Politica

Fiorenzo Dadò: «Un’alleanza con il PLR? Da loro porte chiuse»

Il presidente del Centro verso le Federali: «Da soli, a medio termine, si può solo perdere»
©Chiara Zocchetti
Giona Carcano
18.04.2023 19:20

Dopo tre legislature, Marco Romano ha comunicato l’intenzione di non sollecitare un nuovo mandato alle prossime elezioni federali. Una scelta dettata anche dalla «necessità di non fare politica tutta la vita», come ha spiegato il deputato del Centro nell’intervista rilasciata al CdT. In vista di ottobre, il partito perde dunque un parlamentare d’esperienza. «Romano ci aveva chiesto un po’ di tempo per pensarci», spiega il presidente Fiorenzo Dadò. «Eravamo rimasti d’accordo che avrebbe sciolto le riserve dopo le elezioni cantonali, e così è stato. Dopo dodici anni trascorsi a Palazzo, è comprensibile che voglia percorrere altre strade. Del resto, l’attività di parlamentare a Berna è molto impegnativa. Porta via molto tempo alla famiglia, ad esempio. Quindi sì, comprendiamo la sua decisione e lo ringraziamo per il grande lavoro svolto in questi anni. Ha affrontato tanti temi con serietà e impegno. Uno su tutti: il congedo per le famiglie adottive». 

Le varianti

Se da un lato la scelta di Romano di lasciare la politica federale apre scenari interessanti interni al partito, è indubbio che i vertici del Centro saranno costretti a rivedere la strategia in vista di ottobre. «Quando abbiamo preparato le liste e la campagna per le elezioni cantonali, avevamo già un occhio attento alle Federali», sottolinea Dadò. «Con le due varianti, con o senza Romano quindi. Nelle prossime settimane valuteremo quale, delle strade che abbiamo intravisto, seguiremo. E quali saranno i candidati che si metteranno a disposizione. È importante preparare una rosa di nomi qualificata, ma i candidati devono essere consapevoli che - se eletti - la loro vita cambierà parecchio. La prospettiva della politica federale è allettante, certo, ma bisogna anche tener ben presente la mole di impegni che questa attività comporta». Dadò, ad ogni modo, sa che, vista la situazione attuale, «non sarà facile per il Centro mantenere i due seggi». Ed è qui che entra in gioco la strategia fra partiti. Le alleanze. Quattro anni fa, la congiunzione dell’ultimo minuto con il PLR produsse una dolorosa sconfitta agli Stati (persi entrambi i seggi a favore di PS e UDC). «L’obiettivo della congiunzione era mantenere quattro seggi d’area al Nazionale», ricorda il presidente del Centro. «Un obiettivo raggiunto. Purtroppo c’è stato l’inconveniente agli Stati, sì, ma non era legato alla congiunzione. La congiunzione era appunto un discorso di area, di centro, per fare da contraltare agli estremi. Si voleva mantenere un certo equilibrio, considerato che Centro e PLR assieme rappresentano oltre il 40% degli elettori ticinesi e dovrebbero avere un rappresentante d’area agli Stati. Personalmente, ho sempre portato avanti questo tema. Dopo l’esperienza un po’ frettolosa del 2019, abbiamo avuto quattro anni di tempo per preparare qualcosa di più ragionato e corposo, specie sui programmi. Purtroppo, da parte del PLR, il nostro invito non è stato colto». Ad oggi, quindi, all’orizzonte non si vede alcuna alleanza fra i due partiti. «Noi siamo aperti a tutto, non chiudiamo le porte perché crediamo che la strada della collaborazione concreta sia quella giusta», chiosa Dadò. «Non solo con il PLR, evidentemente, ma anche con chi si riconosce in una politica seria, costruttiva e non urlata. Da parte nostra abbiamo sempre portato avanti l’apertura nei confronti dei liberali radicali, anche pubblicamente. Ma dall’altra parte non c’è stata alcuna apertura. Peccato, perché questa è la strada del futuro e resto convinto che da soli, a medio termine, si può solo perdere».

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