Lavizzara

«Per la capanna Soveltra c’è ancora un futuro»

Il Patriziato di Prato Vallemaggia prende posizione e conferma che «con o senza la Società alpinistica intendiamo ricostruire la struttura d’accoglienza in quota distrutta da un incendio nel 2017» – Il rifugio si inserisce perfettamente in una zona centrale dal punto di vista paesaggistico e naturalistico
Lo stato attuale della struttura. © PATRIZIATO DI PRATO VALLEMAGGIA
Mauro Giacometti
28.01.2024 22:00

«Con o senza la SAV il Patriziato intende ricostruire la Capanna Soveltra». L’Amministrazione patriziale di Prato Vallemaggia, così replica al nostro articolo del 3 gennaio scorso in cui riferivamo della definitiva rinuncia da parte della Società Alpinistica Valmaggese (SAV) a ricostruire la struttura di accoglienza alpina – che dispone di un soggiorno con 40 posti, una sala per seminari e 22 posti letto suddivisi in quattro camere - andata completamente distrutta da un incendio nell’ottobre 2017. La capanna, situata in Valle di Prato, a 1.530 metri d’altitudine, ai piedi del Pizzo Campo Tencia, era stata ricavata da un vecchio stallone dell’alpe, edificato nel 1927 dallo stesso Patriziato, poi ceduto in diritto di superficie alla SAV che lo ha trasformato in capanna, inaugurata nel 1999 e gestita fino al disastroso incendio del 2017. Quel famigerato 2 ottobre l’allarme scattò poco prima delle 15. Per raggiungere la struttura, in una zona impervia, i pompieri di Lavizzara e di Cevio dovettero salire a bordo di due elicotteri. Fortunatamente nessuno rimase ferito, ma la capanna fu danneggiata in modo irreparabile. Secondo i rilievi della Polizia Scientifica, il fuoco partì da un camino acceso con le fiamme che in poco tempo raggiunsero il sottotetto.

Da allora sono intercorse numerose trattative tra SAV e Patriziato per cercare di ottenere il necessario consenso alla ricostruzione. Consenso – ci conferma l’Amministrazione patriziale - raggiunto dopo la presentazione di un progetto rivisto in alcuni dettagli e proposto da parte della SAV. Di seguito e inaspettatamente, però, la SAV, anziché dar seguito al progetto, ha richiesto l’acquisto del sedime, possibilità però negata dall’assemblea patriziale. Un diniego all’alienazione del sedime che, con l’avallo della Sezione degli enti locali, fu confermato dal Patriziato alla SAV. Decisione probabilmente mal accolta della SAV: in un comunicato apparso sul sito della società alpinistica, il 21 dicembre scorso, si informa infatti che «la capanna non sarà più ricostruita e che gli interventi saranno limitati alle opere di recupero della parte patrimoniale subita a seguito dell’incendio». Il nodo della questione, che si trascina da anni, è dunque la richiesta d’acquisto del sedime inoltrata dalla SAV e non accolta dal Patriziato. «Il Patriziato di Prato Vallemaggia resta intenzionato a ricostruire questa capanna che tanto era apprezzata e tanto risulta centrale in una zona vasta, selvaggia e splendida dal lato paesaggistico e naturalistico. Si stanno dunque cercando le necessarie sinergie per ristrutturarla e riaprirla agli escursionisti», ribadisce l’Amministrazione patriziale.

Condanna confermata seppur da riformulare

Il presidente della SAV, Arturo Rothen, non è stato scagionato dall’aver provocato l’incendio doloso che nel 2017 distrusse la Capanna Soveltra, come riportato nel nostro articolo del 3 gennaio scorso. La recente sentenza della Corte d’Appello e revisione penale ha rimandato per alcuni vizi di forma il dossier alla Pretura di Bellinzona (giudice Elisa Bianchi Roth) che nel 2021 considerò il presidente della Società alpinistica valmaggese responsabile doloso dell’incendio che distrusse la capanna Soveltra. Dunque condanna confermata, seppur ancora appellabile.