Ucraina

Putin: «Perseguiremo i nostri interessi con ogni mezzo»

Il presidente russo torna ad alzare i toni ed evoca ancora lo spettro del nucleare, una minaccia che secondo lo zar «sta aumentando»
© KEYSTONE (Mikhail Metzel, Sputnik, Kremlin Pool Photo via AP)
Ats
07.12.2022 22:16

Nel 287. giorno di guerra, il messaggio di Putin al mondo è inequivocabile: siamo ancora all'inizio. E per il successo della sua «operazione speciale», Mosca è pronta a «difendersi con tutti i mezzi a disposizione», se non resteranno altre possibilità.

Il presidente russo torna ad alzare i toni spiegando che per dare i suoi frutti, la guerra «potrebbe essere un processo lungo» nonostante i già «significativi risultati» delle conquiste russe finora ottenute sul campo. Ed evocando ancora lo spettro del nucleare, una minaccia che secondo lo zar «sta aumentando». Ma Mosca non ha intenzione di «agitare» le atomiche «come un rasoio davanti al mondo. Si tratta di un fattore di deterrenza». Perché «non siamo impazziti», sono solo uno «strumento di difesa» per rispondere ad un eventuale attacco, ha assicurato il capo di Stato russo.

Quella del leader del Cremlino è una retorica che vuole mostrare sicurezza e risolutezza mentre Mosca sembra essere invece in affanno da tempo. Ma secondo la Nato quella degli invasori è una strategia volta a «congelare il conflitto per riprendersi e lanciare nuova offensiva la prossima primavera».

Per Putin comunque «non ha senso parlare di una nuova mobilitazione» militare in Russia. Dei 300.000 chiamati alle armi, 150.000 sono stati schierati nella zona di conflitto, ha riferito il leader. Numeri che cercano di comunicare che Mosca non ha ancora dato tutto quello che può, mentre in realtà crescono le preoccupazioni del Cremlino dopo i raid ucraini dei giorni scorsi con i droni in pieno territorio russo. Secondo Kiev, nella regione di Kursk, al confine con l'Ucraina, i militari di Mosca stanno costruendo fortificazioni, nel timore di sconfinamenti delle forze armate ucraine. Per gli 007 britannici, sono preparativi che puntano ad «accendere un sentimento patriottico» e ad instillare la paura di un attacco ucraino in terra russa.

Strategia a parte, è chiaro che gli attacchi di Kiev nelle regioni russe di Ryazan, Saratov e Kursk hanno fatto salire alle stelle l'allerta a Mosca. E preoccupano anche gli Stati Uniti, tanto da spingere il segretario di Stato Antony Blinken ad assicurare che Washington «non ha né incoraggiato né permesso agli ucraini di colpire all'interno della Russia». Mentre la Casa Bianca si è detta «impegnata a garantire che gli ucraini abbiano i mezzi per difendersi e ad evitare ogni escalation della guerra. Ma alla fine sono gli ucraini a prendere le loro decisioni».

Seppur velato, il messaggio statunitense è un monito a frenare con le bombe sugli aeroporti russi, per evitare il peggio. Ma Kiev si sente forte, perché - parole del presidente Zelensky - «il dittatore Putin ha perso», anche se «sta facendo di tutto per garantire che la Russia continui a combattere, se non altro per non ammettere a se stesso e agli altri che è stato commesso un errore storico».

Sul fronte diplomatico non si muove foglia, con il segretario della Nato Jens Stoltenberg che ha ribadito come ora «non ci sono condizioni per i negoziati». Ed è certo difficile parlare di dialogo quando continuano a cadere le bombe e aumentano le vittime civili, mentre Mosca è intenta a sfruttare ogni opportunità data dall'alleato inverno per mettere in ginocchio la popolazione.

L'UE intanto ha annunciato il nono pacchetto di sanzioni contro la Russia. «Taglieremo l'accesso di Mosca a tutti i tipi di droni e veicoli aerei senza pilota», anche vietando «l'esportazione di motori verso Paesi terzi, come l'Iran, che potrebbero fornire droni alla Russia», ha assicurato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen spiegando il contenuto delle nuove misure indirizzate anche a membri delle forze armate russe, funzionari ufficiali e aziende operanti nel settore della difesa, ma anche membri della Duma, dei ministeri, dei partiti politici e governatori. «Nonché - ha aggiunto Borrell - ai cosiddetti giudici che, invece di sostenere lo stato di diritto, forniscono una falsa legittimità ai governanti russi e alle loro decisioni illegali».

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