Luganese

Clima rovente a Bissone, ultimatum dagli Enti locali

La SEL prende posizione dopo le denunce e le segnalazioni incrociate con al centro il sindaco Incerti e i municipali Grosa e Bernardi – È un richiamo, ma se le cose non cambiano... – Della Santa: «Preoccupati da un clima negativo che potrebbe condizionare il lavoro del Municipio»
© CdT/Chiara Zocchetti
Nico Nonella
11.06.2024 06:00

Non siamo ancora al cartellino giallo, preludio a sanzioni più severe, ma il travagliato inizio di legislatura a Bissone e in particolar modo i suoi protagonisti, sono meritevoli di un richiamo. Così non si può andare avanti, perché a rischio è il buon funzionamento del comune e, di riflesso, a rimetterci sarebbero i cittadini.

Il clima, nel Comune in riva al Ceresio, è rovente da diversi mesi, con alcune avvisaglie già prime delle elezioni di aprile. L’ultimo capitolo, in ordine di tempo, parla di due denunce penali: una inoltrata dal sindaco Andrea Incerti (Bissone Unita) nei confronti dei municipali Ludwig Grosa e Vladimiro Bernardi (Lega-UDC-Indipendenti) e una inoltrata contro Incerti dallo stesso Bernardi. Insomma, dai contrasti decisi, anche al limite, si è passati alle entratacce sulle caviglie.

Per ora niente "cartellini"

E la Sezione degli enti locali (SEL), cui spetta i compiti di vigilanza, è intervenuta. Non con un ammonimento, non ancora, ma con un richiamo: «Abbiamo intrapreso i passi volti a sensibilizzare il Municipio sui suoi doveri verso la popolazione», spiega al Corriere del Ticino il Capo Sezione, Marzio Della Santa. Una vigilanza formale non è ancora stata attivata e l’auspicio è che un richiamo posa essere sufficiente. «Sul nostro tavolo ci sono diverse istanze di intervento, alcune delle quali sono per il momento congelate in attesa della conclusione delle inchieste penali».

Un messaggio chiaro

In ogni caso, il messaggio della SEL è chiaro: così non si può andare avanti. Anche perché la Legislatura è appena incominciata. «Ci preoccupa la sensazione che questo clima possa condizionare negativamente il Municipio, o addirittura che gli impedisca di svolgere le sue funzioni», prosegue Della Santa.

Allo stato attuale delle cose, è bene precisarlo, non ci sono gli estremi per un intervento più drastico. Per un cartellino rosso insomma. Tra i provvedimenti “in caso di inosservanza della legge, degli ordini dell’Autorità o di grave inadempienza nell’esercizio del mandato”, le autorità possono applicare provvedimenti disciplinari come l’ammonimento, la multa fino a un massimo di 20 mila franchi, la sospensione dalla carica fino ad un massimo di sei mesi fino ad arrivare alla destituzione. «È l’extrema ratio», rilleva il caposezione Enti locali. Preferiremmo vedere l’Esecutivo lavorare nell’interesse della comunità». L’auspicio è dunque che i municipali sotterrino l’ascia di guerra senza un intervento da parte delle autorità. Altrimenti toccherà tirar fuori i cartellini.

Le ultime schermaglie

A Bissone, l’escalation si è verificata la scorsa settimana. Giovedì, dopo le accuse di presunti comportamenti inopportuni mosse al sindaco Incerti (e da lui respinte), quest’ultimo ha sporto denuncia penale contro i due colleghi municipali Grosa e Bernardi e contro ignoti per i presunti reati di diffamazione, calunnia, ingiuria, coazione, ascolto di conversazioni estranee e registrazione clandestina.

La reazione non si è fatta attendere: il giorno dop Bernardi ha fatto sapere in un comunicato di aver inoltrato a sua volta querela nei confronti di Incerti per i presunti reati di calunnia e denuncia mendace. La situazione in Comune, già tesa, è peggiorata dopo che ha cominciato a circolare un audio apparentemente rivelatore di comportamenti privati inappropriati da parte di Incerti: accuse da lui rigettate con decisione.

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