Ai prigionieri del maniero servono intuito e tanta astuzia

«È sorprendente come in uno spazio così piccolo sia stato possibile concretizzare un’attrattiva tanto coinvolgente». Parola di Isabelle Piazza Brunner, capo dicastero Cultura, tempo libero e sport del Comune di Verzasca, che – assieme ai colleghi di Municipio – ha avuto l’onore di inaugurare la nuovissima escape room realizzata nell’ex bottega del Castello Marcacci di Brione. «Eravamo tutti alle prime armi – confessa sorridendo la rappresentante dell’Esecutivo – quindi non siamo riusciti a ‘liberarci’ nel tempo consentito. Però è stato molto divertente. E anche istruttivo». Nel frattempo l’esempio dei politici vallerani è già stato seguito dai primi appassionati del genere e tutti si sono detti molto soddisfatti di esser riusciti nell’impresa, sfoderando intuito e tanta astuzia.
L’iniziativa del Comune
«L’idea dell’escape room – spiega al Corriere del Ticino Martino Prat, già municipale di Brione e ora membro della Commissione Castello Marcacci – nacque nel 2017, quando l’allora Comune, oggi frazione di Verzasca, decise di acquistare lo storico edificio con l’intento di renderlo nuovamente accessibile alla popolazione». In precedenza, infatti, il palazzo – che si affaccia sulla piazza del paese – era di proprietà privata e fino alla fine degli anni Novanta aveva ospitato una trattoria e un piccolo negozio. «Dopo l’acquisizione – spiegano ancora Piazza Brunner e Prat – sono stati organizzati diversi eventi, animazioni e incontri». Dedicati sia alla popolazione locale sia ai numerosi ospiti che, soprattutto durante la bella stagione, frequentano la Verzasca. «Mancava però qualcosa – aggiunge l’ex municipale e promotore dell’iniziativa –. Ci chiedevamo infatti cosa avremmo potuto proporre di interessante che permettesse di animare anche i mesi freddi, oltre alle giornate di brutto tempo nell’alta stagione turistica. Una proposta non meteo dipendente, insomma, pensata sia per gli abitanti della valle sia per gli ospiti. Proprio in quel periodo mi era capitato di visitare una delle escape room realizzate dalla società BlokaTi a Giubiasco e poi anche la Torre nera al Castelgrande di Bellinzona (nel frattempo dedicata al Rabadan). Ne ho contattato gli ideatori ed è così nato il progetto della ‘stanza di fuga’ verzaschese, cui hanno aderito vari sostenitori». Si va dalla Banca Raiffeisen Piano di Magadino all’associazione Promozione progetti valle Verzasca, dalla Fondazione Verzasca a, ovviamente, il Comune nato dalla recente aggregazione.
La collaborazione con il Museo
Indizi ed enigmi, da raccogliere e risolvere (in al massimo 60 minuti) per potersi liberare dalla «morsa» del maniero sono ispirati alla storia e alla realtà locali. «E in questo – aggiungono i nostri interlocutori – è stata fondamentale la collaborazione con il Museo etnografico di Sonogno. Ci hanno pensato loro a fornirci il materiale e le idee per dar vita a un’escape room tutta verzaschese».
Alla scoperta del territorio
Una divertente sfida grazie alla quale si scoprono molte delle peculiarità del territorio. «E chi viene da fuori, ma anche (perché no) chi abita in valle, ha pure l’occasione per ottenere informazioni sulle altre attrazioni del comprensorio». Attraverso le domande e gli enigmi vengono, ad esempio, svelate le caratteristiche di diversi prodotti locali, le particolarità della diga (al centro dell’attualità proprio in questo periodo, visto che sono iniziate le operazioni per il primo svuotamento della sua storia), le curiosità legate alle cave di Brione, al mulino di Frasco, al Sentiero delle leggende di Gerra o al percorso ludico del BoBosco. Ce n’è, insomma, per tutti i gusti.
«E oltre a essere divertente e istruttiva – prosegue la capo dicastero Cultura, tempo libero e sport – la proposta è anche un mezzo per favorire il cosiddetto ‘team building’. Per contribuire, cioè, a rinsaldare i rapporti all’interno di un gruppo. Sia esso una famiglia, una compagnia di amici, una squadra di sportivi oppure l’insieme dei dipendenti di un’azienda. Per riuscire nell’impresa è infatti necessario collaborare e sviluppare il pensiero a 360 gradi. Molto accattivante». Se anche voi, come il Municipio di Verzasca, volete tentare la fuga dal castello, potete farlo prenotandovi sul sito internet www.blokati.ch.
La casa del vescovo e delle sue sorelle
Il Castello Marcacci fu costruito fra il ‘600 e il ‘700, come dimora signorile dell’omonima famiglia. Fra gli anni ‘70 e ‘80 ospitò un negozio e una trattoria, gestiti da Flora e Onorina, sorelle del vescovo emerito Ernesto Togni, tutti cresciuti nell’edificio. Le due sorelle, nel frattempo decedute, lasciarono disposizioni affinché il palazzo finisse in mani pubbliche. Risale al 2017 l’acquisto da parte dell’allora Comune di Brione.