Cantonali 2023

Boas Erez: «Il Ticino deve diventare più accogliente»

L’ex rettore dell’USI, dopo mesi di voci e speculazioni, sarà il quinto nome sulla lista PS-Verdi per le elezioni cantonali del 2 aprile al Consiglio di Stato
© CdT / Gabriele Putzu
Giona Carcano
16.11.2022 10:45

Ora è ufficiale: è Boas Erez il quinto nome sulla lista rossoverde per il Consiglio di Stato. L’ex rettore dell’USI, dopo mesi di voci e speculazioni, è stato presentato questa mattina durante una conferenza stampa a Bellinzona, alla Casa del Popolo, dalla copresidente dei socialisti Laura Riget e dal co-coordinatore dei Verdi Marco Noi. Il professore, nato a Coira nel 1962, va a completare la lista unitaria PS-Verdi. Sarà il candidato «della società civile» per le elezioni cantonali del 2 aprile.

Erez ha guidato l’USI di Lugano dal 2016 al 2022. La scelta della candidatura, hanno spiegato i due partiti, è stata fatta da una commissione mista, composta da membri del PS e dei Verdi, che ha vagliato negli scorsi mesi diverse candidature. «Reputiamo che Erez sia una personalità autorevole e credibile per allargare il dibattito politico a sostegno del programma di area, una voce in grado di completare e rafforzare in modo sostanziale il quartetto di candidature già presenti nella lista PS-Verdi».

«Come ho vissuto questo percorso? Prima della chiamata non pensavo alla politica. Mi sono sempre espresso nell’ambito delle istituzioni che rappresentavo», ha spiegato Erez. «Ho discusso con i Verdi liberali, con il PLR. Ma alla fine abbiamo concluso che non potevamo andare fino in fondo. La coesione sociale mi sta molto a cuore, pensiamo all’autogestione a Lugano. Oppure all’integrazione del Cardiocentro nell’EOC. Vorrei quindi fare in modo che il Ticino fosse un cantone accogliente. A volte non è così: se vivo a Melano e qualcuno mi propone di costruire una terza corsia dinamica in autostrada, ad esempio, non mi sento più a casa. Decisioni prese altrove hanno un impatto locale, sulla popolazione ticinese. In questi ultimi due anni, con la crisi sanitaria che abbiamo attraversato, molte persone si sono sentite escluse dalla vita pubblica e sociale. Bisognava presentare dei documenti per frequentare il bar sotto casa. Ecco perché il Ticino deve diventare maggiormente accogliente, anche per cercare di risolvere il problema demografico».

In questo articolo: