I genitori, in Svizzera, sono dipendenti dallo smartphone

La paura di essere senza cellulare, oramai, ha la Svizzera saldamente in pugno: oltre il 70% della popolazione, rivela un sondaggio rappresentativo condotto da Comparis, mostra segni da moderati a pronunciati di «nomofobia». La dipendenza è particolarmente elevata tra i 16 e i 35 anni: quasi la metà di questa fascia di età soffre di evidenti sintomi di stress. Sorprende, per contro, il fatto che anche i genitori con figli in casa mostrano segni di dipendenza dallo smartphone significativamente più forti rispetto a chi non ha figli. «Per i genitori, lo smartphone non è più un semplice mezzo di comunicazione, ma uno strumento indispensabile per coordinare appuntamenti, scuola ed emergenze» leggiamo. E ancora: «Spegnere il dispositivo diventa un lusso che molti non possono più permettersi» ha spiegato Jean-Claude Frick, esperto Comparis in tecnologie digitali.
La «nomofobia», la paura di essere senza cellulare come detto, si manifesta in modo diverso nella popolazione. Comparis ha analizzato quattro categorie di segnali: basso, moderato, significativo e pronunciato. In Svizzera, la dipendenza dal cellulare è spaventosamente alta. Il sondaggio, ha spiegato il portale di confronti, è stato condotto per la seconda volta nel 2025.
Solo il 22% può stare senza
Solo il 22,1% degli intervistati mostra lievi segni di nomofobia. Il confronto per fasce d’età evidenzia una netta differenza: tra gli over 56, il 35,3% non dipende dal proprio cellulare. Nella fascia di età 36-55 la percentuale è del 22,4%, mentre solo il 10% dei 16-35.enni può farne a meno. Allo stesso modo, le economie domestiche senza figli presentano segni lievi più spesso rispetto a quelle con figli (24,7% contro 17%).
Il restante 77,9% degli intervistati mostra, invece, segni più forti di dipendenza dallo smartphone. Questi si manifestano con nervosismo, stress, irrequietezza, isolamento sociale e comportamento compulsivo di controllo non appena l’accesso al dispositivo o alle informazioni è limitato.
«Strumento indispensabile per i genitori»
Il 34,6% degli intervistati mostra segni evidenti. A essere particolarmente colpiti sono i più giovani: nella fascia di età dai 16 ai 35 anni la percentuale è del 45,4%. Nella fascia di età dai 36 ai 55 anni, la percentuale scende al 33,8%, mentre nel gruppo di età superiore ai 56 anni si attesta al 23,8%. Le economie domestiche con figli mostrano una percentuale più alta (40%) rispetto a quelle senza figli (31,8%).
Un ulteriore 6,5% degli intervistati mostra addirittura una nomofobia pronunciata. Anche in questo caso, si nota un netto aumento tra le generazioni più giovani e le famiglie con bambini. Questa tendenza è confermata dal comportamento quotidiano: il 37% delle persone con figli dichiara di portare sempre con sé il proprio smartphone per essere costantemente raggiungibile. Un chiaro indizio della pressione organizzativa nella vita familiare quotidiana.
Il sintomo più comune: paura di perdere messaggi o chiamate
Il sintomo più comune della dipendenza da smartphone è il controllo costante del dispositivo. Più della metà degli intervistati (51,9%) afferma di controllare spesso il proprio smartphone per non perdere messaggi o chiamate. Oltre un terzo degli intervistati (35,3%) si sente sotto stress quando non ha lo smartphone con sé. Il 35,1% dei partecipanti al sondaggio si preoccupa persino solo al pensiero di passare del tempo senza il proprio smartphone. Quasi un terzo (32,6%) si innervosisce quando la batteria è quasi scarica. Circa il 30,3% degli intervistati porta sempre con sé il proprio smartphone. E il 29% interrompe regolarmente le attività per guardare lo smartphone.
Ancora Frick: «I risultati mostrano che molte persone sono emotivamente molto legate al proprio smartphone. Per ridurre lo stress associato, possono essere utili pause consapevoli, come serate senza schermo o un giorno senza cellulare a settimana. Chi impara a rimanere offline più spesso non solo trova più tranquillità, ma anche più attenzione per ciò che conta nella vita reale».
Il sondaggio rappresentativo è stato condotto nel mese di ottobre 2025 dall’istituto di ricerche di mercato Innofact su incarico di Comparis e ha coinvolto 1.045 persone in tutte le regioni della Svizzera.
