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Le prime forze di terra israeliane sono state avvistate dal lato libanese nella zona di Wazzani, nel settore orientale della linea di demarcazione tra i due Paesi – Continuano anche i raid aerei – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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«Abbiamo sparato alle truppe israeliane al confine»
BEIRUT, 01 OTT - Hezbollah ha detto di aver preso di mira truppe israeliane impegnate in 'movimenti' al confine libanese.
In un comunicato, il movimento islamista ha detto di aver preso di mira un gruppo di soldati israeliani che si trovavano "in un frutteto" di fronte alle cittadine libanesi di Adaisseh e Kafr Kila "causando vittime". (ANSA-AFP).
23:06
23:06
«Non date notizie sui movimenti delle truppe»
Il portavoce dell'Idf, Daniel Hagari, ha fatto un appello pubblico esortando gli israeliani a non condividere alcuna informazione sui movimenti delle truppe, mentre si diffondono le notizie da diverse fonti sull'operazione terrestre israeliana nel sud del Libano. Lo scrive Times of Israel.
Hagari ha sottolineato l'importanza di limitare le informazioni solo ai rapporti ufficiali, evidenziando che la diffusione di rapporti non autorizzati o speculazioni potrebbe mettere in pericolo le truppe coinvolte.
23:06
23:06
«Fuoco d'artiglieria di Israele lungo la linea Blu»
Intensi bombardamenti di artiglieria israeliani sono in corso lungo il settore orientale della linea di demarcazione tra Libano e Israele, con il lancio congiunto di bombe incendiarie e palloni termici. Lo riferisce l'agenzia governativa libanese Nna, secondo cui le località più colpite sono Aita Shaab, Kfar Kila, Blida, Wazzani, Khiam, Kfar Shuba.
23:05
23:05
«Bombardamenti israeliani a sud di Beirut»
I media libanesi riferiscono di bombardamenti israeliani a sud di Beirut, dopo che le Idf hanno intimato ai civili di evacuare da tre siti di Hezbollah nella periferia meridionale della città, nota come Dahiyeh.
Poco prima dell'attacco, il portavoce in lingua araba dell'esercito israeliano ha chiesto ai residenti di lasciare le case nella zona controllata da Hezbollah nel sud di Beirut con un messaggio sui social.
21:52
21:52
Truppe israeliane in Libano: il punto
Le truppe israeliane sono entrate in Libano, coperte da raid aerei. Al momento per un'operazione «limitata» e volta a distruggere le infrastrutture militari di Hezbollah.
Ad annunciare ufficialmente il passo avanti dell'esercito israeliano (Idf) che tutti si aspettavano è stato il Dipartimento di Stato Usa dopo che Israele ha informato Washington delle sue intenzioni. Poco dopo i media libanesi, tra cui la tv al Manar vicina al partito di Dio, hanno riferito di colpi di artiglieria vicino ai villaggi frontalieri di Wazzani, Khiyam, Alma el Chaab e Naqura.
L'uccisione di Hassan Nasrallah «è un passo importante, ma non sarà l'ultimo»: la prossima mossa nella guerra contro Hezbollah «comincerà presto», aveva avvertito poco prima il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant, mentre sul terreno si moltiplicavano i segnali di un'operazione «imminente».
In serata l'Idf ha dichiarato «zona militare chiusa» le aree al confine di Metula, Misgav Am e Kfar Giladi, mentre sull'altro versante della Linea blu i peacekeeper dell'Unifil sono stati «costretti» a fermare le attività di pattugliamento, come hanno annunciato le Nazioni Unite. L'esercito regolare di Beirut ha lasciato le postazioni vicino al confine sud, ritirandosi per 5 km.
Il governo di Benyamin Netanyahu ha assicurato all'alleato americano che si tratterà di un'azione «più contenuta» di quanto inizialmente previsto (e di quella del 2006), destinata a eliminare la minaccia di Hezbollah che continua a lanciare razzi e missili verso il nord di Israele.
A Washington tuttavia l'idea delle truppe di Netanyahu in Libano, seppure per un'operazione limitata, non sembra essere stata accolta di buon grado. «Sono al corrente ma vorrei che si fermassero», aveva detto il presidente Joe Biden appena poche ore prima, rilanciando un appello al cessate il fuoco. Il Pentagono ha deciso l'invio di alcune migliaia di truppe in Medio Oriente, per lo più aerei da caccia, per rafforzare la sicurezza delle forze americane nell'area.
Anche la Francia - con il neo ministro degli Esteri Jean-Noel Barrot in visita a Beirut per incontrare il premier Najib Mikati e gli altri vertici dello Stato - aveva invitato Israele «ad astenersi da qualsiasi incursione terrestre» e a cessare le ostilità, ed «Hezbollah a fare lo stesso», ricordando che la proposta franco-americana lanciata all'Onu per 21 giorni di tregua «è ancora sul tavolo». Ma, aveva avvertito Barrot, «resta poco tempo».
L'operazione terrestre è stata infatti preparata da tempo: stando a fonti israeliane citate dal Wall Street Journal e da Nbc News, le forze speciali dell'Idf hanno già condotto, sia di recente che nei mesi scorsi, azioni lampo in territorio libanese, fino a entrare nei tunnel lungo al confine, con l'obiettivo di raccogliere informazioni sulle posizioni e le capacità di Hezbollah in vista di un attacco di terra.
Orfano di Nasrallah e alle prese con la successione del leader e la delicata organizzazione dei suoi funerali, Hezbollah intanto ha ostentato sicurezza: «Siamo pronti al corpo a corpo con i soldati israeliani se dovessero invadere il Libano», ha avvertito il numero due del partito di Dio, Naim Qassem, assicurando che «Israele non riuscirà a raggiungere i suoi obiettivi».
Anche l'Iran ha giurato vendetta: «Il sangue del martire Nasrallah accelererà la caduta del regime di Israele e dei suoi leader», ha minacciato il generale Abdolrahim Mousavi, comandante in capo dell'esercito della Repubblica islamica. Ma il regime degli ayatollah - da mesi messo alla prova da azioni più o meno dirette di Israele senza tuttavia contrattacchi significativi - ha già anticipato che non invierà suoi militari in Libano né a Gaza.
«Le nazioni della regione, così come la resistenza in Libano e Palestina, hanno forza e capacità sufficienti per difendersi», ha detto il portavoce del ministero degli Esteri Nasser Kanani, smentendo al tempo stesso che Teheran sia il manovratore delle milizie sciite nell'area, dagli Hezbollah in Libano, all'Iraq, allo Yemen con gli Houthi, che dopo i raid aerei di domenica su Hodeida hanno annunciato di voler intensificare i loro attacchi contro Israele.
È proprio ai civili iraniani che Netanyahu si è rivolto in un inconsueto video messaggio «al nobile popolo persiano», promettendo loro che il Paese sarà «libero prima di quanto la gente pensi» e che quel giorno «i nostri due popoli antichi, il popolo ebraico e il popolo persiano, saranno finalmente in pace». «In ogni momento, il regime vi avvicina all'abisso», ha aggiunto il premier israeliano assicurando ancora una volta che «non esiste un luogo in Medio Oriente che Israele non può raggiungere».
I jet dell'Idf continuano intanto a martellare il Paese dei Cedri, non più solo nel sud del Libano o nella periferia di Beirut roccaforte dei miliziani sciiti: nella notte tra domenica e lunedì un raid ha colpito per la prima volta dall'8 ottobre il centro della capitale, distruggendo due piani di un edificio nel quartiere di Kola e uccidendo - ha rivendicato l'esercito - il leader del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, Nadal Abdel-Alel, insieme ad altri due dirigenti della formazione. In un attacco nel sud è invece stato ucciso il leader di Hamas in Libano, Fateh Sherif Abu el-Amin.
21:29
21:29
«Continuano anche le operazioni aeree»
Le prime forze di terra israeliane sono state avvistate dal lato libanese nella zona di Wazzani, nel settore orientale della linea di demarcazione tra i due Paesi. Lo riferiscono media libanesi, secondo cui le prime azioni israeliane sono guidate da forze del genio e dalle forze speciali.
Secondo la tv israeliana Kan, mentre tank israeliani sarebbero già entrati in Libano, sono anche in corso raid aerei e massicci attacchi di artiglieria contro postazioni di Hezbollah nel villaggio di confine di Wazzani, vicino a Ghajar. «Non è chiaro su quale fronte si stiano concentrando le operazioni», ha detto Kan.
20:52
20:52
«Spari di tank e artiglieria nel sud del Libano»: l'operazione di terra israeliana è iniziata
Le forze dell'IDF stanno sparando con carri armati e artiglieria nel sud del Libano. Lo riporta Haaretz. Il dipartimento di Stato Usa ha inoltre annunciato che Israele sta compiendo «al momento operazioni terrestri limitate» in Libano.
Secondo fonti citate dall'agenzia di stampa Reuters, l'esercito regolare libanese si è ritirato da «diverse posizioni al confine meridionale con Israele», aggiungendo che un portavoce dell'esercito libanese non ha confermato né smentito tali notizie. L'esercito libanese, lo ricordiamo, fa parte delle forze armate nazionali ufficiali del Libano, sotto il controllo del governo centrale, e non sta conducendo un'offensiva militare contro Israele, a differenza di Hezbollah.
La tv libanese al Manar, affiliata a Hezbollah, ha riferito di «colpi sionisti di artiglieria» vicino ai villaggi frontalieri di Wazzani, la valle di Khiam, Alma el Chaab e Naqura nel sud del Libano. L'agenzia di stampa libanese Ani riferisce invece di «importanti colpi di artiglieria contro Wazzani». Queste località si trovano davanti alle comunità israeliane dichiarate chiuse dall'Idf dall'altra parte del confine.
20:41
20:41
Guterres contro qualsiasi tipo di invasione di terra in Libano
Il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, è contro «qualsiasi» invasione di terra in Libano da parte di Israele. Lo ha detto il portavoce del Palazzo di Vetro Stephane Dujarric, ribadendo che «non vogliamo vedere alcun tipo di invasione via terra».
20:41
20:41
L'Idf dichiara «zona militare chiusa» il nord di Israele
L'esercito israeliano (Idf) ha annunciato di aver dichiarato «zona militare chiusa» le aree di Metula, Misgav Am e Kfar Giladi, nel nord di Israele al confine con il Libano.
L'esercito afferma che la decisione è stata presa in seguito ad una nuova valutazione. L'ordine è stato firmato dal capo del Northern Command, generale Ori Gordin. «L'Idf chiarisce che l'ingresso in quest'area è severamente vietato», aggiunge.
Nel frattempo l'esercito libanese ha reso noto che sta riposizionando le sue truppe nel sud dopo le minacce di incursioni israeliane
20:40
20:40
«Le forze di pace ONU costrettere a interrompere i pattugliamenti»
Il portavoce dell'Onu ha dichiarato che l'Unifil, le forze di pace in Libano, sono state costrette a fermare le attività di pattugliamento.
I peacekeeper dell'Onu in Libano «non sono in grado» di pattugliare il terreno, ha detto il portavoce del Palazzo di Vetro, Stephane Dujarric.
«I nostri caschi blu Unifil rimangono in posizione nell'area di responsabilità della missione, mentre l'intensità dei combattimenti impedisce i loro movimenti e la capacità di svolgere i compiti loro assegnati», ha detto la portavoce in conferenza stampa.
«Data l'intensità dei razzi, non sono in grado di effettuare pattugliamenti», ha aggiunto riferendosi alla forza delle Nazioni Unite in Libano, che conta circa 10.000 uomini tra cui circa 1.000 soldati italiani.
20:09
20:09
Houthi: «Intensificheremo gli attacchi contro Israele»
Gli Houthi dello Yemen hanno dichiarato che intensificheranno le operazioni militari contro Israele in risposta ai suoi attacchi nel Paese, all'indomani del raid israeliano contro obiettivi Houthi che, secondo il portavoce del gruppo yemenita, ha causato cinque morti e 57 feriti.
19:40
19:40
Hashem Safieddine: il profilo del probabile erede di Nasrallah
Anche senza il suo leader storico, Hassan Nasrallah, ucciso da Israele a Beirut in un clamoroso e sanguinoso attacco, Hezbollah manda segnali di vita: oltre a continuare a sparare colpi dal sud del Libano verso la Galilea e a dirsi pronto a confrontarsi col nemico in caso di invasione di terra, il partito si prepara a nominare il nuovo segretario generale, da più parti indicato come Hashem Safieddine, cugino materno di Nasrallah.
Il numero due del partito, lo shaykh Naim Qassem, è apparso in un breve discorso televisivo - il primo di Hezbollah dopo il clamoroso attacco di venerdì scorso su Beirut - per confermare che la resistenza armata a Israele continua: anche perché, ha detto Qassem visibilmente emozionato, Nasrallah aveva lasciato una serie di piani in caso di una sua morte.
Fonti interne a Hezbollah affermano che per il momento non è possibile organizzare i funerali pubblici e di massa del sayyid (discendente del profeta Maometto) Nasrallah. Anche perché, affermano le fonti, la priorità è ora quella di riorganizzare l'assetto interno del movimento sbaragliato, almeno in apparenza, dalle decapitazioni dei vertici politico-militari, disorientato come non mai dagli attacchi alle telecomunicazioni interne, e costretto a rintanarsi nei bunker dagli incessanti raid aerei nemici sul sud, nella valle orientale della Bekaa e in diverse zone di Beirut.
In attesa di poter porgere con tutti gli onori l'estremo saluto al leader Nasrallah, l'Iran e quel che rimane dei vertici del partito armato libanese attendono il momento più opportuno per annunciare la nomina di Safieddine come segretario generale. Poco più giovane di Nasrallah, Safieddin è suo cugino da parte materna. Ha 60 anni ed è originario del sud del Libano. Appartiene a una famiglia sciita di rango e, anche lui, come il suo predecessore, indossa un turbante nero, privilegio e onere dei sadat (singolare: sayyid), i discendenti del profeta secondo la tradizione sciita.
Safieddin è indicato come legato a doppio filo all'Iran. Più di quanto non fosse Nasrallah, presentato da tempo come una figura autorevole e, in un certo senso, capace di interloquire alla pari persino con Ali Khamenei, il leader iraniano.
Safieddine, che ha studiato assieme a Nasrallah nelle scuole religioso-politiche di Najaf, in Iraq, e di Qom in Iran, era stato designato dai vertici della Repubblica islamica come il successore designato di Nasrallah già nel lontano 2009: quando Hezbollah era al culmine della sua parabola ascendente come forza politica libanese e si preparava a diventare una forza regionale di spicco grazie al suo intervento diretto nel conflitto fratricida siriano.
Il fratello di Safieddin, Abdallah, è da anni il rappresentante di Hezbollah a Teheran. Mentre suo figlio Rida è sposato con Zeinab Soleimani, figlia del defunto comandante delle Brigate Qods dei Pasdaran iraniani, il generale Qasem Soleimani, a lungo descritto come l'architetto della politica estera e di difesa iraniana in Medio Oriente, ucciso dagli Stati Uniti il 3 gennaio 2020 a Baghdad.
19:27
19:27
Il Pentagono invia altri soldati in Medio Oriente
Il Pentagono ha annunciato l'invio di "poche migliaia" di truppe in Medio Oriente per rafforzare la sicurezza ed essere pronti a difendere Israele se necessario.
La vice portavoce del dipartimento della Difesa Sabrina Singh ha precisato che si tratterà per la maggior parte di più squadroni di aerei da caccia. "I jet saranno lì per la protezione delle forze statunitensi", ha aggiunto.
19:27
19:27
Hezbollah usa per la prima volta il missile balistico Nur
Hezbollah ha detto poco fa di aver usato per la prima volta il missile balistico Nur (Noor). Si tratta di un missile da crociera antinave a lungo raggio prodotto dall'Iran sul modello del missile cinese C-802.
Stando a quanto riferito dal Times of Israel, il missile sarebbe stato lanciato sulla comunità di confine israeliana evacuata di Kfar Giladi. Secondo l'Idf, un proiettile lanciato dal Libano ha colpito un'area aperta vicino alla comunità, senza causare feriti.
19:03
19:03
Hezbollah prepara la resistenza nei tunnel del sud
Una vera e propria città sottoterra, con tunnel ampi quanto gallerie ferroviarie illuminati a giorno e collegati direttamente con le rampe di lancio di missili balistici a media e lunga gittata puntati contro Israele, si snoda sotto la superficie del sud del Libano, lì dove i jet israeliani fanno da mesi terra bruciata.
Gli Hezbollah libanesi assicurano di essere pronti a resistere con ogni mezzo all'invasore israeliano. E ribadiscono di avere a disposizione una fitta rete di cunicoli e bunker sotterranei rimasti intatti nonostante gli intensi e incessanti bombardamenti a tappeto di Israele.
Mentre si allestiscono le trincee, la società civile lasciata pressoché da sola da uno Stato che appare inesistente tenta di organizzarsi per contenere una tragedia umanitaria dai contorni ancora tutti da definire. C'è chi dal Libano e dall'estero coordina gruppi di organizzazioni non governative locali perché distribuiscano aiuti e beni di prima necessità alla marea di sfollati riversatasi sulla capitale Beirut e in altre zone considerate sicure.
C'è chi tenta di organizzare donazioni di sangue e chi, a bordo di pulmini e auto private, entra nelle località e nei quartieri presi d'assalto dai profughi consegnando porta a porta materassi, coperte, latte in polvere per neonati.
"Sono scene già viste mille altre volte in Libano eppure ci sentiamo in una situazione molto diverse dal passato", afferma Janette, operatrice umanitaria di Beirut. "In poco tempo siamo stati tutti sopraffatti, sia per i numeri degli sfollati sia per le emozioni dolorose che ci colpiscono ogni ora".
L'esercito libanese, mai dispiegato per contrastare Israele ma che da tempo svolge compiti di polizia, è presente in massa a Beirut e Tripoli, nel nord. "Siamo qui per evitare che si creino attriti e violenze tra gruppi di cittadini", afferma un ufficiale dell'esercito, incaricato di sostare col suo blindato in una strada di Tripoli.
Raggiunto telefonicamente tramite un attivista locale, l'ufficiale preferisce rimanere anonimo perché non autorizzato a rilasciare dichiarazioni ai media: "C'è timore in giro che in questa situazione così instabile e con una quantità enorme di sfollati, qualcuno ne possa approfittare per seminare divisioni interne", afferma il militare.
La paura di una nuova guerra civile è stata però finora allontanata da una vera e propria gara di solidarietà inter-comunitaria tra le regioni più colpite e quelle meno esposte: dalla Bekaa al sud, un numero sempre crescente di famiglie cerca riparo sul Monte Libano. A parte alcuni episodi, sporadici, in cui abitanti locali hanno provato a impedire agli sfollati di raggiungere i rifugi improvvisati, i libanesi appaiono, per ora, uniti nell'aiutarsi gli uni con gli altri.
Alle frontiere con la Siria aumenta poi in maniera impressionante il flusso di siriani - già profughi in Libano - e libanesi che cercano riparo oltre frontiera, proprio lì dove da più di 13 anni si consuma una delle guerre più sanguinose e protratte di tutto il globo. Secondo l'Onu, dall'inizio della nuova offensiva israeliana in Libano, sono 100mila le persone che sono fuggite nella vicina Siria.
19:01
19:01
«Presto il prossimo passo della guerra a Hezbollah»
«Il prossimo passo della guerra contro Hezbollah comincerà presto». Lo ha detto il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant parlando con i sindaci delle comunità del nord del Paese, al confine con il Libano. «Sarà un fattore significativo nel cambiare la situazione di sicurezza e ci consentirà di completare l'importante missione di far tornare i residenti alle loro case», ha aggiunto, citato da Times of Israel.
19:01
19:01
«Meno soldi dalla Svizzera all'UNRWA? Incomprensibile»
Il commissario generale dell'agenzia dell'Onu per i profughi palestinesi (Unrwa), Philippe Lazzarini, ha definito oggi "incomprensibile" l'attitudine di Berna nei confronti dell'organo da lui guidato. Venerdì scorso il Consiglio federale ha annunciato che quest'anno non verserà altri 10 milioni nelle sue casse.
"Questa decisione va contro il parere della comunità internazionale", ha commentato il neocastellano a Ginevra davanti ai media. Ad eccezione degli Stati Uniti, tutti i Paesi che avevano temporaneamente sospeso gli aiuti finanziari li hanno ripresi.
La decisione è "incomprensibile, soprattutto se proviene dalla Svizzera", depositaria delle Convenzioni di Ginevra e sostenitrice del multilateralismo, ha insistito Lazzarini. Il diplomatico, con la doppia cittadinanza elvetica e italiana, spera ancora che venga "rivista".
"Come cittadino svizzero, faccio fatica a riconoscermi", ha aggiunto il capo dell'Unrwa. A maggio sono stati sbloccati 10 milioni della consueta dotazione svizzera di 20 milioni per l'agenzia, ma solo per le necessità vitali e urgenti a Gaza.
La scelta è stata giustificata dal governo con la riduzione dei finanziamenti umanitari per il 2024, votata dal Parlamento. Inoltre, il Consiglio nazionale ha accolto una mozione che chiede di interrompere immediatamente il sostegno all'Unrwa, a causa del legame tra suoi dipendenti e il massacro contro Israele del 7 ottobre 2023. Gli Stati devono ancora esprimersi.
18:36
18:36
«Israele si astenga da un'azione terrestre in Libano»
«Esorto Israele ad astenersi da qualsiasi azione terrestre» in Libano e «a cessare il fuoco», e «Hezbollah a fare lo stesso». Lo ha detto il ministro degli Esteri francese Jean-Noel Barrot in conferenza stampa a Beirut dove ha incontrato i vertici del Paese dei Cedri.
18:08
18:08
Biden contrario a un'operazione di terra del Libano
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha chiesto un cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah, dichiarandosi contrario a una potenziale invasione di terra israeliana del Libano.
«Israele starebbe per lanciare una limitata operazione di terra in Libano. Ne è consapevole? È a suo agio con questo piano?», ha domandato un giornalista in conferenza stampa. Questa la risposta di Biden: «Sono più consapevole di quanto possiate immaginare e sono a mio agio con un loro stop. Dovremmo avere un cessate il fuoco adesso».
17:41
17:41
«Successi storici ma ci attendono grandi sfide»
Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu ha aperto la riunione di governo affermando che Israele «è in guerra per la sua stessa esistenza» e che «stiamo facendo il lavoro che il popolo di Israele e generazioni di israeliani si aspettano che facciamo».
Israele, ha aggiunto, sta vivendo «giorni di successi storici, ma anche grandi sfide che ci attendono ancora». Lo riporta Haaretz.
Il premier israeliano ha ringraziato i cittadini di Israele «per essere rimasti fermi» e ha detto che «se uniamo le forze e andiamo mano nella mano, sconfiggeremo i nostri nemici».
17:41
17:41
Berlino invia un aereo militare in Libano per evacuare i propri diplomatici
Il governo tedesco ha annunciato l'invio di un aereo militare per evacuare il personale diplomatico e le loro famiglie in Libano.
«Un aereo A321 dell'aeronautica militare è volato oggi a Beirut per supportare la partenza dei colleghi e delle loro famiglie», si legge in una dichiarazione congiunta dei ministeri degli Esteri e della Difesa, precisando che l'evacuazione riguarda il personale «non essenziale» dell'ambasciata, che resta «operativa». Verranno rimpatriati anche i dipendenti di altre organizzazioni tedesche, nonché le loro famiglie, e «cittadini tedeschi particolarmente a rischio a causa di circostanze mediche».
17:38
17:38
«Circa 25 razzi sono stati lanciati verso la Galilea»
L'esercito israeliano ha dichiarato che sono stati lanciati circa 25 razzi verso la regione della Galilea occidentale, alcuni sono stati intercettati e altri sono caduti in aree aperte. Lo riporta Haaretz.
17:37
17:37
«Primo raid israeliano nel nord del Libano»
Un raid israeliano ha colpito, per la prima volta dall'inizio della guerra, il villaggio di Ainata al Arz, nel nord del Libano, tra i distretti di Bsharre e Baalbeck. Lo riferisce L'Orient Le Jour.
16:37
16:37
Israele a Washington: «L'operazione di terra in Libano è imminente»
Israele sta pianificando un'operazione di terra limitata in Libano che potrebbe iniziare a breve, ha dichiarato un funzionario statunitense al Washington Post. La campagna pianificata da Israele sarebbe più piccola rispetto all'ultima guerra contro Hezbollah nel 2006 e si concentrerebbe sullo sgombero delle infrastrutture dei militanti lungo il confine per eliminare la minaccia alle comunità israeliane di confine, ha detto il funzionario al quotidiano statunitense, parlando a condizione di anonimato per discutere dei colloqui privati tra i due governi.
16:19
16:19
L'Idf conferma l'uccisione del leader di Fronte per la Palestina
L'Idf ha confermato di aver ucciso il leader del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, Nadal Abdel-Alel, in un attacco in Libano. Era responsabile della direzione delle attività in Cisgiordania. Anche il capo dell'ufficio militare del Fronte, Emad Odeh, è stato ucciso nell'attacco. Lo riportano i media israeliani.
16:07
16:07
«A Beirut ucciso il comandante dell'unità razzi di Hezbollah»
L'esercito israeliano ha annunciato di aver ucciso il comandante dell'unità dei razzi a lungo raggio di Hezbollah, Eid Hassan Nazar, in un raid a Beirut. Secondo l'Idf, era «un comandante veterano dell'organizzazione e un centro di conoscenza nel campo dei razzi».
Nel raid sono morti anche un comandante dell'unità dei missili di precisione, il suo vice, e altri comandanti dell'unità responsabile del lancio di missili nel centro di Israele la scorsa settimana, aggiunge l'Idf che ha colpito anche le riserve di missili di Hezbollah. Lo riporta Haaretz.
15:49
15:49
«Il mondo è più sicuro senza Nasrallah»
"Il mondo è più sicuro dopo la morte di Nasrallah": lo ha affermato il segretario di stato Usa Antony Blinken. "Gli Stati Uniti continueranno a cercare una soluzione diplomatica per il Libano: la diplomazia resta la migliore opzione per la pace in Medio Oriente", ha aggiunto.
15:19
15:19
Netanyahu risale nei sondaggi grazie alla guerra contro Hezbollah
La campagna contro Hezbollah con i raid e la decapitazione della milizia sciita, a partire dal leader Nasrallah, giova al gradimento del premier israeliano Benyamin Netanyahu, che dopo il 7 ottobre aveva avuto un crollo nel consenso e nell'immagine, da lui sbandierata, di 'Mister Sicurezza'.
Un sondaggio pubblicato ieri dal canale israeliano Channel 12 ha mostrato che se si andasse al voto oggi, il Likud vincerebbe 25 seggi su 120 della Knesset, diventando il partito più grande. Netanyahu gode del 38% di sostegno, sempre secondo il sondaggio.
«Gli scontri regionali sono positivi per Netanyahu - ha detto alla Cnn la sondaggista e analista Dahlia Scheindlin -. Sembrano essere chiaramente il fattore che ha contribuito alla sua ripresa». Nel novembre del 2022 Netanyahu aveva formato un governo di coalizione con l'estrema destra sulla scia dei 32 seggi che il suo partito si era assicurato alla Knesset.
Dopo l'attacco di Hamas, una serie di sondaggi d'opinione suggeriva che se si fossero tenute le elezioni, il Likud avrebbe ottenuto solo 17 seggi, mettendo a repentaglio la sopravvivenza del governo.
Gli ultimi attacchi sferrati contro il Libano hanno determinato un'inversione di tendenza. Sebbene il Likud farebbe ancora fatica a formare un governo se si votasse oggi, il gradimento del suo leader è risalito a livelli inimmaginabili subito dopo gli attacchi di Hamas di quasi un anno fa.
14:50
14:50
Esercito libanese: «Un soldato ucciso da un drone israeliano»
L'esercito libanese ha annunciato la morte di un suo soldato in un attacco di droni israeliano nel sud del Libano.
Si apprende intanto che le forze speciali israeliane stanno conducendo operazioni all'interno del Libano in vista di un potenziale assalto via terra. A riferirlo è Nbc News citando un funzionario israeliano secondo cui nel Libano del sud sono state avviate operazioni di piccole forze, progettate per raccogliere informazioni e sondare le posizioni di Hezbollah.
14:26
14:26
Beirut, 6 soccorritori di Hezbollah uccisi in un raid israeliano
Il ministero della Sanità libanese ha dichiarato che un attacco israeliano ha oggi ucciso sei soccorritori del Comitato sanitario islamico, affiliato a Hezbollah, nella Valle della Bekaa, nell'est del Paese.
«Un attacco nemico al centro di protezione civile del Comitato sanitario islamico ha ucciso sei membri del personale di emergenza e ne ha feriti altri quattro» nella città di Sohmor, ha dichiarato il ministero in un comunicato, condannando «il fatto che Israele abbia preso di mira i servizi di soccorso».
E' salito a 45 morti il bilancio dei morti nel raid israeliano di ieri a Ain al-Delb vicino alla città di Sidone, nel sud del Libano. Lo riferisce il ministero della Sanità libanese aggiungendo che i feriti sono 70.
L'agenzia libanese Ani ha precisato che il raid ha colpito un edificio che, secondo un corrispondente dell'Afp, sarebbe completamente crollato.
13:33
13:33
Gallant: «Per riportare i cittadini a casa useremo tutte le forze»
Il ministro della Difesa Yoav Gallant ha incontrato i soldati dei corpi corazzati al confine settentrionale di Israele e ha detto loro che per far tornare i cittadini israeliani nelle loro case nel nord, «faremo uso di tutte le nostre capacità, compresi voi». Lo riportano i media israeliani.
Secondo Gallant, riportare i cittadini nelle loro case è «la missione dell'Idf ed è ciò che faremo, e schiereremo tutto ciò che sarà necessario: voi, altre forze, dall'aria, dal mare e dalla terra».
Gallant ha anche affermato che l'assassinio del capo di Hezbollah, Hassan Nasrallah, è «un passo molto importante, ma non è tutto».
Dal canto suo, il capo della Magistratura iraniana, Gholam-Hossein Mohseni-Eje'i, commentando l'uccisione del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, la scorsa settimana a Beirut, ha dichiarato: «oggi, milioni di persone nei Paesi islamici chiedono di unirsi alle fila dei combattenti della resistenza in Libano e Gaza per combattere e condurre la jihad (guerra santa) contro i criminali sionisti». Lo ha affermato il capo della Magistratura iraniana, Gholam-Hossein Mohseni-Eje'i, commentando l'uccisione del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, la scorsa settimana a Beirut.
«Oggi, la Repubblica islamica dell'Iran sostiene più che in passato il movimento di resistenza, e in particolare gli Hezbollah libanesi. I nemici dovrebbero sapere che la scuola della resistenza e della jihad non sarà distrutta da omicidi», ha aggiunto, come riferisce Isna, affermando che «la vendetta dei martiri di alto rango della resistenza arriverà per mano dei credenti».
«L'Iran ha ripetutamente annunciato che non ha proxy nella regione e che Teheran non controlla alcun gruppo», ha affermato da parte sua il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Nasser Kanani, come riporta Irna, facendo riferimento alle forze filo iraniane nella regione come gli Houthi yemeniti, Hezbollah in Libano e le milizie sciite in Iraq. «L'Iran agisce in modo deciso a favore della sua sicurezza», ha detto il funzionario, aggiungendo che Teheran «non aspetta che qualcuno difenda il popolo palestinese e per questo ha pagato fin dall'inizio della Rivoluzione islamica».
12:09
12:09
L'IDF conferma l'uccisione del capo di Hamas in Libano
L'esercito israeliano ha confermato l'uccisione del capo di Hamas in Libano, Fateh Sherif Abu el-Amin. È quanto si legge in un comunicato pubblicato su Telegram.
«Nella notte, durante un'attività congiunta dell'Idf (l'esercito, ndr) e dell'Isa (l'Agenzia di sicurezza, ndr) basata sull'intelligence, l'Iaf (l'Aeronautica militare, ndr) ha colpito ed eliminato il terrorista Fateh Sherif, capo del ramo libanese dell'organizzazione terroristica di Hamas», si legge nel comunicato.
«Sherif era responsabile del coordinamento delle attività terroristiche di Hamas in Libano con gli agenti di Hezbollah. Era anche responsabile degli sforzi di Hamas in Libano per reclutare agenti e acquisire armi - prosegue la nota -. Ha guidato gli sforzi dell'organizzazione terroristica di Hamas per il rafforzamento delle forze in Libano e ha operato per promuovere gli interessi di Hamas in Libano, sia politicamente che militarmente. L'Idf e l'Isa continueranno ad operare contro chiunque rappresenti una minaccia per i civili dello Stato di Israele».
Le forze speciali israeliane hanno condotto piccole incursioni mirate nel Libano meridionale, raccogliendo informazioni e indagando in vista di una possibile incursione terrestre più ampia, che potrebbe avvenire già questa settimana. Lo riporta il Wsj citando fonti a conoscenza.
I raid, che hanno incluso l'ingresso nei tunnel di Hezbollah situati lungo il confine, si sono verificati sia di recente che negli ultimi mesi, e rientrano nel più ampio sforzo di Israele per ridurre le capacità di Hezbollah lungo il confine che divide Israele e Libano, hanno affermato le fonti.
Libano pronto
Dal canto suo, Il primo ministro libanese Najib Mikati ha affermato che il governo è pronto a schierare l'esercito nel sud del Paese: lo riporta Al Jazeera. Allo stesso tempo, parlando ai media, Mikati ha ribadito l'impegno per un cessate il fuoco immediato.
Sul tema si è espresso anche il Cremlino: i «bombardamenti indiscriminati su aree residenziali in Libano» porteranno «inevitabilmente a una catastrofe umanitaria come stiamo vedendo a Gaza». Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato dall'agenzia Ria Novosti.
È «molto alto» il rischio di una vasta guerra in Medio Oriente come conseguenza dell'uccisione del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, ha aggiunto Peskov. I raid israeliani sul Libano hanno portato a «una significativa destabilizzazione della situazione nella regione», ha proseguito il portavoce del Cremlino citato da Interfax.
Il presidente degli Emirati arabi uniti (Eau), lo sceicco Mohamed bin Zayed Al Nahyan, ha intanto ordinato la consegna di un pacchetto urgente di aiuti da 100 milioni di dollari (89,3 milioni di euro) al Libano. Lo riporta l'agenzia di stampa ufficiale Wam.
«L'iniziativa fa parte dei continui sforzi degli Emirati Arabi Uniti per sostenere il Libano attraverso le sue sfide attuali, sottolineando l'impegno costante della nazione nell'assistere il popolo libanese», si legge in un comunicato.
Da parte sua, il comandante in capo dell'Esercito iraniano, il generale Abdolrahim Mousavi, ha lanciato un avvertimento a Israele, affermando che lo Stato ebraico deve aspettarsi una risposta da parte dell'Iran dopo l'uccisione a Beirut di Hassan Nasrallah, il leader di Hezbollah. «Aspettatela», ha detto Mousavi in riferimento ad una risposta da parte di Teheran, riferisce Mehr, commentando il raid di Israele della scorsa settimana a Beirut in cui sono stati uccisi Nasrallah e anche il generale delle Guardie della rivoluzione iraniana, Abbas Nilforoushan.
«Il sangue del martire Nasrallah accelererà la caduta del regime di Israele e dei suoi leader», ha detto Mousavi, aggiungendo che «quello che dice il nemico è soprattutto basato su operazioni psicologiche» e che Israele tenta di presentare una situazione vittoriosa mentre in realtà si sta muovendo in modo rapido verso la sua distruzione.
11:25
11:25
Hezbollah: «Pronti a affrontare Israele sul terreno»
Siamo pronti ad affrontare Israele sul terreno se dovessero invadere il Libano. Lo ha detto il numero due di Hezbollah Naim Qassem in un discorso tv. «Israele non riuscirà a raggiungere i suoi obiettivi», ha aggiunto.
Il defunto leader di Hezbollah, Hasan Nasrallah, ucciso venerdì scorso a Beirut da Israele, aveva predisposto piani alternativi perché Hezbollah possa continuare la sua azione di resistenza contro Israele a partire dalla sua leadership, ha aggiunto Naim Qassem, numero due del Partito di Dio nel discorso televisivo.
Hezbollah nominerà «il prima possibile» il nuovo segretario generale dopo l'uccisione da parte di Israele del defunto leader Hasan Nasrallah, ha precisato Naim Qassem.
«Il regime sionista usurpatore non otterrà niente da crimini di questo tipo non compenserà mai la sua irreparabile sconfitta ricorrendo a questi crimini», ha dichiarato da parte sua il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Nasser Kanani, parlando del raid israeliano a Beirut che ha ucciso la scorsa settimana il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah.
«Gli Stati Uniti non guadagneranno nulla da tutti questi crimini e non compenseranno i loro fallimenti nella regione», ha aggiunto il funzionario, come riferisce Irna, affermando che nonostante la morte di Nasrallah «la scuola di pensiero» del leader di Hezbollah è ancora viva. «Senza dubbio, il fronte della resistenza e il popolo libanese celebreranno la morte del sionismo e la liberazione della sacra Gerusalemme presto», ha detto Kanani.
Dal canto suo, il ministro egli Esteri israeliano Israel Katz, come riporta Al Jazeeram ha dichiarato che «l'unico modo accettabile per Israele di cessare il fuoco (in Libano, ndr) è spostare Hezbollah a nord del (fiume, ndr) Litani e disarmarlo».
Per un cessate il fuoco in Libano è necessaria anche l'attuazione di tutte le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, ha aggiunto: «Finché ciò non avverrà, Israele continuerà le sue azioni per garantire la sicurezza dei cittadini israeliani e il ritorno dei residenti del nord alle loro case».
Intanto, circa 35 razzi hanno attraversato questa mattina il Libano per entrare in territorio israeliano, «numerosi» dei quali «sono stati intercettati e altri sono caduti in aree aperte»: lo ha reso noto l'esercito israeliano (Idf) su Telegram.
Il messaggio segue l'attivazione delle sirene antiaeree nelle aree delle alture meridionali del Golan, dell'Alta Galilea e della comunità di Snir.
I media siriani riferiscono invece che le esplosioni sentite alla periferia di Damasco sono le difese aeree attive. «I suoni delle esplosioni sono la reazione dell'esercito contro un obiettivo ostile», riporta la radio filo-governativa Sham Fm, aggiungendo che l'obiettivo è probabilmente un drone. Lo riporta il Times of Israel.
11:24
11:24
Parla il numero due di Hezbollah
Il numero 2 di Hezbollah, Naim Qassem, sta parlando in un discorso televisivo in Libano. Lo ha annunciato la tv al Manar di Hezbollah.
Dal canto suo, il ministro egli Esteri israeliano Israel Katz, come riporta Al Jazeeram ha dichiarato che «l'unico modo accettabile per Israele di cessare il fuoco (in Libano, ndr) è spostare Hezbollah a nord del (fiume, ndr) Litani e disarmarlo».
Per un cessate il fuoco in Libano è necessaria anche l'attuazione di tutte le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, ha aggiunto: «Finché ciò non avverrà, Israele continuerà le sue azioni per garantire la sicurezza dei cittadini israeliani e il ritorno dei residenti del nord alle loro case».
Intanto, circa 35 razzi hanno attraversato questa mattina il Libano per entrare in territorio israeliano, «numerosi» dei quali «sono stati intercettati e altri sono caduti in aree aperte»: lo ha reso noto l'esercito israeliano (Idf) su Telegram.
Il messaggio segue l'attivazione delle sirene antiaeree nelle aree delle alture meridionali del Golan, dell'Alta Galilea e della comunità di Snir.
09:57
09:57
«Gli USA temono un attacco iraniano su Israele»
L'amministrazione Biden teme che l'Iran stia pianificando un attacco in seguito all'uccisione del leader di Hezbollah Hassan Nasrallah da parte di Israele e sta collaborando con lo Stato ebraico per la difesa, ha affermato ieri sera un funzionario statunitense.
Lo sostiene la Cnn citando fonti che affermano che si stanno preparando difese congiunte per respingere un attacco in seguito ai cambiamenti nell'assetto militare degli Stati Uniti, ha aggiunto il funzionario.
Gli Usa hanno guidato una difesa multinazionale di Israele a metà aprile, quando l'Iran lanciò oltre 300 droni e missili contro Israele.
Intanto, oggi, i ministri degli Esteri Ue, a quanto si apprende, terranno una riunione in videocall sull'escalation della crisi in Libano e in Medio oriente. La riunione è prevista nel pomeriggio.
Questa mattina alcuni razzi sono stati intercettati dalle batterie antimissili israeliane nell'area di Safed, in Galilea, dopo che le sirene di allarme hanno risuonato nella cittadina. Non si segnalano feriti. Lo riferiscono i media dello Stato ebraico.
Nel frattempo, il portavoce dell'esercito israeliano (Idf) ha annunciato che questa mattina un drone è stato intercettato dopo aver attraversato lo spazio aereo delle acque economiche di Israele, nel nord del Paese. Il velivolo, lanciato dal Libano, era diretto verso una piattaforma di gas. Lo riferisce la radio militare.
L'aeronautica militare israeliana ha inoltre annunciato di aver attaccato ieri con «decine di aerei», sia da combattimento, sia da rifornimento, «obiettivi militari appartenenti al regime terroristico Houthi nelle aree di Ras Issa e Hodeidah nello Yemen, comprese le centrali elettriche e un porto marittimo utilizzati dagli Houthi per l'importazione di petrolio per scopi militari»: lo ha reso noto l'Idf su Telegram.
Ieri l'Idf aveva già annunciato che gli aerei da caccia di Israele avevano volato fino a 1.800 chilometri di distanza dal confine del Paese per colpire i porti di Hodeidah e Ras Issa, usati dai ribelli per il rifornimento di armi e petrolio.
Frattanto, circa 100.000 persone sono fuggite dal Libano in Siria durante gli attacchi israeliani: lo riportano le Nazioni Unite.
«Il numero di persone, cittadini libanesi e siriani, che sono entrate in Siria dal Libano in fuga (...) ha raggiunto quota 100'000», ha scritto su X l'Alto Commissario per i rifugiati dell'Onu, Filippo Grandi, aggiungendo che «il deflusso continua».
07:44
07:44
Ucciso il capo di Hamas in Libano
Hamas ha annunciato che il suo leader in Libano, Fateh Sherif Abu el-Amin, è stato ucciso in un attacco israeliano nel sud del Paese.
Il gruppo afferma che anche alcuni membri della sua famiglia sono stati uccisi nell'attacco. Lo riporta il Times of Israel.
«Fateh Sherif Abu el-Amin, leader di Hamas... in Libano e membro della leadership del movimento all'estero» è stato ucciso in un attacco alla sua casa nel campo di Al-Bass, nel sud del Libano, si legge in un comunicato di Hamas, riporta il Times of Israel.
L'agenzia di stampa ufficiale libanese Ani ha riferito di un attacco aereo sul campo di Al-Bass, vicino alla città meridionale di Tiro, dove aveva la casa Fateh Sherif Abu el-Amin. Quest'ultimo era pure membro della leadership di Hamas all'estero.
L'Aeronautica militare israeliana ha inoltre reso noto di aver colpito la notte scorsa il complesso dell'ex scuola Abu Jafar Al Mansour, nel nord della Striscia di Gaza, al cui interno si trovava «un centro di comando e controllo» di Hamas.
Il complesso, si legge in un messaggio pubblicato su Telegram dall'esercito israeliano (Idf), «è stato utilizzato dai terroristi per pianificare ed eseguire attacchi terroristici contro le truppe dell'Idf e lo Stato di Israele».
«Prima dell'attacco, sono state adottate numerose misure per mitigare il rischio di danneggiare i civili, compreso l'uso di munizioni precise, sorveglianza aerea e ulteriori informazioni di intelligence - conclude il comunicato -. Questo è un ulteriore esempio dell'abuso sistematico delle infrastrutture civili da parte dell'organizzazione terroristica Hamas in violazione del diritto internazionale. L'Idf continuerà ad operare contro Hamas in difesa dei cittadini di Israele».
Nella notte Israele ha proseguito con i raid: attaccate le aree di Ras Issa e Hodeidah, nello Yemen. Colpiti due porti e un aeroporto. Altri raid anche a Homs, in Siria e a Gaza. Ieri è gli attacchi hanno colpito ancora la roccaforte di Hezbollah a Beirut, dove sarebbe stato ritrovato «intatto» il corpo del leader Nasrallah ed è stato ucciso un altro leader della milizia.
Intanto, la Casa Bianca ribadisce «sostegno incrollabile» a Israele ma spinge per una soluzione diplomatica. Il Consiglio della Shura di Hezbollah ha scelto Hashem Safieddine per sostituire Hassan Nasrallah.
Dal canto suo, Parigi chiede «uno stop immediato» degli attacchi israeliani in Libano: lo ha detto il nuovo ministro degli Esteri francese, Jean-Noel Barrot, che ieri sera ha incontrato a Beirut il primo ministro libanese Najib Mikati.
06:00
06:00
Il punto alle 6.00
Nella notte, Israele ha effettuato un attacco aereo nei pressi dell'incrocio di Kola nel centro di Beirut. Lo riferisce il Guardian precisando che è la prima volta che Israele colpisce Beirut fuori dai sobborghi meridionali dall'inizio della guerra. Il rumore dell'esplosione è stato udito in tutta la città. L'incrocio di Kola è un punto di riferimento popolare a Beirut, dove taxi e bus si riuniscono per raccogliere i passeggeri. Finora, Israele aveva limitato i suoi attacchi sulla capitale del Libano ai suoi sobborghi meridionali. L'attacco, secondo i media locali, è stato lanciato con un drone. Il bilancio dell’attacco sarebbe di quattro morti secondo quanto detto dalla rete televisiva libanese Nbn e riportato dal sito ynet. Tre delle quattro vittime apparterrebbero ai vertici del Fronte popolare per la liberazione della Palestina. L'organizzazione ha identificato le tre vittime: Muhammad Abdel Aal, noto anche come Abu Ghazi, membro dell'ufficio politico del Fplp e capo del dipartimento di sicurezza militare; Imad Odeh, noto anche come Abu Ziad, membro del dipartimento militare del Fplp e comandante militare in Libano; Abdul Rahman Abdel Aal, descritto solo come un «compagno eroe martire».
Quello su Beirut non è comunque stato l’unico attacco israeliano. Nella notte è stata colpita anche la valle della Bekaa, sempre in Libano. Obiettivo erano varie postazioni lanciarazzi e edifici dove erano conservate le armi di Hezbollah. «Nelle ultime ore - ha comunicato l'Idf - aerei da combattimento hanno attaccato decine di obiettivi terroristici dell'organizzazione terroristica Hezbollah nella regione della Bekaa in Libano. Altri attacchi sono stati effettuati nel Libano meridionale». Secondo notizie locali, almeno cinque persone sono state uccise in seguito agli attacchi israeliani nella città di Sahmar, nella valle occidentale della Bekaa. Tutti i decessi appartenevano al personale della protezione civile dell'Autorità sanitaria islamica.