Tassa di collegamento, l’appello dell'UDC a PLR e Centro
«Mi appello agli altri partiti borghesi: ci sono tutti gli elementi per risolvere la questione della tassa di collegamento direttamente in Gran Consiglio, abrogandola senza passare dalle urne». Il presidente dell’UDC Piero Marchesi ha voluto lanciare un netto messaggio, soprattutto ai deputati di PLR e Centro: è ora di scrivere la parola fine sul tema del «balzello» dei posteggi. E soprattutto, ha aggiunto davanti al comitato cantonale riunito questa sera a Manno, senza dover tornare al voto. La questione, ha spiegato Marchesi in apertura, «gira da molto tempo nell’agenda politica cantonale», ricordando come la promessa con cui venne presentata era di ridurre il traffico. «Avrebbe dovuto colpire soprattutto i lavoratori frontalieri. Alle urne, nel 2016, passò per pochi voti». Tuttavia, malgrado formalmente non sia mai entrata in vigore, «negli anni è stata comunque riscossa dalle aziende, vista l’incertezza sull’esito dei ricorsi pendenti al Tribunale federale». Eppure, ha fatto notare il presidente democentrista, «non ha prodotto alcun risultato concreto per ciò che riguarda la riduzione del traffico. Semplicemente, era stata voluta dal Consiglio di Stato per poter incassare 20 milioni, utili a risanare le finanze del Cantone. Un tema sempreverde in Ticino».
Per abrogare la tassa, l’UDC - insieme ad alcuni rappresentati di PLR e Centro - alla fine del 2022 ha lanciato un’iniziativa popolare, raccogliendo oltre 16 mila firme. «Per qualche tempo nessuno ha voluto prendere il toro per le corna. Ora la deputata UDC Roberta Soldati si occuperà di redigere il rapporto».
Nel frattempo, però, per tentare di salvare il «balzello» sui posteggi, questa estate il Governo ha proposto un controprogetto che limita il prelievo ai soli parcheggi aziendali. Una versione «light» che permetterebbe comunque al Cantone di incassare una quindicina di milioni. «E qui casca l’asino», ha detto Marchesi: «Il controprogetto, arrivato a cinque minuti dalla mezzanotte, mette a bilancio un’entrata fissa ogni anno. Ma ciò significa ammettere che non ci sarà alcuna riduzione traffico». In più, «la proposta governativa esenta la grande distribuzione. Gli stessi centri commerciali che a suo tempo erano stati dipinti come brutti e cattivi, e che ora invece si sostiene non incidano sul traffico. Questo lascia pensare».
Di qui, la proposta agli altri partiti, soprattutto a PLR, Centro «e a qualche leghista che su questo tema si è mostrato ragionevole: risolviamola direttamente in Parlamento». Va infatti ricordato che se il Gran Consiglio approvasse il rapporto di Soldati che chiede di eliminare il «balzello», la tassa verrebbe abrogata per direttissima. Senza quindi ripassare per le urne. «Non temiamo il voto popolare», ha chiarito Marchesi. «Ma i ticinesi hanno detto a più riprese di non volere nuove tasse. Mi sembra un’opzione ragionevole, quindi, rinunciare a tornare alle urne, evitando così anche le spese di un’altra votazione popolare. Spero che questo segnale venga colto».