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Federali, il Centro potrebbe finire davanti al PLR

È quanto emerge dall'ultimo sondaggio della SSR, condotto tra il 4 e il 25 agosto e reso noto quest'oggi
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Red. Online
06.09.2023 17:08

Per la prima volta nella storia delle elezioni federali, in ottobre il Centro potrebbe finire davanti al PLR. È quanto emerge dall'ultimo sondaggio della SSR, condotto tra il 4 e il 25 agosto e reso noto quest'oggi.

Lotta serrata dunque per aggiudicarsi il terzo posto sotto la cupola di Palazzo federale. Stando al barometro elettorale, il Centro ha raggiunto una quota pari al 14,8% dei voti, superando di misura il PLR, attualmente fermo al 14,6%.

Per l'Alleanza del Centro si tratta di una progressione di 0,5 punti percentuali rispetto allo scorso sondaggio, pubblicato nel mese di luglio. Da notare inoltre che alle elezioni del 2019, l'allora PPD, insieme al Partito borghese democratico (PBD), si era aggiudicato il 13,8% dei voti.

Stando all'indagine, i Verdi calano di 2,5 punti percentuali rispetto alle ultime elezioni federali (+0,5 rispetto a luglio), attestandosi al 10,7%, mentre i Verdi liberali raggiungono quota 7,3% (-0,5 in confronto al 2019).

Nel frattempo l'UDC, che aveva incassato un calo quattro anni fa, ha registrato un ulteriore incremento di 0,5 punti percentuali rispetto a luglio, raggiungendo così quota 27,6% e confermandosi in vetta alla graduatoria.

Il PS mantiene invece la seconda posizione con il 17,3%, che si traduce in un calo (-0,5) rispetto all'ultima indagine ma in una progressione di 0,5 punti percentuali in confronto alle elezioni del 2019.

Il barometro pubblicato dalla SSR ha messo anche in evidenza le preoccupazioni della popolazione. Al primo posto ci sono i costi dell'assicurazione sanitaria. Per l'elettorato dunque l'onere dei premi di cassa malati rappresenta la sfida politica principale da affrontare, superando così il tema legato al cambiamento climatico che, nel 2019 e fino allo scorso luglio, figurava tra le inquietudini maggiori degli aventi diritto di voto. Si conferma invece al terzo posto la questione dell'immigrazione. Seguono a ruota la sicurezza sociale e l'approvvigionamento energetico.

Al contrario la disoccupazione e la difesa del Paese, come pure la parità di genere, sono tutti temi che preoccupano relativamente poco gli svizzeri. Stando al sondaggio difatti solo un'esigua percentuale (compresa tra il 3% e il 7%) degli intervistati li considera sfide politiche importanti da affrontare.

Sempre secondo il sondaggio della SSR, il presidente della Confederazione Alain Berset (PS), il quale ha annunciato che lascerà l'esecutivo a fine anno, è risultato essere il consigliere federale più autorevole.

Più di due terzi degli intervistati (69%) ritiene che il friburghese sia il membro più influente in seno al governo. Ad aggiudicarsi il secondo posto è stata la «ministra» delle finanze Karin Keller-Sutter (PLR) che, anche se in leggero calo rispetto al sondaggio pubblicato a luglio, riconferma la sua posizione in classifica. Seguono il capo del Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni (DATEC), Albert Rösti (UDC), e la consigliera federale vallesana Viola Amherd (Centro).

Agli ultimi posti della graduatoria dei consiglieri federali più influenti si inseriscono il «ministro» dell'economia Guy Parmelin (UDC) nonché il malcantonese Ignazio Cassis (PLR). Fanalino di coda è dunque la neoeletta Elisabeth Baume-Schneider (PS), a capo del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) e membro dell'esecutivo da gennaio. Il 63% degli intervistati considera la giurassiana poco influente.

Nel sondaggio è stato inoltre chiesto agli elettori di valutare i consiglieri federali in base al criterio della simpatia. In testa a questa classifica troviamo la «ministra» della difesa Viola Amherd, seguita a ruota da Alain Berset. Il ticinese Ignazio Cassis rimane all'ultimo rango della classifica.

L'indagine online è stata realizzata tramite un panel di ricerca dell'istituto Sotomo e con l'ausilio delle piattaforme della SSR. Al sondaggio hanno preso parte 40'889 utenti avanti diritto di voto (951 nella Svizzera italiana, 6.982 nella Svizzera francese e 32.956 nella Svizzera tedesca). Il margine di errore è +/- 1-2 punti percentuali.

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