Stabile efg

Città della Giustizia, partiti meno scettici

La politica accoglie favorevolmente la lettera e le proposte del Consiglio di Stato – Maurizio Agustoni: «Un’apertura benvenuta» – Ivo Durisch: «Ora una riflessione sull’occupazione degli spazi» – Michele Guerra: «Una buona soluzione che ottimizza le risorse pubbliche»
© CdT/Chiara Zocchetti
Nico Nonella
19.02.2022 06:00

«La interpreto come un’apertura da parte del Consiglio di Stato, ma ovviamente tutto dipenderà dal risultato finale». A dirlo al CdT è il capogruppo del PPD Maurizio Agustoni. Insomma, dopo la recente apertura del Consiglio di Stato, a livello politico qualcosa – ma il condizionale rimane ovviamente d’obbligo – potrebbe forse cambiare per il progetto «Città della Giustizia» a Lugano. L’Esecutivo, ne avevamo riferito giovedì, ha proposto un incontro con la Commissione gestione e finanze per chiarire i punti ancora in sospeso e per rispondere alle perplessità sollevate da alcuni partiti sull’operazione che prevede l’acquisto dello stabile EFG. Tra queste perplessità – sollevate in particolare da PPD e PS – vi era l’eccessiva centralizzazione a Lugano e, soprattutto, la necessità di non lasciare spazi inutilizzati.

A Bellinzona e Locarno

A questo proposito, il Governo ha proposto alla Gestione un incontro per aggiornare quest’ultima sulla futura utilizzazione degli spazi anche all’attuale Palazzo di Giustizia di Via Pretorio e dello stabile di Via Bossi, oltre che una riflessione sulla necessità di mantenere una rappresentanza anche a Locarno, dove si potrebbe spostare il Tribunale cantonale d’espropriazione. Bellinzona potrebbe invece mantenere la Pretura penale, oggi in affitto, ma spostata nel Pretorio. Insomma, sarà un faccia a faccia per dirimere alcuni punti in sospeso e per valutare una controproposta per quanto riguarda il Locarnese che, con il progetto Città della Giustizia, “perderebbe” la Corte d’Appello e revisione penale.

Una visione d’insieme

Agustoni ribadisce che il tema andrà ancora discusso in gruppo e in Gestione, ma ora potrebbero esserci le basi per arrivare alla “visione d’insieme” politica indispensabile per entrare nel merito di un’operazione da un quarto di miliardo. «La disponibilità al dialogo è sempre benvenuta, anche se sarebbe stato meglio svolgere queste riflessioni già nel messaggio del 2019», sottolinea il capogruppo popolare democratico. «Per noi una qualificata presenza della Giustizia nei vari distretti e l’occupazione efficiente degli spazi sono imprescindibili; per entrare nel merito di eventuali discussioni occorrerà dunque capire nel dettaglio quale potrà essere lo scenario finale». È presto ovviamente per dire se il PPD scioglierà le riserve ma qualcosa, dopo quasi due anni e mezzo dal messaggio governativo, potrebbe forse muoversi.

Uffici e territorio

Anche il PS dovrà ancora discuterne ma il capogruppo Ivo Durisch ha salutato positivamente lo scritto e, in particolare, il fatto «che il Governo abbia aperto a una valutazione sull’utilizzo complessivo degli spazi e sulla futura destinazione del vecchio stabile del Ministero pubblico». Ben venga anche – aggiunge – «una riflessione sulla presenza della Giustizia sul territorio».

Il rapporto commissionale

A livello parlamentare, PLR e Lega hanno già annunciato l’intenzione di presentare un rapporto dei relatori Matteo Quadranti e Michele Guerra, favorevole all’acquisto. Secondo Guerra, quella del Consiglio di Stato «sembra una buona proposta di ottimizzazione delle risorse pubbliche, degli spazi e degli investimenti, peraltro in un periodo di ristrettezze finanziarie». Dal canto loro, i Verdi hanno definito «spropositato» il progetto, sollevando dubbi sulla necessità di ristrutturare anche l’attuale Palazzo di giustizia («che potrebbe diventare un parco cittadino»). Da parte dell’UDC non vi è invece alcuna preclusione al progetto anche se, vista l’entità della spesa, i democentristi chiederanno verosimilmente al Parlamento di portare i cittadini alle urne, attivando il referendum finanziario obbligatorio indiretto.