolica, ma questa deve essere prodotta nella valle del Rodano, dove i rendimenti sono alti. Non vogliamo strutture in montagna poco proficue e che mettono a rischio la biodiversità», afferma a Keystone-ATS Marie-Thérèse Sangra, membro del WWF locale.

Parco Novena sotto le attese

Sangra cita un altro caso, in cui i risultati sono stati inferiori alle attese. Si tratta del parco eolico del lago Gries, in territorio vallesano nei pressi del passo della Novena/Nufenen, al confine con Italia e Ticino. Realizzato 2500 metri sopra il livello del mare, è il più alto d’Europa nel suo genere.

Le quattro pale installate (una nel 2011, tre nel 2016) avevano come obiettivo una produzione annuale di 10 gigawattora (GWh). Un totale che per ora non è stato raggiunto, stando alle cifre fornite dai gestori, che parlano di 7,8 GWh nel 2017 e 5,3 nel 2018.

Sylvain Grange, capo del progetto per la società SwissWinds, precisa però che si tratta di un settore nel quale sono da mettere in conto notevoli variazioni e un certo grado di instabilità. «Possono esserci degli scarti di oltre il 40% rispetto alla media a lungo termine. La produzione eolica in pianura è molto regolare, mentre in quota vi sono soprattutto venti tempestosi, decisamente più aleatori», spiega a Keystone-ATS. Lo scorso anno è stato per esempio caratterizzato dal poco vento.

Costruire dove è possibile

È molto difficile costruire nuove installazioni in pianura, fa notare Grange, a causa dell’importanza che si dà in Svizzera alla protezione della fauna e del paesaggio. «Se un luogo è popolato dai pipistrelli o si trova nel bel mezzo di una rotta migratoria degli uccelli, non si può fare nulla. Bisogna dunque costruire là dove è possibile», prosegue l’esperto.

Un parco eolico alpino è peraltro ostacolato da una serie di fattori, come il freddo, che provoca il ghiacciamento delle pale, le perturbazioni o il difficile accesso. Tuttavia, Grange si mostra ottimista: a suo dire, i calcoli mostrano che, una volta risolti i problemi, l’obiettivo dei 10 GWh presso la Novena sarà realistico.

Al Gran San Bernardo invece, dove SwissWinds deve aspettare il verdetto della giustizia prima di lanciarsi nei lavori che dovrebbero durare un paio d’anni, l’obiettivo di produzione non è ancora stato definito con precisione. Dipenderà infatti dalla grandezza delle pale, ma dovrebbe situarsi tra i 10 e i 20 gigawattora. «Secondo la nostra esperienza», prosegue Grange, «è una collocazione più favorevole che quella della Novena, perché la conca di Barasson genera venti unidirezionali. Disponiamo inoltre di dati molto completi su questo sito, grazie a numerosi anni di misurazioni dei venti».

Entrati nel vivo lavori sul Gottardo

In Ticino, sono in corso i lavori di realizzazione di un parco eolico sul passo del San Gottardo, a 2130 metri d’altezza, composto da cinque aerogeneratori che dovrebbero produrre in media 20 GWh all’anno. Lunedì sono iniziate le operazioni di brillamento della roccia tramite esplosivo, che dureranno fino a ottobre. A dare semaforo verde al cantiere la decisione, datata agosto 2018, del Consiglio di Stato di respingere il ricorso inoltrato dalla Società ticinese per l’arte e la natura (STAN) contro la licenza edilizia.

Attualmente, in Svizzera solo lo 0,2% del fabbisogno energetico è coperto dall’eolica. Berna vuole però che questa percentuale si issi fino al 7%. Sulla questione dei parchi in montagna, l’Ufficio federale dell’energia (UFE) ribadisce che è necessario aspettare diversi anni di attività prima di giudicare la qualità di un sito.

Secondo l’UFE vi sono esempi riusciti, come quello di Andermatt (UR). I parchi alpini hanno un vantaggio, sottolinea la portavoce Sabine Hirsbrunner: sono più distanti dagli spazi abitati di quelli nel Giura o sull’Altipiano. «Non vi è pertanto ragione di smettere di sostenere i progetti in quota», aggiunge.

I rischi per la Confederazione sono d’altronde limitati. «Un parco che produce poca elettricità riceverà anche meno sovvenzioni», indica Hirsbrunner. Il principio è in effetti di pagare solo l’energia effettivamente generata.