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Il giornale dopo le 12.30? Una proposta che fa già discutere

Il manager della Posta, Roberto Cirillo, suggerisce di eliminare il limite orario per la consegna dei quotidiani – Per il CEO del Gruppo del Corriere del Ticino, Alessandro Colombi, «porterebbe a un circolo vizioso e a una società più povera»
©Gabriele Putzu
Paolo Gianinazzi
20.09.2023 19:34

«Il limite delle 12.30 per la consegna dei giornali dovrebbe essere eliminato». È quanto ha affermato in un’intervista il presidente della direzione della Posta, Roberto Cirillo. Secondo il dirigente del Gigante Giallo, infatti, «oggi molte persone non sono in casa durante il mezzogiorno» e quindi per loro non farebbe differenza l’orario in cui sono consegnati lettere e quotidiani. «Dobbiamo avere la libertà di allinearci alle esigenze dei clienti», ha spiegato Cirillo. Un’affermazione che, come vedremo, vede gli editori regionali (come il CdT) molto contrariati. E questo perché, in sostanza, consegnare il giornale al pomeriggio comporterebbe la perdita di numerosi abbonati, in un contesto per i media già molto complesso.

Una differenza abissale

«Per i nostri abbonati è ancora importante ricevere il giornale in un orario utile, affinché il quotidiano li accompagni durante la giornata», spiega a tal proposito il CEO del Gruppo Corriere del Ticino Alessandro Colombi. «Non è dunque vero – prosegue – che per i lettori non fa differenza ricevere il giornale al mattino o al pomeriggio». Anzi. «Il signor Cirillo ritiene che nella Posta del futuro non ci sia spazio per un prodotto del passato. Perché considera il giornale un prodotto del passato. Ma alle nostre latitudini, in Ticino, non è così: al mattino se si va nei bar la gente legge ancora il giornale. E più di una volta ci siamo confrontati con disdette dell’abbonamento legate al fatto che il giornale non arriva più entro le 8 del mattino, perché oggi il limite è quello delle 12.30. Possiamo quindi immaginare cosa accadrebbe se il limite venisse spostato al pomeriggio». Tutto ciò, secondo il CEO del Gruppo, «porterebbe a disdette degli abbonati, quindi a un minor lettorato, che significa anche meno pubblicità. Un circolo vizioso».

«Fa un po’ ridere – aggiunge poi Colombi in maniera ironica – sentire Cirillo parlare di qualità. Proporre di eliminare il limite delle 12.30 non ha nulla a che fare con la qualità del servizio. È una proposta fatta solo per avere più efficienza e poter consegnare i pacchi di Zalando insieme ai giornali. Ma tra il pacco di Zalando e il giornale c’è un abisso: non si possono paragonare». Come dire: il vestito lo puoi provare anche alla sera, ma il giornale lo vuoi leggere al mattino.

E in tutto ciò, ricorda poi il CEO, «non va dimenticato che la Posta deve soddisfare un mandato pubblico, che è quello della consegna dei giornali». E se Cirillo «parlasse veramente di qualità del servizio, allora dovrebbe far consegnare i giornali alle 8 del mattino, non certo al pomeriggio». Anche guardando al 2030 e al 2040, Colombi invita a tenere i piedi ben piantati a terra: «Cirillo fa riferimento ai clienti del 2040. Ma oggi siamo nel 2023 e ci sono ancora 17 anni prima di arrivare lì. E ancora oggi gli editori regionali stanno in piedi con il business tradizionale: noi ci siamo ovviamente attrezzati, tra sito web, sfogliatore e numerosi prodotti digitali. Ma è ancora la carta stampata che la fa da padrone e abbiamo un lettorato importante, che sfiora i 90mila lettori al giorno. Andando nella direzione proposta da Cirillo lasceremo ai figli dei nostri figli una realtà molto povera dal punto di vista culturale».

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