Il Centro

«Chi vuole mandare anche Fonio a Berna sa cosa deve fare»

Il sindacalista OCST è stato il terzo candidato più votato in Ticino – Ora spera nell'elezione di Regazzi agli Stati per riaprire i giochi
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Jenny Covelli
22.10.2023 23:45

Dopo una giornata vissuta al cardiopalma, a prevalere è la delusione. «Partivamo molto svantaggiati, ma siamo riusciti a risalire la china», ha commentato a caldo Fiorenzo Dadò. «Riuscire a ottenere il secondo seggio, per noi, sarebbe stato un exploit. Un’impresa preparata per tanto tempo, gradino dopo gradino». Il partito, però, non ce l’ha fatta.

Ma per il presidente del Centro non è il momento di leccarsi le ferite, anzi, bisogna concentrarsi sugli aspetti positivi: «Dobbiamo focalizzarci sui risultati raggiunti in alcuni Comuni, come Locarno. Aspetti evidentemente incoraggianti, che premiano il lavoro che stiamo svolgendo. Cercheremo di giocarci la partita agli Stati».

Il cambiamento di nome e di immagine, per i centristi, ha sicuramente influito sul giudizio della popolazione. «È un insieme di fattori che si sta rivelando importante», aggiunge il presidente. Che, nonostante il seggio perso al Nazionale, non rimpiange di non essere stato direttamente della partita: «Chi è alla testa del partito deve pensare alla conduzione. Ho preso in mano il Centro nel 2016 con l’obiettivo di invertire la tendenza. E la tendenza si sta invertendo». I candidati sono «validi, popolari, vicini al cittadino», e le tematiche «coerenti negli anni».

Fonio, lo sconfitto

Il Centro, a fine giornata, si è stretto in un abbraccio attorno a Giorgio Fonio. La tensione accumulata durante la giornata si è trasformata in amarezza. «Nonostante la delusione, c’è comunque felicità per gli ottimi risultati raggiunti dal partito in un Cantone che si sta spostando a destra», ha commentato senza sottrarsi alle interviste.

Il terzo più votato

I voti personali sono un traguardo «straordinario». Il sindacalista è infatti stato il terzo candidato più votato in Ticino, con 22.086 preferenze (Alex Farinelli ne ha ottenute 27.868, Fabio Regazzi 24.651). «È il risultato di un percorso che parte da lontano. La dimostrazione che possiamo portare avanti i valori del Cantone, senza appellarsi a slogan che soddisfino quello che la gente vuole sentirsi dire. Le ticinesi e i ticinesi hanno dimostrato che apprezzano un altro modo di fare politica». La «frecciatina» è rivolta indubbiamente all’UDC e ai 7.739 voti di scarto su Paolo Pamini, eletto alla Camera bassa. «È ovvio che c’è amaro in bocca - conclude Fonio -, ma questo è il sistema elettorale, la politica è così e da qui bisogna ripartire. Ad ogni modo, c’è grande riconoscenza nei confronti degli elettori che mi hanno dimostrato tanta fiducia».

Quindi, la stoccata: «Non è finita. C’è un posto agli Stati che potrebbe permetterci di ottenere un secondo seggio. Chi vuole mandare Fabio Regazzi e Giorgio Fonio a Berna, entrambi, sa cosa deve fare. Da domani riparte la campagna del Centro».

Non sono escluse alleanze

La partita si gioca quindi al secondo turno. «La strategia per il 19 novembre la discuteremo nei prossimi giorni», precisa Fiorenzo Dadò a fine giornata. «Dobbiamo analizzare i dati e capire com’è andata esattamente nei Comuni. Ma Fabio Regazzi può concretamente giocarsela e occupare un seggio alla Camera dei Cantoni».

Anche se tutti i protagonisti hanno dichiarato che «è presto per esprimersi», non sono escluse alleanze. «Tra le varie possibilità c’è pure questa», conclude il presidente. «È prematuro dire con chi. Faremo le nostre valutazioni a bocce ferme».

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