Cadenazzo

«Aveva il viso pieno di sangue, l'aggressore lo colpiva anche mentre era a terra»

Una testimone racconta quanto accaduto alla stazione di Cadenazzo: «Una lite? No, un'aggressione: gli ha spaccato una bottiglia in testa. La vittima non ha mai reagito»
©CHIARA ZOCCHETTI
Michele Montanari
27.07.2025 14:00

«Aveva la faccia completamente ricoperta di sangue, sembrava uscito da  un film dell'orrore». Emergono dettagli di una violenza ingiustificabile dal racconto di una testimone, una 17.enne italiana, che ha assistito alla presunta lite avvenuta ieri nei pressi della stazione di Cadenazzo. Usiamo il termine «presunta», perché, secondo la giovane presente in quel momento, il 32.enne svizzero rimasto ferito non avrebbe preso parte a un litigio, ma sarebbe stato aggredito. 

La giovane italiana racconta: «Il 32.enne aveva un taglio verticale lungo la fronte, perché l'altro uomo gli ha spaccato una bottiglia in testa. Aveva il viso completamente ricoperto di sangue. In attesa della polizia, chiamata da chi ha assistito alla scena, un uomo e una donna sulla quarantina hanno cercato di aiutare la vittima del pestaggio. Lo stavano accompagnando verso il bar vicino alla stazione per cercare qualcosa con cui medicare la ferita». La furia dell'altro uomo, però, non si sarebbe placata, racconta ancora la 17.enne: «Mentre il ferito cercava di allontanarsi, è stato nuovamente raggiunto nel sottopassaggio. Le prendeva senza ribellarsi. Per questo penso non si tratti di una lite. L'uomo rimasto ferito non ha mai reagito, neanche quando è finito a terra e continuava a prendere calci in testa dall'aggressore». Secondo la ragazza, più di una volta l'aggressore sarebbe tornato sui suoi passi per colpire ancora e ancora il 32.enne, per poi fuggire definitivamente all'arrivo della polizia.

Ma come mai nessuno è intervenuto? La nostra interlocutrice spiega che al momento del pestaggio erano presenti soprattutto giovani ragazze, le quali avrebbero potuto fare ben poco, se non chiamare le autorità: «Io ho cercato nella borsa, nella speranza di trovare lo spray al peperoncino, ma lo avevo lasciato a casa. Mia madre mi ha obbligato a comprarlo, visto che quando prendo il treno arrivo in stazione a Luino. Lì non è un ambiente sicuro, e in Italia si registrano spesso casi di molestie, furti e risse. Sinceramente, non pensavo che queste cose potessero accadere anche in Svizzera».

La ragazza fornisce ulteriori dettagli: «L'aggressore non era di qui. Aveva la carnagione olivastra, penso fosse nordafricano. A un certo punto ha pure detto qualcosa tipo: "Io sono tunisino"». Secondo la pagina Instagram della Regione, il 32.enne svizzero sarebbe stato colpito in quanto intervenuto per aiutare una giovane donna finita a terra dopo esser stata molestata e spintonata dal soggetto in fuga. La 17.enne, tuttavia, non può confermare questa versione: «Io sono arrivata nel bel mezzo del pestaggio, non so dire cosa l'abbia scatenato. Una cosa è certa: è stata un'aggressione, la vittima non ha mai reagito».