La data

Perché il Primo Maggio è la Festa dei lavoratori

Una data quasi universale per celebrare una giornata che affonda le radici nel passato: la lunga storia dal 1886 a oggi – Manifestazione a Bellinzona a partire dalle 14.00
© CdT/Gabriele Putzu (archivio)
Jenny Covelli
01.05.2023 09:28

La Festa dei lavoratori viene celebrata il 1. maggio di ogni anno in molti Paesi del mondo, per ricordare tutte le lotte per i diritti dei lavoratori, originariamente nate per la riduzione della giornata lavorativa. È questa la definizione che si trova su Wikipedia. Giorno festivo, viene collegato oggi a manifestazioni (soprattutto sindacali) e momenti di musica e festa. Ma perché proprio il 1. maggio?

Il 1. maggio fu dichiarato ufficialmente come Festa internazionale dei Lavoratori al Congresso Internazionale di Parigi, il 20 luglio del 1889, che diede il via alla Seconda Internazionale socialista. A ratificarla furono i rappresentanti dei partiti socialisti e laburisti europei riunitisi nella capitale francese. Ma fu un episodio ben preciso a indurre i membri del congresso a scegliere questa come data simbolo della celebrazione dei diritti e delle rivendicazioni di tutti i lavoratori.

La «rivolta di Haymarket»

Il primo 1. maggio da tenere a mente è quello del 1886. Chicago. 137 anni fa, fu organizzato uno sciopero generale per rivendicare migliori e più umane condizioni di lavoro per gli operai. In particolare, l'obiettivo principale era di portare l'orario di lavoro a 8 ore al giorno. A metà Ottocento, una giornata lavorativa durava dalle 12 alle 16 ore, senza dimenticare che la sicurezza sul posto di lavoro non era una priorità. Lo slogan «8 ore di lavoro, 8 di svago, 8 per dormire» viene attribuito all'Australia del 1855. Un principio condiviso da gran parte del movimento sindacale. La protesta indetta a Chicago durò quattro giorni e culminò in tragedia. Stiamo parlando della cosiddetta «rivolta di Haymarket», nota anche come «massacro di Haymarket».

Il 1. maggio 1886 circa 200 mila lavoratori si dichiararono in sciopero. Le mobilitazioni proseguirono anche nei giorni 2 e 3. L'azienda di macchine agricole McCormick riuscì a non arrestare la sua produzione grazie ai dipendenti che non aderirono allo sciopero. Le manifestazioni dei lavoratori in sciopero, circa 50 mila persone, erano state violentemente disperse dalla polizia. Ma quando la sirena della fabbrica suonò e gli operai della McCormick che non avevano aderito allo sciopero abbandonarono il posto di lavoro, il 3 maggio, iniziò una battaglia con le forze dell'ordine, conclusasi con alcune vittime (due secondo alcune fonti e sei secondo altre) e diversi feriti per mano della polizia. Per le 19.30 del 4 maggio venne indetta una manifestazione in Haymarket Square. Tre ore dopo l'inizio, non appena Samuel Fielden, un pastore metodista socialista, anarchico e laburista, ebbe concluso il suo discorso, la polizia si avvicinò alla folla con l'obiettivo di disperderla. A quel punto un piccolo ordigno fischiò sopra le teste dei passanti, atterrando vicino alla prima linea della polizia e uccidendo un poliziotto. In risposta, la polizia aprì il fuoco sulla folla. Scoppiò il caos e gli agenti caricarono contro i manifestanti, aprendo il fuoco indiscriminatamente. Il bilancio fu di 38 lavoratori uccisi e 115 feriti. Tra i poliziotti, sei rimasero uccisi e sessanta feriti, altri due sarebbero morti mesi dopo a causa delle ferite riportate.

Incisione che riproduce il massacro di Haymarket: il pastore metodista Samuel Fielden pronuncia il suo discorso mentre la bomba esplode e si scatenano i disordini
Incisione che riproduce il massacro di Haymarket: il pastore metodista Samuel Fielden pronuncia il suo discorso mentre la bomba esplode e si scatenano i disordini

I giornali definirono gli scioperanti «truffatori e malfattori» e «follia» la loro richiesta di una giornata lavorativa di otto ore. I leader della manifestazione vennero arrestati e otto di loro furono sottoposti a processo. Processo che iniziò con 31 imputati, successivamente ridotti a otto, che passarono alla storia come i «martiri di Haymarket». Oscar Neebe fu condannato a 15 anni di lavori forzati; Samuel Fielden e Michael Schwab all'ergastolo e George Engel e Adolf Fischer a morte. Albert Parsons, che pure non era presente sul luogo dei fatti, si arrese volontariamente per stare con i suoi compagni e fu condannato all'impiccagione; anche August Spies e Louis Lingg furono condannati alla pena capitale. Quest'ultimo si suicidò nella sua cella il 10 novembre 1887, il giorno prima dell'esecuzione. L'11 novembre 1887, un corteo funebre di 25mila persone riempì le strade di Chicago per rendere loro omaggio

Il 1. maggio in Svizzera

La giornata internazionale di lotta e di festa del movimento operaio socialista in Svizzera ebbe luogo per la prima volta nel 1890, l'anno successivo alla dichiarazione come Festa internazionale dei Lavoratori al Congresso di Parigi. «Poiché spesso le celebrazioni si svolgevano durante l'orario di lavoro, inizialmente i lavoratori che vi prendevano parte rischiavano sanzioni; dalla metà degli anni 1890 tuttavia ottennero sempre più sovente una giornata libera non pagata per poter partecipare a manifestazioni e festeggiamenti – si legge nel Dizionario storico della Svizzera –. Nelle località più grandi la classica festa del primo maggio si divideva in tre fasi: un corteo ordinato di lavoratori e lavoratrici che, in abiti festivi e accompagnati dalla musica, marciavano portando striscioni, bandiere e cartelli con le loro rivendicazioni; una manifestazione in cui si tenevano discorsi politici e a volte si approvavano anche risoluzioni; e infine una festa in un locale, in una piazza o nel bosco».

Il 1. maggio del 1919, che seguì di pochi mesi lo sciopero generale, entrò nella storia poiché fu la data stabilita dai sindacati per l'introduzione della settimana lavorativa di 48 ore. In seguito la partecipazione scemò, tranne che a Basilea, dove divenne giorno festivo nel 1923. Dopo i livelli minimi della seconda guerra mondiale, i festeggiamenti del 1. maggio conobbero una ripresa. Durante la guerra fredda si trasformarono sempre più in rituali apolitici. Dalla metà degli anni Sessanta, i festeggiamenti vennero sempre più spesso frequentati da lavoratrici e lavoratori stranieri e membri di nuovi movimenti sociali. Il 1. maggio divenne un fenomeno multiculturale con rivendicazioni internazionali. Dopo il 1964 anche in altri cantoni il primo maggio fu dichiarato giorno festivo.

La manifestazione odierna in Ticino

Oggi, una manifestazione è prevista anche a Bellinzona, a partire dalle 14.00 (con ritrovo in Largo Elvezia). Tre le rivendicazioni: parità (subito), salari e pensioni migliori. Alle 14.30 il corteo si sposterà verso Piazza Governo dove, dalle 15.30, si susseguiranno gli interventi dal palco. Alle 16.00 è previsto il concerto con i Nabat. 

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