Creare video porno con adulti ringiovaniti digitalmente deve essere punibile per legge

Immagini o video pornografici che mostrano adulti ringiovaniti digitalmente per farli apparire minorenni sono illegali. Lo ha stabilito il Tribunale federale (TF), confermando la condanna emessa nei confronti di un uomo dalla giustizia zurighese.
Due anni fa, l'imputato ha ricevuto una pena pecuniaria sospesa e una multa per i reati di pornografia e rappresentazione di atti di cruda violenza, oltre che per infrazioni della legge sugli stupefacenti. Era stato accusato, tra le altre cose, di aver condiviso un video sul suo account Instagram con una ragazza apparentemente in età prepuberale. In realtà, quest'ultima era un'attrice ringiovanita tramite la tecnologia.
In una sentenza pubblicata oggi, il TF ribadisce che il Codice penale, dal 2014, punisce non solo la pornografia infantile vera e propria, ma anche quella «non reale», che include contenuti generati in modo esclusivamente virtuale. Tuttavia, finora Mon Repos non aveva ancora sancito se la pedopornografia fittizia creata utilizzando software di ringiovanimento fosse punibile per legge.
Nei suoi lavori precedenti alla revisione del 2014, il legislatore aveva espresso preoccupazione per la difficoltà di determinare se una rappresentazione fosse virtuale o meno. Il Parlamento aveva quindi concluso che perseguire la pornografia infantile effettiva sarebbe stato più complicato se quella «non reale» fosse rimasta impunita.
Secondo i giudici losannesi, dimostrare l'età degli attori non è più semplice nei casi come questo di pornografia parzialmente virtuale. Tale problema potrebbe persino essere molto più complesso che per i cartoni animati pedopornografici, attualmente vietati. Nella loro sentenza giungono dunque alla conclusione che la pubblicazione di materiale a luci rosse con adulti ritoccati digitalmente per sembrare dei minorenni debba essere sanzionata allo stesso modo dei contenuti generati interamente al computer.