Chiasso

Autostrada interrata: Zali batte un colpo

Studio di fattibilità del Cantone per analizzare le due varianti sul tavolo: passare sotto la collina del Penz o quella di Vacallo
©Gabriele Putzu
Giuliano Gasperi
27.11.2022 19:30

Mentre Norman Gobbi dichiara che ci sono troppi controlli radar, Claudio Zali accelera sulla A2. Parliamo di accelerazione politica: il Dipartimento del Territorio ha deciso di avviare uno studio di fattibilità sull’interramento dell’autostrada - e il conseguente recupero di spazi preziosi in superfice - nei pressi della dogana di Brogeda a Chiasso. Di questa opportunità si parla da circa tre anni e l’analisi promossa dal Cantone è indubbiamente un passo avanti. Tecnicamente, le ipotesi più accreditate sono due: passare o sotto la collina del Penz (come suggerito nel 2020 dalla giovane architetta Elena Fontana, «madre» dell’idea) o sotto quella di San Simone a Vacallo (come proposto da un gruppo guidato dall’architetto Elio Ostinelli). Verranno approfondite tutte e due. «Entrambe hanno il pregio di prospettare miglioramenti sotto numerosi aspetti - ha dichiarato Zali sul Mattino della Domenica, che ha anticipato la notizia - ma numerose sono anche le sfide e le questioni su cui indagare. Per questo si procederà con lo studio, che dovrà individuare rischi e opportunità di ambedue ipotesi, in modo da avere una base più solida per le necessarie decisioni politiche».

«Quella che preferisco è...»

Quando Elena Fontana aveva messo nero su bianco la proposta, divenuta un lavoro di Master in Pianificazione territoriale al Politecnico federale di Zurigo, il cittadino forse più entusiasta era stato il sindaco di Chiasso Bruno Arrigoni, che aveva condiviso il suo sentimento con la popolazione nel corso della classica cerimonia d’inizio anno per lo scambio di auguri. Era il gennaio del 2020. «La decisione di commissionare uno studio di fattibilità ci dà fiducia» ha commentato oggi Arrigoni, da noi raggiunto. «Il Cantone ha sempre perorato questa causa ed era giusto che prendesse la guida, la Führung di questo progetto, o meglio progetti, visto che le opzioni sono due». La preferita del sindaco? «Passare sotto la collina del Penz necessiterebbe un intervento diretto da parte delle autorità italiane e ciò potrebbe rendere il tutto più complicato, ma a mio avviso questo progetto sarebbe più completo». In ambedue i casi si potrebbero recuperare ampie porzioni di territorio: come sfruttarle al meglio? «Si aprirebbero tante variabili: potremmo ad esempio recuperare e valorizzare gli argini del fiume Breggia, come pure il terreno della dogana commerciale, che ora è una spianata d’asfalto».

Il fattore «I»

La questione tra l’altro non si ferma al confine di Stato. Interessa anche all’Italia. Come reso noto lo scorso febbraio dal Consiglio di Stato rispondendo ai deputati Maurizio Agustoni, Giorgio Fonio e Luca Pagani, che chiedevano lumi sull’avanzamento del dossier, la Regio Insubrica si è proposta come ente coordinatore, «rappresentando gli interessi di ambo i lati della frontiera». Uno stimolo «dal basso» a favore di un’autostrada interrata è giunto a Berna e a Roma anche dalla Commissione regionale dei trasporti del Mendrisiotto. Insomma, il progetto sta cercando di prendere velocità. Come sempre, occhio ai radar.

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