WEF 2024

La paura di Trump agita Davos, rischi per l'economia

La vittoria dell'ex presidente nelle primarie in Iowa getta nuova benzina sui focolai che già surriscaldano il 2024
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Ats
19.01.2024 18:41

Come se non bastassero due guerre e un nuovo fronte nel Mar Rosso che rischia di deragliare di nuovo il commercio mondiale, come ai tempi della pandemia, la vittoria di Trump alle primarie in Iowa getta nuova benzina sui focolai che già surriscaldano il 2024.

E il Forum economico mondiale (WEF) di Davos (GR) si chiude aggiungendo un evento in più alla lista dei rischi che potrebbero riportare l'economia mondiale indietro invece di proiettarla verso la salda ripresa di cui ha bisogno.

Nell'Europa preoccupata dalle due guerre alle sue porte, e dalle elezioni europee in primavera, il pericolo Donald Trump non era ancora nei radar. Diverso per gli Usa, che sentono la stanchezza degli elettori democratici e si preparano a qualunque scenario. Ma, dopo l'Iowa, al forum di Davos l'ipotesi del ritorno dell'ex presidente repubblicano spunta in quasi ogni dibattito. La questione agita evidentemente la numero uno della Bce, Christine Lagarde, che alla domanda diretta su Trump, risponde: "ho bisogno di caffè".

La battuta tradisce il timore di vedere le tensioni che crescono, invece di diminuire, blocchi sempre più contrapposti che fomentano nuove guerre commerciali con l'Europa e con la Cina. Ma non si può entrare a piè pari nelle elezioni di un Paese democratico, e quindi Lagarde sposta il focus sull'Europa.

Qualunque sarà l'esito del voto americano, "la miglior difesa è l'attacco", e "dobbiamo prepararci, essere forti a casa nostra, e per farlo dobbiamo avere un mercato unico forte", ha spiegato, ricordando che l'ex premier italiano Enrico Letta sta preparando un rapporto proprio sul rafforzamento del mercato interno. Per il ministro delle Finanze tedesco, Christian Lindner, si parla troppo di Donald Trump in Europa. Invece bisognerebbe prepararsi ad ogni scenario "facendo i compiti", ovvero aumentando la competitività anche nel settore della difesa.

La situazione dell'economia globale, del resto, continua ad essere molto incerta, quindi bisogna adoperarsi per cercare il rimbalzo dopo la stretta monetaria che ha portato con sé l'inevitabile rallentamento della crescita. Verso la fine del 2023, ha spiegato Lagarde, "abbiamo visto l'inizio del periodo di normalizzazione dell'economia che però andrà verso qualcosa che non è la normalità".

Il processo di normalizzazione, ha detto, è in corso nel commercio, nell'inflazione e nel mercato del lavoro. E, se tutto andrà bene, questo trend proseguirà anche nel 2024. Entro l'estate dovrebbe esserci anche l'atteso taglio dei tassi, che dovrebbe ridare una spinta alla ripresa.

Lo scenario però deve fare i conti anche con gli altri rischi. "Il più grande continua ad essere l'aggressione russa all'Ucraina. Se non la fermiamo la prospettiva è che vi sia una guerra sempre più aggressiva", ha detto il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis. Poi ci sono le tensioni nel Mar Rosso, che costringono le navi occidentali ad allungare la rotta verso il Mediterraneo passando per il Capo di Buona Speranza. L'impatto per le catene di approvvigionamento è potenzialmente enorme, tanto che Tesla e Volvo hanno già annunciato la sospensione temporanea della produzione in Europa per mancanza di componentistica.

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