La domenica del Corriere

Boris Bignasca: «Sul risotto e luganiga la Lega non ha il monopolio»

I temi caldi, i programmi e le strategie dei partiti con la solida coppia PS-Verdi, quella in concorrenza Lega-UDC e quella sfilacciata e poco convinta con PLR-Il Centro
Gli ospiti di Gianni Righinetti: Piero Marchesi, Samantha Bourgoin, Boris Bignasca, Fiorenzo Dadò, Laura Riget e Alessandro Speziali. ©CdT/Chiara Zocchetti
Gianni Righinetti
15.01.2023 19:56

La volata finale verso le elezioni del 2 aprile con qualche accenno ai temi della stretta attualità, a partire dalla Lugano sempre più straniera e la prospettiva di raggiungere quota 9 milioni di abitanti in Svizzera al termine del 2023. In sostanza si tratta della faccia della stessa medaglia. Ma pure una sorta di parallelismo (nelle differenze) delle coppie a destra, a sinistra e al centro. La domenica del Corriere andata in onda oggi è stata all’insegna de «di tutto un po’». Ospiti di Gianni Righinetti la copresidente del PS Laura Riget, la co-coordinatrice del Verdi Samantha Bourgoin e i presidenti de Il Centro/PPD Fiorenzo Dadò, del PLR Alessandro Speziali, dell’UDC Piero Marchesi e il capogruppo della Lega Boris Bignasca. Il tutto, fondamentalmente, per lanciare la campagna elettorale. Il menu del week end per la festa dell’UDC è stato a base di risotto e luganiga. Ma come? È il piatto che solitamente serve la Lega? «Non abbiamo il monopolio del risotto e luganiga» ha scherzosamente affermato Bignasca «noi festeggeremo lo stesso con quattro pranzi in quattro località del cantone, saranno un po’ i nostri congressi itineranti, poi ci si conterà alle urne. Spero che per il Governo questa lista porti un buon risultato per l’area e spero che per il Gran Consiglio la Lega faccia bene e confermi almeno i 18 deputati che abbiamo». Bignasca è sulla lista per preservare Norman Gobbi e Claudio Zali dall’arrembante Marchesi? ha chiesto Righinetti. «Beh, è questo il ruolo che mi è stato dato». Dal canto suo Marchesi ha risposto che «l’accordo parla chiaro, rafforzare il fronte a destra. Per quanto concerne l’UDC gli ultimi appuntamenti hanno detto che abbiamo fatto bene e possiamo ambire a migliorare anche per le cantonali. Ma non è contro nessuno». Insomma, collaborazione, seppur con qualche frizione. E Dadò ha poi detto: «Con una lista unica il centro politico avrebbe la possibilità di avere tre consiglieri di Stato. Ma le cose stanno diversamente. In passato ci sono stati problemi, oggi meno. Ma per realizzare cose importanti i nostri due partiti devono andare d’accordo. Io rimango fiducioso». Dal canto suo Speziali ha replicato che «se guardo i poli più distanti si avvitano in una logica sempre più estrema. Se guardo in casa d’altri, la base liberale mi dice che occorre semmai collaborare sui temi e non su macchinazioni elettorali». Un finale frizzante del dibattuto con PS e Verdi osservatori, nella consapevolezza che loro la grande alleanza l’anno fatta e sembra essere una mossa convincente.