Da Bellinzona a Lugano, domani le donne scendono in piazza per l'uguaglianza

Domani le donne scenderanno in piazza in 25 città svizzere, fra cui Bellinzona e Lugano, in occasione dello sciopero femminista del 14 giugno. Sindacati e gruppi femministi ribadiranno le loro rivendicazioni per ottenere una reale parità fra donne e uomini.
In Svizzera le donne guadagnano in media 1364 franchi in meno degli uomini, nonostante il principio della parità salariale iscritto nella Costituzione, critica l'Unione Sindacale Svizzera (USS). Le analisi sulla parità di retribuzione effettuate finora non sono servite a nulla, quindi devono essere previsti controlli obbligatori e multe per le aziende che si rifiutano di controllare i salari o che operano discriminazioni, secondo i sindacati.
Il lancio di un'iniziativa popolare non è per il momento all'ordine del giorno, ha dichiarato a Keystone-ATS Cyrielle Huguenot, segretaria centrale dell'USS. «Stiamo valutando come procedere. In ogni caso, non siamo soddisfatti dell'annuncio del Consiglio federale di attendere la fine del 2027 per completare l'analisi della legge sulla parità. Chiederemo misure più immediate».
Inoltre le professioni con un'alta percentuale di donne continuano a essere pagate meno. Più della metà delle donne guadagna meno di 4200 franchi al mese, mentre un quarto guadagna 2500 franchi o meno. Questi bassi salari non sono dovuti solo al lavoro a tempo parziale, ma sono anche legati alla discriminazione strutturale. Le professioni femminili infatti sono generalmente meno retribuite, mentre l'esperienza professionale e l'anzianità comportano aumenti salariali inferiori per le donne rispetto agli uomini.
Nelle professioni a prevalenza femminile, un aumento generale delle retribuzioni è quindi una priorità per i sindacati, che chiedono un salario minimo di 5000 franchi per chi ha completato un apprendistato.
Per quanto riguarda le molestie sessuali sul posto di lavoro è urgente attuare una «politica di tolleranza zero». A livello internazionale, la rinascita della destra conservatrice sta portando ad «attacchi frontali» ai diritti faticosamente conquistati dalle donne. «Invece di progressi, si rischia di subire enormi battute d'arresto», deplorano i collettivi di sciopero femministi.
I programmi per le pari opportunità da parte delle aziende attive a livello globale devono proseguire e, per favorire la conciliazione tra lavoro e vita familiare, gli asili nido devono diventare un servizio pubblico universale.
Secondo Cyrielle Huguenot, è difficile dire quale sarà l'affluenza alle varie azioni previste domani. «Il 14 giugno è ormai una data consolidata nelle agende delle attiviste femministe. E dato che le manifestazioni si svolgono di sabato, possiamo aspettarci una buona affluenza».