«Più di 17.000 firme per salvare Swissinfo e il mandato estero»

Oltre 17.000 persone hanno firmato la petizione per salvare Swissinfo e il mandato per l’estero della SSR. Come si legge in una nota, è stata consegnata alla Cancelleria federale oggi, giorno del dibattito del Consiglio degli Stati sul pacchetto di risparmi della Confederazione. Il mandato per l’estero, che comprende Swissinfo e tvsvizzera.it, nonché il partenariato con 3sat e TV5Monde, garantisce la visibilità della Svizzera all’estero.
Una campagna in meno di tre mesi
Lanciata il 19 settembre 2025, la petizione «Salvate Swissinfo e il mandato d’informazione per l’estero» ha raccolto più di 17.000 firme in soli 89 giorni. La petizione è stata presentata congiuntamente dal Sindacato dei media SSM, dall'Organizzazione degli svizzeri all'estero (OSE), da Soliswiss, da Educationsuisse, da Suisseculture, da Reporter senza frontiere Svizzera, dalla Società svizzera di scienze della comunicazione e dei media (SSCM) e dall’associazione media FORTI.
Finanziamenti vitali per Swissinfo
La petizione si oppone alla soppressione dei 19 milioni di franchi assegnati dalla Confederazione per l’offerta internazionale della SSR. Poco più di 9 milioni di questo finanziamento sono destinati a Swissinfo. La Confederazione copre la metà dei costi, l’altra metà è a carico della SSR. Senza questo contributo, la piattaforma multilingue Swissinfo – la vera voce della Svizzera all'estero – non potrebbe sopravvivere. Swissinfo, tuttavia, è una fonte di informazione essenziale per oltre 820’000 cittadine e cittadini svizzeri che vivono all'estero.
«Swissinfo collega il nostro Paese alla ‘Quinta Svizzera’. La piattaforma fornisce informazioni indipendenti, spiega le votazioni e rafforza così i diritti politici», ha dichiarato la consigliera nazionale Elisabeth Schneider-Schneiter (Il Centro) alla consegna della petizione. Per molti svizzeri e svizzere all'estero, Swissinfo è molto più di un organo di informazione: è una finestra sulla Svizzera.
Un settore già minacciato
La scomparsa di Swissinfo comporterebbe la perdita di oltre 100 posti di lavoro in un settore già sotto pressione. «A Swissinfo, giornaliste e giornalisti provenienti da dieci contesti linguistici diversi uniscono le loro competenze per offrire informazioni neutrali e di qualità alle persone interessate alla Svizzera in tutto il mondo. È un'offerta unica e insostituibile», afferma Katy Romy, giornalista di Swissinfo e presidente del gruppo Swissinfo per la SSM.
«Il settore dei media è già sottoposto a enormi pressioni. Ogni anno si perdono centinaia di posti di lavoro nei media pubblici e privati della Svizzera», spiega Silvia Dell'Aquila, segretaria centrale della SSM. «L'abolizione del contributo federale all'offerta internazionale della SSR rappresenterebbe un'ulteriore drastica riduzione della diversità dei media e comporterebbe inevitabilmente un'ulteriore perdita di posti di lavoro. Il fatto che più di 17.000 persone si siano opposte è un segnale forte per il panorama mediatico svizzero e per chi fa informazione ogni giorno».
Non solo Swissinfo
Il mandato internazionale non si limita a Swissinfo. Le persone che hanno firmato la petizione sottolineano anche l'importanza delle collaborazioni con 3sat e TV5Monde, anch'esse in pericolo. 3sat garantisce alla Svizzera una forte presenza nel mondo della cultura e della scienza in lingua tedesca, in particolare grazie a documentari e riviste di alta qualità. Il canale raggiunge circa 70 milioni di famiglie di lingua tedesca ed è quindi uno dei principali diffusori delle produzioni culturali svizzere. TV5Monderende visibili i contenuti svizzeri in oltre 210 Paesi e regioni e rafforza la presenza della Svizzera nel mondo francofono. La scomparsa di queste partnership indebolirebbe notevolmente la visibilità internazionale della cultura, della scienza e dell'informazione svizzere.
Il prossimo passo
La petizione sarà ora trasmessa alla Commissione delle finanze del Consiglio nazionale, che esaminerà il pacchetto di riduzione del budget 2027 all'inizio del prossimo anno, prima di sottoporlo alla sessione plenaria.
