«Che cosa si aspetta la gente? Un vero rilancio economico»

L’entrata in materia nella nuova funzione, la conciliazione di politica e professione, le preoccupazioni della gente, i progetti sul tavolo, le aggregazioni, il significato di essere popolare democratico oggi e pure le imminenti vacanze. Due mesi dopo l’elezione, ne abbiamo parlato con Corrado Nastasi, il 36.enne che ha raccolto il testimone da Roland David come sindaco di Faido.
Sindaco, com’è stata l’entrata in materia nella veste di sindaco? Ha già consultato il suo esperto predecessore?
«Mi sono dovuto subito chinare su diversi temi aperti della scorsa legislatura che necessitavano di essere evasi. Con il mio predecessore abbiamo avuto un passaggio di consegne su diversi fronti, ma com’è giusto che sia adesso dovrò far mia la carica e lavorare sostenuto dai colleghi di Municipio in primis e dai membri del Legislativo».
Lei è anche uno dei vicedirettori della Scuola cantonale di commercio di Bellinzona, dove è pure insegnante. Come riesce a conciliare i ruoli dirigenziali a livello professionale e politico?
«Per la politica sto dedicando molte serate e i fine settimana. Per ora la conciliazione tra i due ruoli funziona molto bene, basta essere organizzati e pianificare correttamente l’agenda».
Cosa significa, oggi, essere un politico PPD? In altre parole, cosa vi differenzia da altri partiti?
«Essere PPD per me significa valorizzare i singoli, sostenere i più deboli, porsi al centro con oggettiva pacatezza e rispetto del prossimo, porre la famiglia al centro del sistema, esprimere tolleranza per tutti, e promuovere una politica basata sul dialogo e la correttezza del confronto».
La cittadinanza la cerca? Quali sono le preoccupazioni e le speranze principali che avverte tra la gente di Faido?
«Le speranze sono un rilancio di Faido in molti settori economici, tra cui il turismo, riuscire a portare il Comune a essere nuovamente attrattivo per le residenze primarie di famiglie e cambiare questo trend che ci ha visti perdere il 10% della popolazione negli ultimi 10 anni».
A proposito, cosa può fare il Comune di Faido per contrastare lo spopolamento in atto a livello regionale?
«Elaborare una strategia per il rilancio economico, la creazione di posti di lavoro e continuare a offrire servizi di qualità».
Un progetto che spera possa essere realizzato entro la fine della legislatura nel 2024?
«Di progetti ve ne sono molti, stiamo iniziando anche a voler ragionare sul sommare tanti piccoli progetti il cui risultato sarà un grande cambiamento. Sicuramente un progetto che spero possa vedere presto la luce, come detto in altre occasioni, è un restyling di piazza Stefano Franscini».
In una Leventina che sembra quasi allergica alle aggregazioni comunali, Faido è stato un allievo modello, concretizzando già anni fa l’unione di tutta la media valle. Cosa pensa succederà a sud e a nord su questo dossier, e cosa auspica?
«Io sono una persona pro aggregazioni e penso che Faido possa ritenersi soddisfatta per quanto ottenuto e costruito. Ovvio che alla nascita di un nuovo Comune i problemi che sorgono sono molti e vanno risolti pian piano, uno dopo l’altro, senza indugio. Per quanto concerne a sud e a nord di Faido, non conoscendo nel dettaglio le dinamiche e le sfumature locali, preferisco non esprimermi. Piuttosto preferisco fare un grande augurio ai vicini di trovare la loro dimensione per potare avanti progetti vincenti, come quelli che stanno nascendo e per i quali so che stanno lavorando molto bene e con grande entusiasmo».
Dopo mesi impegnativi, come trascorrerà le prossime vacanze estive?
«Quest’anno ho deciso che andrò solo una settimana al mare mentre per il resto delle mie vacanze mi dedicherò al Comune, sfruttando le nostre infrastrutture sportive, godendo delle bellezze naturali che offre il nostro territorio, con il desiderio di poter avvicinare le persone di Faido e chiacchierare un po’ con loro».
