Solidarietà

Dalle bombe russe all'ospitalità ticinese: «Tendere la mano non è evidente»

L'ex albergo di Astano e l'ex ostello sono pronti ad accogliere un gruppo di orfani ucraini con le loro madri affidatarie - Le strutture sono pronte ma serve il nullaosta da parte del Cantone e da Berna
©Chiara Zocchetti
Nico Nonella
02.11.2022 20:00

Dalle bombe russe all'ospitalità in Ticino. Procede a piccoli passi, dettato dai tempi tecnici della burocrazia, il progetto che intende ospitare ad Astano un gruppo di orfani minorenni ucraini con le loro mamme affidatarie (i padri sono quasi tutti impegnati a combattere nelle file dell'esercito di Kiev). Una trentina di profughi che, come avevamo riferito negli scorsi mesi, dovrebbe trovare ospitalità all’ex albergo e all’ex ostello per un anno. Ma per arrivare all'atteso lieto fine bisognerà superare un ultimo ostacolo amministrativo: il via libera del Canone e della Segreteria di Stato per la migrazione (SEM). Una decisione è attesa, questo l'auspicio dei promotori dell'iniziativa, a breve. E lo specifico gruppo interdipartimentale cantonale per l'Ucraina ne discuterà proprio la prossima settimana. Poi la palla passerà nel campo di Berna.

Una casa con molte lingue

In attesa dal nullaosta da parte delle autorità, mercoledì sera le quattro Fondazioni promotrici di questa iniziativa - unite sotto il cappello della neonata associazione «Casa Astano» - hanno incontrato la popolazione per illustrare nel dettaglio il progetto e le sue finalità. «Tendere la mano a chi ne ha bisogno non è evidente», ha esordito il presidente dell'associazione, Giorgio Giudici. «Questo sarà il filo conduttore: aiutare le persone in difficoltà. Quando mi hanno chiesto di assumere la presidenza ho subito accettato - ha proseguito l'ex sindaco di Lugano - perché in passato, in politica, ho notato che spesso chi ha bisogno di aiuto non ha il coraggio di chiederlo. Per bloccare qualsiasi iniziativa basta un cavillo giuridico; oggi, i cavilli devono essere invece il pretesto per sostenere un'iniziativa di questo genere». «Contiamo su di voi. Questa deve essere una casa in cui si parlano molte lingue», ha affermato una delle consulenti di «Casa Astano», Luisella Demartini, rivolgendosi alla cinquantina di cittadini presenti. Già, perché anche il supporto della popolazione, a progetto avviato, sarà decisivo per integrare i rifugiati. «I bambini che verranno ospitati hanno bisogni particolari, soprattutto dal punto di vista sanitario e psicologico», ha ricordato la seconda consulente dell'associazione, Myriam Caranzano. «Queste persone andranno integrate, e non è facile», ha evidenziato il direttore dell’istituto, Gideon Bough. «Il Ticino è il posto ideale, io stesso sono stato accolto a braccia aperte. Si possono fare tante attività e gli abitanti sono persone alla buona. Voi potete dare tantissimo a questi bambini».

Ma come hanno reagito gli stessi cittadini? Le sensazioni sono state più che positive (tra i partecipanti alla serata informativa c'erano anche alcuni volontari che hanno aiutato a sistemare l'albergo) e il progetto di accoglienza è stato ben... accolto. Dopo alcune domande di rito e varie richieste di chiarimenti, i presenti in sala hanno salutato con applausi e sorrisi l'arrivo delle famiglie. 

Se ne parla da febbraio

Il progetto di ospitare gli orfani nel Malcantone, lo ricordiamo, risale allo scorso mese di febbraio, all’inizio dell’invasione russa. L’idea era partita da un consorzio di quattro Fondazioni ticinesi (Azione Posti Liberi, SOS Infanzia, Angeli di L.U.C.A. e Casa Veritas), mentre i proprietari dell’albergo avevano da subito confermato la loro disponibilità a mettere gratuitamente a disposizione la struttura per dodici mesi. Per il via libera definitivo è stato necessario rispettare i tempi della burocrazia: dopo il preavviso cantonale favorevole del 2 maggio, il 5 luglio scorso la Gerenza di Astano (il Comune non ha un Municipio, ndr.) aveva rilasciato la relativa licenza edilizia. L’11 luglio le autorità cantonali e comunali avevano eseguito i sopralluoghi di collaudo per il rilascio dell’abitabilità della struttura, in seguito concesso a decorrere dal 13 settembre. L’albergo è nel frattempo stato ristrutturato grazie al supporto di una direzione lavori, due studi di architettura e artigiani autorizzati, con i lavori di pittura e pulizia che sono stati effettuati da un gruppo di rifugiati ucraini volontari. Anche il vicino ostello della gioventù è stato convenientemente attrezzato ed è stato messo a disposizione con un canone di locazione ridotto. In totale, le due strutture dovrebbero accogliere una trentina di persone.

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