Governo preoccupato per le restrizioni USA alla libertà di stampa

In un contesto di crescenti tensioni transatlantiche, il Consiglio federale ha manifestato una «certa preoccupazione» per le recenti restrizioni imposte dall'amministrazione Trump alla libertà di stampa negli Stati Uniti, rispondendo oggi a un'interpellanza presentata dal consigliere nazionale socialista Cédric Wermuth il 26 settembre.
Wermuth aveva denunciato le azioni dell'amministrazione Trump contro i giornalisti critici, inclusa la proposta del Dipartimento della Sicurezza Interna (DHS) di limitare i visti per i corrispondenti stranieri a 240 giorni, prorogabili per altri 240, contro i cinque anni attuali, con effetti potenzialmente retroattivi.
Il governo nella sua risposta odierna indica che il Dipartimento Federale degli Affari Esteri (DFAE) ha reagito tempestivamente: il capo della Divisione Americhe ha contattato il capo missione ad interim USA a Berna per chiarimenti sul quadro giuridico e sulle proroghe per corrispondenti permanenti e famiglie.
L'Ambasciata svizzera a Washington mantiene contatti regolari con i giornalisti elvetici negli USA, informandoli sulle ripercussioni della proposta e incoraggiandoli a partecipare alla consultazione pubblica, precisa il consiglio federale. Il DFAE monitorerà attivamente la questione e la affronterà nelle riunioni con le autorità americane.
Wermuth aveva anche sollevato la questione dell'omicidio dell'influencer di estrema destra Charlie Kirk, avvenuto il 10 settembre 2025, in seguito al quale erano state fatte minacce in Svizzera contro reporter che avevano coperto in maniera obiettiva la sua attività politica.
Nel rispondere, il Consiglio federale ha affermato di non essere a conoscenza di minacce specifiche ai giornalisti svizzeri, ma conferma che la loro sicurezza è una priorità. L'Ufficio Federale delle Comunicazioni (UFCOM) ha implementato un piano d'azione nazionale il 3 maggio 2023 contro la violenza sulla stampa, con uno studio in corso che sarà pubblicato prossimamente; il piano sensibilizza anche le rappresentanze svizzere all'estero sulle sfide per i corrispondenti.
Pur non specificando critiche dirette in incontri bilaterali - come richiesti da Wermuth per diplomatici svizzeri in visita negli USA o altrove - il Governo elvetico ribadisce l'impatto di queste restrizioni sul funzionamento delle istituzioni democratiche.