La richiesta

Costi delle cure a domicilio: Comuni polo preoccupati

Chiasso, Mendrisio, Lugano, Bellinzona e Locarno scrivono al direttore del DSS e auspicano «misure volte a migliorare la gestione dell’attività, il controllo dell’offerta e dei costi generati» – Diversi aspetti critici sotto la lente
© KEYSTONE / Gaetan Bally
Valentina Coda
21.10.2023 06:00

Capita di rado che i Comuni polo del cantone decidano di prendere posizione in maniera congiunta su un determinato tema. Accade, invece, quando la situazione che si è venuta a creare accomuna indistintamente tutti gli enti comunali e potrebbe portare con sé ricadute negative. Dando seguito a una prima presa di posizione della Conferenza dei presidenti dei servizi di assistenza e cura a domicilio di interesse pubblico del Canton Ticino, in cui si evidenziavano «ripercussioni per il settore socio-sanitario» e «preoccupanti ricadute sulle finanze comunali» nell’ambito del progetto Ticino 2020, i Comuni di Chiasso, Mendrisio, Lugano, Bellinzona e Locarno, in qualità di principali finanziatori del sistema, hanno scritto al capo del Dipartimento della sanità e della socialità (DSS), Raffaele De Rosa, sostenendo in toto la presa di posizione dei servizi di assistenza e cura a domicilio e auspicando «misure volte a un maggior controllo dell’offerta e dei costi generati».

Circolare che rende attenti

Il motivo che ha spinto i cinque Esecutivi comunali a scrivere alla direzione del DSS è, come anticipato, una circolare che la Conferenza degli spitex pubblici ha inviato lo scorso settembre all’attenzione dei Municipi ed Enti regionali di sviluppo, del Consiglio di Stato e dell’Associazione dei Comuni ticinesi. Il documento metteva l’accento sulle implicazioni della Riforma dei compiti e flussi finanziari Cantone-Comuni, ovvero il Progetto di riforma Ticino 2020 (attualmente in fase di consultazione, ndr), con «importanti ripercussioni anche nell’ambito socio sanitario extra-ospedaliero».

Più nel dettaglio, i firmatari rendevano attenti su vari aspetti. Il primo, sulla nuova pianificazione integrata per gli anziani, che «prevede un forte aumento dei sussidi pubblici (+70%)», di cui l’80% a carico dei Comuni, evidenziando che «la neutralità finanziaria di Ticino 2020 per quest’aspetto non potrà essere rispettata». Il secondo, «un’evidente difficoltà di governance del settore» in quanto, l’abbiamo scritto su queste colonne nell’edizione del 20.10, il mare dell’offerta delle cure a domicilio è diventato decisamente affollato. Il terzo, i Comuni, quali principali finanziatori del settore socio-sanitario, «hanno il diritto di assumere un ruolo più centrale, con maggiori competenze decisionali, altrimenti si troveranno a pagare fatture sempre più salate senza avere voce in capitolo». Il quarto e ultimo aspetto messo sotto la lente è quello delle possibili soluzioni, come lo sviluppo «di reti integrate regionali (gestite dai Comuni) in modo da evitare doppioni, ottimizzare l’impiego di risorse, controllare l’offerta quantitativa e qualitativa, applicare il principio di sussidiarietà e favorire la prossimità; solo così sarà possibile arginare la crescita della spesa».

«Difficoltà di governance»

Tutti questi aspetti messi sul tavolo sono stati accolti, uno per uno, dai Comuni polo del cantone. Una presa di posizione che riflette la preoccupazione generale che si è insinuata nel settore già da qualche tempo. «Il documento solleva alcuni aspetti critici che riguardano direttamente i Comuni polo – scrivono –. Se da un lato i costi in ambito di cure a domicilio sono destinati ad aumentare, complice l’invecchiamento della popolazione, dall’altro si assiste sul territorio a un’esplosione incontrollata dei servizi spitex privati con un’evidente difficoltà di governance del settore». In aggiunta, viene supportata la proposta di portare in prima linea il ruolo degli enti locali, anche se «constatiamo che il Progetto di riforma Ticino 2020 non favorisce questa dinamica».

In conclusione, i cinque Esecutivi avanzano delle proposte che potrebbero migliorare la situazione. «I Municipi dei centro urbani esprimono pieno sostegno alla presa di posizione dei Servizi di assistenza e cura a domicilio di interesse pubblico e auspicano che vengano messe in atto misure volte a favorire una migliore gestione di questo importante ambito di attività e, conseguentemente, un controllo dell’offerta e dei costi generati».

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