Meno ascolti senza FM, la SSR: «Risaliranno»

I canali radiofonici della SSR hanno perso ascolti negli ultimi tre mesi a seguito dello spegnimento delle trasmissioni in FM. Rispetto al primo trimestre dell’anno scorso, quando il sistema analogico era ancora in funzione, la quota di mercato detenuta dalle emittenti radio SSR si è ridotta complessivamente di 6 punti percentuali. Comunicati dall’azienda di servizio pubblico, i dati si basano sui rilevamenti di Mediapulse, la società che segue l’andamento degli ascolti. Secondo la SSR, questo calo è «in linea con quanto atteso». Più pronunciata la riduzione in termini di penetrazione netta , vale a dire del numero di persone che hanno ascoltato almeno una volta la radio nell’arco di un determinato lasso di tempo. Fra gennaio e marzo le reti della SSR hanno perso complessivamente il 15%. Nelle rispettive regioni linguistiche, la SRF ha ceduto il 18%, la RTS il 25% e la RSI il 29%. Tuttavia, per quel che concerne la Svizzera italiana, si puntualizza che il campione (561 persone) è ancora piccolo e mostra pertanto «un grado di incertezza relativamente elevato». Con una quota di mercato del 53%, si sottolinea, le emittenti della SSR rimangono «decisamente leader del settore» precedendo le radio private (41%). Queste, comunque, hanno guadagnato terreno e fino alla fine dell’anno prossimo potranno ancora diffondere i loro programmi in modulazione di frequenza. La SSR mette in evidenza il fatto che la grande maggioranza delle ascoltatrici e degli ascoltatori fruisce della radio in digitale. Ben oltre l’80% dei minuti di ascolto avviene tramite Internet o DAB+. In quanto società di servizio pubblico, la SSR sostiene che può fare da apripista alle radio private e accelerare il passaggio al digitale, «anche perché continuare a trasmettere con la tecnologia analogica FM è sproporzionato e costoso».
«Variazioni temporanee»
La SSR afferma di non essere sorpresa da queste «variazioni temporanee degli ascolti», perché i cambiamenti e il passaggio al digitale richiedono tempo. Ci si attende che in futuro i dati di ascolto tornino a salire, in particolare quando l’intero settore abbandonerà la FM, entro la fine del 2026. Ma cosa porta a credere che la quota di mercato persa negli ultimi mesi per motivi tecnologici verrà recuperata con il passaggio di tutte le emittenti al DAB+? «Lo dimostrano anche rilevamenti provenienti da altri Paesi, come ad esempio la Norvegia», dice il portavoce della SSR Nik Leuenberger. «Lì, dopo circa un anno, i numeri si sono nuovamente stabilizzati. Tuttavia, occorre sottolineare che la digitalizzazione in Svizzera è già molto più avanzata rispetto a quella norvegese a quel tempo (2017). Inoltre, i trasmettitori FM delle stazioni private si stanno già diradando. Era chiaro da sempre che il processo avrebbe richiesto tempo. Non tutti gli ascoltatori che lo desiderano sono passati alla radio digitale». Tuttavia, secondo il consigliere nazionale UDC Thomas Aeschi (sentito dal Tages-Anzeiger), la SSR non riuscirà a recuperare gli ascoltatori perduti. Le persone che vivono vicino al confine stanno passando ai canali francesi o italiani, il che si riflette nelle maggiori perdite in Ticino e nella Svizzera romanda. Già nel 2023, con una mozione (inevasa), il deputato si era espresso contro lo spegnimento del segnale analogico e aveva chiesto al Governo di attribuire nuove concessioni di radiocomunicazione FM dal 1. gennaio 2027. Come si concilia l’argomento dell’anticipo del passaggio al sistema DAB+ con quello più generale della SSR di conservare le quote di mercato? «Le trasmissioni in FM verranno disattivate in tutto il Paese alla fine del 2026. Con la chiusura anticipata, stiamo spianando la strada alle emittenti private per raggiungere questo obiettivo. La SSR dipende meno dagli introiti pubblicitari della radio e sta accelerando questo processo», ribadisce il portavoce. In ogni caso, la settimana scorsa, il commissario dell’Unione europea per la gestione delle crisi ha invitato i cittadini a inserire la radio nel kit di sopravvivenza per le prime 72 ore dopo una catastrofe, bombardamento o altro. A livello europeo la tendenza alla soppressione dell’FM (non solo in Svizzera) potrebbe rivelarsi una cattiva idea? «Le informazioni sulle emergenze e sui disastri vengono ora trasmesse tramite FM e anche tramite DAB+. La Confederazione si affida a diversi sistemi (tra cui gli smartphone) per la preparazione alle emergenze, che vengono utilizzati in caso di calamità. Ulteriori elementi gestiti dalla Confederazione completano l’infrastruttura delle stazioni radiofoniche SSR. Informazioni più dettagliate sono disponibili sulla pagina dell’Ufficio federale della protezione della popolazione. Poiché ogni radio DAB+ supporta anche la frequenza FM, la ricezione è comunque garantita anche in situazioni di emergenza».