La nuova vita di Palazzo Trevisan

Allarme rientrato, ufficialmente. Palazzo Trevisan, a Venezia, è e resta «vetrina dell’eccellenza svizzera». I consiglieri federali Ignazio Cassis ed Elisabeth Baume-Schneider hanno annunciato oggi che, a partire dal 1. gennaio 2026, il piano nobile del Palazzo si svilupperà in una piattaforma gestita dal Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE). «Tale piattaforma, da un lato, continuerà ad assicurare l’importante ruolo del Palazzo per la promozione della cultura svizzera, e dall’altro lato integrerà nuove attività nei settori dell’innovazione, della ricerca e della sostenibilità». Questo sviluppo è il risultato della collaborazione tra il DFAE e il Dipartimento federale dell’interno (DFI), con il duplice obiettivo di rafforzare Palazzo Trevisan come – appunto – vettore di eccellenza svizzera a Venezia, e di arricchire ulteriormente la fitta rete di relazioni tra Svizzera e Italia.
Quale allarme?
Lo scorso luglio era stata ventilata la possibilità di vendere Palazzo Trevisan, sede del consolato svizzero di Venezia e della fondazione svizzera per la cultura Pro Helvetia, «a causa delle necessarie misure di austerità che la Confederazione sta portando avanti». Il SonntagsBlick titolava: «Keller-Sutter intende vendere Palazzo Trevisan a Venezia?». Pro Helvetia aveva dal canto suo spiegato che, a causa dei tagli della Confederazione (anche) al settore della Cultura, aveva «dovuto adottare misure di riduzione dei costi e stabilire delle priorità». Tra le altre cose, la fondazione ha deciso di interrompere le attività di residenza e di programma a Palazzo Trevisan a partire dal 2026. Pro Helvetia aveva poi colto l'occasione per ribadire di non essere proprietaria di alcun immobile, neppure a Venezia. «Il piano nobile di Palazzo Trevisan è di proprietà della Confederazione e gestito dall’Ufficio federale delle costruzioni e della logistica». La fondazione «non è a conoscenza di alcun progetto di vendita». Ad ogni modo, numerose voci si sono levate per difendere la presenza dell’italianità elvetica in terra veneziana. Poi, è stato sempre il Blick, qualche settimana fa, ad anticipare che «la variante di vendita non entra in linea di conto».
Oggi
«Il momento è particolarmente favorevole per ridisegnare il ruolo di Palazzo Trevisan». Sotto la direzione del DFAE, la nuova piattaforma contribuirà alla promozione degli interessi della Svizzera secondo gli obiettivi della Strategia di politica estera 2024-2027 e del Messaggio sulla cultura 2025-2028, si legge in una nota. Sarà in particolare un luogo d'incontro per attori svizzeri e internazionali, pubblici e privati, e aspirerà a promuovere sinergie tra questi enti, «approfittando dello stimolante tessuto veneziano».
Per coordinare le attività della piattaforma, il DFAE si avvarrà di una segreteria. Pro Helvetia, oltre a organizzare un proprio programma culturale e a gestire il padiglione svizzero durante la Biennale, fornirà consulenza alla segreteria nella definizione delle priorità in ambito culturale. La formalizzazione della collaborazione tra il DFAE e i diversi attori sarà portata a termine durante l’anno in corso.
Tra i partner potenziali figurano enti pubblici, istituti di ricerca, fondazioni e istituzioni, festival cinematografici nonché gallerie e musei. Ha già confermato il proprio interesse il nostro Cantone, rappresentato a Venezia da Marina Carobbio, direttrice del DECS nonché presidente del Forum per l’italiano in Svizzera. La consigliera di Stato nel suo intervento ha espresso soddisfazione e ringraziato il Consiglio federale: «Grazie all'intervento congiunto e convinto delle autorità a più livelli è stato possibile trovare una soluzione per continuare a promuovere l'identità della Svizzera plurilingue e multiculturale a Venezia e nel mondo».
«Con il nuovo assetto di Palazzo Trevisan rafforziamo la presenza svizzera in Italia, Paese con cui condividiamo una cultura nonché una moltitudine di legami economici, culturali, scientifici e sociali – ha aggiunto il consigliere federale Ignazio Cassis –. L’ampliamento delle tematiche e degli attori coinvolti, tra cui il Canton Ticino, permetterà un utilizzo ancora più coerente ed efficace degli spazi».
Dal canto suo la consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider si è detta «felice che Palazzo Trevisan continui a essere un luogo proficuo per lavorare insieme e scambiare idee, grazie al supporto di Pro Helvetia e al coinvolgimento di nuovi partner».