Tesserete

Si lavora al restauro di Santo Stefano

L’Assemblea parrocchiale ha dato il via alla progettazione dell’intervento sull’iconica chiesa, a distanza di oltre settant’anni dal precedente – Si prevedono due fasi e un investimento di 3,3 milioni
© CdT/Gabriele Putzu
Federico Storni
03.12.2025 06:00

L’iconica chiesa di Santo Stefano a Tesserete si appresta ad andare sotto i ferri, per un importante restauro in due fasi che costerà circa 3,3 milioni di franchi. L’Assemblea parrocchiale negli scorsi giorni ha dato luce verde alla richiesta di credito di centomila franchi per la progettazione definitiva della prima fase dell’intervento, che impegnerà l’Ente per diversi anni. La chiesa di Santo Stefano è un bene culturale tutelato a livello cantonale, assieme al suo sagrato e al vicino sarcofago, dove leggenda vuole sia stata tumulata la Contessa Grassa, cioè colei che - ma siamo di nuovo al confine tra storia e leggenda - nel 1078 avrebbe ceduto la chiesa e delle terre ai capriaschesi per salvare l’anima sua e soprattutto dei suoi figli, che avevano ucciso il locale sacerdote.

Immortalata da Luigi Rossi

Mito a parte, la chiesa di Santo Stefano - resa iconica dal pittore Luigi Rossi, che ne raffigurò a inizio Novecento il campanile circondato da rondini in una celebre illustrazione che utilizzò anche la ferrovia Lugano-Tesserete - ha certamente origini medievali e vi si possono distinguere almeno tre differenti fasi costruttive: la parte più antica è il campanile romanico (XII/XIII secolo), poi la bassa navata tardo gotica (XV secolo) e infine la parte alta, l’abside tardo barocca (XVIII secolo). Anche all’interno si possono riconoscere differenti stili architettonici, pittorici e decorativi. L’ultimo restauro totale risale ormai a settant’anni fa, sotto la direzione dell’architetto Cino Chiesa. Nei decenni seguenti, si legge nel messaggio, «il Consiglio parrocchiale ha dovuto poi intraprendere una serie di lavori di manutenzione, vari interventi mirati e puntuali, doverosi ma non inseriti in un piano generale». A un nuovo restauro integrale si lavora in realtà già da oltre un decennio. Una prima fase conoscitiva e d’indagine, curata in particolare dall’architetto Gabriele Geronzi, è iniziata nell’ormai lontano 2012 e ha coinvolto fra gli altri l’Ufficio cantonale dei beni culturali e la Commissione diocesana per l’arte sacra.

«Inizia un impegno duraturo»

I soldi stanziati dall’Assemblea parrocchiale - tutti mezzi propri, grazie a un lascito specifico - serviranno ad allestire il progetto definitivo e la domanda di costruzione, in modo da avere un quadro quanto più preciso dei costi. Perché il nodo sarà poi trovare i finanziamenti necessari. In tal senso, oltre ai previsti contributi federali, cantonali e comuni, si busserà alla porta delle varie fondazioni che normalmente sussidiano i restauri di edifici storici. «Questo - chiosa il Consiglio parrocchiale - è il primo passo di un impegno della comunità parrocchiale dalla durata significativa volto a ridare alla nostra chiesa quell’aspetto decoroso che la sua importanza e vetustà esigono».

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