Svizzera

Berna ha deciso: da domani liberi tutti

È arrivato il momento, ecco il «freedom day»: da giovedì 17 febbraio 2022 addio al certificato COVID, mascherina solo sui mezzi pubblici e nelle strutture sanitarie – Stop al telelavoro – Cassis: «È un passo decisivo» – Berset: «Non è finita, ma una fase importante giunge al termine» – LA DIRETTA
© KEYSTONE/Anthony Anex
Red. Online
16.02.2022 15:33

Oggi è uno di quei giorni da cerchiare in rosso sul calendario della pandemia da COVID-19. Il Consiglio federale, dopo la consultazione tra i Cantoni, informa la popolazione in merito all’abolizione dei provvedimenti: da domani sarà «freedom day».

«Da giovedì 17 febbraio 2022, negozi, ristoranti, strutture per la cultura, strutture aperte al pubblico e manifestazioni saranno di nuovo accessibili senza mascherina né certificato». Revocati anche l’obbligo della mascherina sul lavoro e la raccomandazione del telelavoro. Nella seduta del 16 febbraio 2022 il Consiglio federale ha abrogato quasi tutti i provvedimenti nazionali contro la pandemia. A protezione delle persone particolarmente a rischio resteranno in vigore fino a fine marzo soltanto l’isolamento delle persone risultate positive al test e l’obbligo della mascherina sui trasporti pubblici e nelle strutture sanitarie, dopodiché si ritornerà alla situazione normale (abrogando la «situazione particolare» ai sensi della Legge sulle epidemie) e alla gestione dei Cantoni.

«Non dobbiamo avere paura di tornare alla normalità, ma non dobbiamo essere troppo entusiasti: questa continua a essere una sfida per tutti» ha dichiarato il presidente della Confederazione, Ignazio Cassis. «Non è tutto finito, il virus continuerà a circolare, ma una fase importante giunge al termine e possiamo finalmente essere fiduciosi nei confronti del futuro», ha aggiunto Alain Berset. Da Berna, poi, vengono chiesti rispetto e responsabilità nei confronti di tutti, anche di chi deciderà di continuare a indossare la mascherina nella vita quotidiana. «Abbiamo il diritto di essere felici».

LA DIRETTA

«Il 16 marzo 2020 il Consiglio federale dichiarava la situazione straordinaria secondo la Legge sulle epidemie. Oggi, 16 febbraio 2022, esattamente 23 mesi dopo, il Consiglio federale revoca la maggioranza delle misure in vigore nel quadro della situazione particolare. Quello di oggi è dunque, signore e signori, un passo decisivo». Con queste parole Ignazio Cassis, presidente della Confederazione, ha aperto la conferenza stampa odierna. «Un ulteriore passo verso la normalità».

«Malgrado queste buone notizie, però, non dobbiamo dimenticarci che ci sono persone che dobbiamo proteggere - ha aggiunto Cassis -. Tutti devono continuare ad avere un atteggiamento di cautela, per solidarietà e rispetto per le persone che sono ancora a repentaglio. Non dobbiamo avere paura di tornare alla normalità, ma non dobbiamo essere troppo entusiasti: questa continua a essere una sfida per tutti, che dobbiamo assumere tutti insieme». Il Consiglio federale «continuerà a seguire da vicino la situazione e adotterà delle misure se la situazione dovesse richiederlo». Nonostante «abbiamo imparato molto su questo virus, non sappiamo tutto e continueremo a combatterlo. Le misure statali vengono revocate, ma noi come società dobbiamo cercare di trovare un certo equilibrio. Guadagniamo un bel pezzo di libertà, che però diventa nulla se non abbiamo responsabilità. Le persone possono decidere di continuare a indossare la mascherina e noi dobbiamo essere tolleranti. Così come tutti hanno il diritto di essere felici. Libertà, lo ribadisco, è anche responsabilità».

Alain Berset, capo del Dipartimento federale dell’interno (DFI), ha ribadito: «A partire da mezzanotte addio a 2G, 3G, 2G+ in tutta la Svizzera. La mascherina resterà obbligatoria sui mezzi pubblici (e non sul marciapiede delle stazioni) e nelle strutture sanitarie». L’isolamento di cinque giorni per chi risulta positivo al tampone rimane, «ma potrà essere revocato qualora la situazione epidemiologica dovesse migliorare». Il ministro della Sanità ha quindi aggiunto: «Questa crisi l’abbiamo gestita al meglio delle nostre possibilità. Non dobbiamo dimenticare tutto il dolore che ha causato la pandemia e ancora causa, chi ha perso delle persone care, chi ancora soffre di long COVID, il settore economico e culturale toccati fortemente, il personale delle strutture sanitarie che ha lavorato senza sosta. Siamo in una fase di transizione. La fase acuta ci sembra passata, ma dobbiamo restare all’erta con i Cantoni, continuare a seguire la situazione ed essere pronti a eventualmente intervenire».

Anche Berset, come Cassis, ha precisato che «chi vorrà, potrà continuare a indossare la mascherina in tutti gli spazi. Ognuno può continuare a gestire a modo suo la pandemia. Bisogna avere rispetto per gli altri. E il distanziamento, così come disinfettarsi le mani, restano degli elementi utili per tutti. Sappiamo che la nostra vita può tornare a normalizzarsi. La COVID continua a provocare molto dolore e sappiamo ben poco delle conseguenze a lungo termine, del long COVID. La pandemia ha perso il terrore che ha suscitato in noi finora. Torniamo a vedere il viso dei nostri vicini, al ristorante, nei negozi. Sono stati due anni pesanti, difficili. Non è tutto finito, ma una fase importante giunge al termine e possiamo finalmente essere fiduciosi nei confronti del futuro».

Ci sono attività che continueranno a ricevere l’IPG fino a giugno (settore culturale e persone che non possono lavorare a causa delle loro condizioni di salute).

«La situazione attuale ci consente di prendere questa decisione - ha quindi aggiunto Cassis, rispondendo alla domanda di un giornalista -. Il Consiglio federale è tenuto per legge a intervenire, qualora la situazione cambi. Oggi dobbiamo essere contenti ma non troppo entusiasti. Dobbiamo convivere con questo virus. Quello che succederà il prossimo autunno - se ci sarà una nuova variante, se andranno prese delle misure - si vedrà. Fa parte della routine dell’azione dello Stato in ambito sanitario. Per questo la sorveglianza resta fondamentale». Alain Berset, dal canto suo, ha ringraziato la task force e ha precisato: «La fase acuta è passata, ora si tratta di tornare all’andamento ‘‘normale’’. Questo nuovo virus verrà monitorato come si fa con la sentinella dell’influenza stagionale».

IL COMUNICATO STAMPA

La situazione epidemiologica è in costante miglioramento. Grazie all’alto tasso d’immunità della popolazione, nonostante la circolazione ancora forte del virus, un sovraccarico del sistema sanitario è sempre più improbabile. Il Consiglio federale, che dal maggio del 2021 modula i propri provvedimenti secondo le capacità del sistema sanitario, ritiene quindi date le condizioni per una rapida normalizzazione della vita economica e sociale. Dopo aver consultato i Cantoni, le parti sociali, le commissioni parlamentari competenti e le associazioni interessate, revoca pertanto la maggior parte dei provvedimenti contro la pandemia.

La consultazione
Il 2 febbraio il Consiglio federale aveva posto in consultazione due varianti per la revoca dei provvedimenti ancora in vigore. La netta maggioranza dei partecipanti si è dichiarata fondamentalmente favorevole alla revoca immediata della maggior parte dei provvedimenti, pronunciandosi al contempo per il mantenimento dell’obbligo della mascherina nelle strutture sanitarie e sui trasporti pubblici fintanto che il numero dei contagi resterà elevato.

Dal 17 febbraio: revocati quasi tutti i provvedimenti
Da giovedì 17 febbraio saranno revocati i seguenti provvedimenti di protezione nazionali:
- l’obbligo della mascherina nei negozi e negli spazi interni di ristoranti, strutture accessibili al pubblico e manifestazioni;
- l’obbligo della mascherina sul posto di lavoro;
- la limitazione dell’accesso a strutture come cinema, teatri e spazi interni di ristoranti e a manifestazioni mediante l’obbligo del certificato (regole 3G, 2G e 2G+);
- l’obbligo di autorizzazione per le grandi manifestazioni;
- le limitazioni per gli incontri privati.
D’intesa con il Consiglio federale sono revocate anche le limitazioni di capienza volontarie nel commercio al dettaglio e negli impianti di risalita.
È revocata anche la raccomandazione del telelavoro dell’Ufficio federale della sanità pubblica. Tenuti per legge a tutelare la salute dei propri dipendenti, saranno dunque i datori di lavoro a decidere se sia opportuno lavorare a domicilio o indossare la mascherina. Restano invece in vigore fino a fine marzo le regole per la protezione dei lavoratori particolarmente a rischio.

Fino al 31 marzo: isolamento e obbligo della mascherina in determinati luoghi
Considerato che la circolazione del virus è tuttora molto forte e che il virus può ancora provocare decorsi gravi della malattia, il Consiglio federale mantiene fino alla fine di marzo due provvedimenti di protezione dell’ordinanza COVID-19 situazione particolare. A seconda della circolazione del virus è possibile una revoca anticipata. Le persone risultate positive al test dovranno continuare a restare in isolamento per almeno cinque giorni. Lo scopo è impedire che portatori di una carica virale potenzialmente alta possano contagiare altre persone.
Rimane inoltre invariato l’obbligo della mascherina sui trasporti pubblici e nelle strutture sanitarie. Sono esclusi da quest’obbligo i residenti delle case per anziani e delle case di cura. I Cantoni sono liberi di adottare provvedimenti di protezione più severi oppure di escludere dall’obbligo della mascherina determinate strutture. Anche singole strutture, ad esempio gli studi medici o i saloni di parrucchieri, possono prevedere che i visitatori debbano indossare la mascherina.

1. aprile: fine della situazione particolare
L’ordinanza COVID-19 situazione particolare continuerà a disciplinare l’isolamento e l’obbligo della mascherina sui trasporti pubblici e nelle strutture sanitarie fino alla fine di marzo. Se la situazione epidemiologica evolverà come previsto, sarà abrogata il 1. aprile 2022 e a partire da quella data si ritornerà alla situazione normale.
Restano in vigore le regolamentazioni fondate sulle competenze federali definite nella legge sulle epidemie (per es. in materia di traffico internazionale di viaggiatori o assunzione dei costi dei medicamenti) e quelle concernenti il certificato o l’assunzione dei costi per i test che si basano sulla legge COVID-19.

Continua l’emissione di certificati COVID compatibili con quelli dell’Unione europea
Con la revoca dell’obbligo del certificato non verranno più emessi certificati COVID validi soltanto in Svizzera. I cosiddetti certificati COVID svizzeri sono stati introdotti nell’autunno del 2021 per consentire a ulteriori gruppi di persone l’accesso in Svizzera a strutture e manifestazioni per le quali vige obbligo del certificato.
La Svizzera continua tuttavia a rilasciare certificati COVID riconosciuti dall’UE. Probabilmente altri Paesi continueranno a richiedere un certificato COVID per l’entrata e l’accesso a determinati luoghi sul territorio nazionale. I Cantoni avranno ancora la possibilità di prescrivere l’obbligo del certificato, come da loro auspicato.

Adeguamento della strategia di test
La raccomandazione generale e il finanziamento dei test ripetuti nelle aziende sono revocati. I testi ripetuti continuano a essere finanziati soltanto in ambiti circoscritti, ad esempio nelle strutture sanitarie e medico-sociali o nelle imprese, definite dal Cantone, importanti per l’operatività delle infrastrutture essenziali. In questo modo le persone particolarmente a rischio sono protette e si evita che gran parte del personale debba assentarsi dal lavoro per malattia o a causa dell’isolamento.
Per quanto riguarda le scuole, la raccomandazione e il finanziamento dei test ripetuti da parte della Confederazione sono mantenuti fino alla fine di marzo del 2022, poiché il virus continua a diffondersi a velocità molto elevata tra i più giovani. I test individuali continuano a essere rimborsati: i test antigenici in ogni caso, i test PCR per le persone che presentano sintomi o che hanno avuto un contatto stretto con una persona risultata positiva.

Il pagamento dell’indennità di perdita di guadagno continua ad essere garantito per determinati gruppi di persone
Con la revoca dei provvedimenti viene meno anche la necessità della maggior parte dei provvedimenti di sostegno economico. Dal 17 febbraio non si avrà dunque più diritto all’indennità di perdita di guadagno in seguito alla chiusura di strutture, al divieto di manifestazioni, alla limitazione dell’attività lucrativa o alla cessazione della custodia dei figli da parte di terzi.
Fino al 30 giugno 2022 costituiscono un’eccezione le persone attive nell’ambito delle manifestazioni, la cui attività lucrativa è stata considerevolmente limitata a causa dei provvedimenti di lotta all’epidemia. Fino alla fine di marzo costituiscono un’eccezione anche le persone che hanno dovuto interrompere la loro attività perché considerate particolarmente a rischio. Nel complesso, la rapida revoca dei provvedimenti dovrebbe comportare una riduzione delle spese di centinaia di milioni di franchi rispetto agli importi stanziati.

Adeguamento delle disposizioni di entrata
I provvedimenti sanitari di confine all’entrata in Svizzera sono revocati. Non è più necessario presentare un certificato di vaccinazione o di guarigione o il risultato negativo di un test e non occorre più compilare il modulo di entrata.

Adeguamenti dell’assunzione dei costi dei medicamenti delle cure ambulatoriali
I nuovi medicamenti che possono essere impiegati per pazienti COVID-19 a rischio di decorso grave sono finanziati in un primo momento dalla Confederazione e saranno elencati nell’allegato dell’ordinanza sulle epidemie.

Il mandato di consulenza della Task force scientifica termina il 31 marzo 2022
Su richiesta della stessa Task force scientifica, il contratto di consulenza sarà concluso anticipatamente alla fine di marzo. La scadenza del mandato era originariamente prevista per la fine di maggio del 2022. Con l’evoluzione positiva della situazione epidemiologica cambia anche il fabbisogno di consulenza scientifica. Alcuni membri della Task force resteranno a disposizione del Consiglio federale e dell’Amministrazione federale in veste di consulenti.
Dalla primavera del 2020 la Task force scientifica assicura a titolo gratuito una consulenza scientifica indipendente. «Il Consiglio federale ne ringrazia i membri per il grande impegno profuso. Lo scambio di opinioni con la Task force scientifica è stato un elemento centrale nella gestione della pandemia».

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