Berna

Amherd schiva la polemica sul nuovo segretario di Stato

Il Consiglio federale nomina il futuro responsabile della politica di sicurezza: sarà l'ambasciatore Jean-Daniel Ruch – La favorita della vigilia, Pälvi Pulli, era stata criticata dall'UDC per le simpatie nei confronti della NATO
© KEYSTONE / ALESSANDRO DELLA VALLE
Luca Faranda
15.09.2023 21:46

Gli sconvolgimenti geopolitici minacciano anche la sicurezza della Svizzera. L’invasione russa in Ucraina, di certo, non contribuisce a migliorare il quadro generale, così come gli effetti del cambiamento climatico e i pericoli delle nuove tecnologie. Per affrontare questa situazione, il Consiglio federale ha deciso lo scorso aprile di istituire una sesta Segreteria di Stato, quella della politica di sicurezza (SEPOS).

Ma di cosa si occuperà questo nuovo organismo in seno al Dipartimento della difesa? E soprattutto, chi lo guiderà? Oggi il Governo ha nominato Jean-Daniel Ruch, attuale ambasciatore svizzero in Turchia e navigato diplomatico, mettendo a tacere le numerose speculazioni sui possibili candidati.

La «ministra» sul chi vive

Il DDPS, in realtà, ha già un capo della politica di sicurezza. È Pälvi Pulli, classe 1971 e di origine finlandese, che negli scorsi mesi è stata al centro dell’attenzione per alcune dichiarazioni: dal cambiamento nel modo in cui viene interpretata la neutralità all’avvicinamento alla NATO, attirandosi in particolare le critiche dell’UDC.

Ma con le polemiche relative ai futuri F-35 Lightning II (che paradossalmente non potrebbero volare in caso di temporale) e soprattutto la questione dei carri armati con la RUAG, ad avere gli occhi puntati addosso - per la prima volta da quando è in Consiglio federale - è anche Viola Amherd.

La «ministra» della Difesa si è trincerata dietro «un’indagine esterna»: in attesa dei risultati deve evitare passi falsi per non esporre il fianco a nuove critiche. E sulla nuova nomina, il rischio era molto concreto.

Al servizio di Carla Del Ponte

La scelta, su 39 candidature («di cui dieci donne», ha precisato la «ministra»), alla fine è ricaduta sul 60.enne giurassiano Jean-Daniel Ruch, che inizierà il lavoro a inizio 2024, proprio quando Amherd diventerà per la prima volta presidente della Confederazione.

«È un profondo conoscitore del sistema della politica di sicurezza in Svizzera e all’estero», ha argomentato Amherd, secondo cui il suo profilo corrisponde integralmente ai requisiti richiesti per la nuova funzione. Nel corso della sua carriera, Ruch ha anche lavorato per l’OSCE e come consulente politico di Carla Del Ponte, quando era procuratrice capo del Tribunale penale internazionale per l’ex-Jugoslavia all’Aia.

La carriera diplomatica l’ha poi portato a Tel Aviv e in seguito ad Ankara. «Ho avuto la fortuna, o la sfortuna, di confrontarmi spesso con situazioni di conflitto», ha spiegato, aggiungendo che per lui, ora, si tratta di una sorta di ritorno alle origini.

«La neutralità mi ha aiutato»

«Ci troviamo in un momento chiave della storia d’Europa», ha poi ricordato, evocando varie sfide e glissando sulle domande relative alla futura cooperazione tra Svizzera e NATO: «Solo dopo che avrò iniziato nel mio nuovo ruolo potrò dare una risposta chiara».

Ad ogni modo, ha aggiunto, ci sono varie piste di collaborazione. Il suo obiettivo è di valutarle «alla luce dei nostri interessi e seguendo i principi della politica estera svizzera e della neutralità». Già, la neutralità. Sul tema, Ruch è stato molto chiaro: «Rappresenta un “soft power” della Svizzera e durante la mia carriera mi ha sempre aiutato molto», ha precisato aggiungendo che per molti si tratta anche di una componente identitaria. Ha però tenuto a sottolineare una frase: «Davanti al crimine nessuno è neutrale».

Un centinaio di collaboratori

Ma, in fondo, cosa è la Segreteria di Stato della politica di sicurezza? Ruch, primo capo della SEPOS, sarà chiamato ad assicurarsi che la politica di sicurezza della Confederazione sia «coerente» per far fronte a possibili minacce di ogni tipo.

Per l’alto funzionario 60.enne, la sicurezza va oltre le questioni prettamente militari: «Riguardano anche l’intelligenza artificiale e il riscaldamento globale», ha sottolineato. E l’Esercito? «Sarà uno strumento fra tanti», come ad esempio Fedpol e il Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC). In totale, potrà contare su un centinaio di collaboratori e dovrà anche rappresentare Amherd all’interno di organismi internazionali.

E Pälvi Pulli? «Avrà un ruolo chiave nella nuova Segreteria», si è limitata a dire la consigliera federale.