Ecco il «Festivaglio», che come cornice ha un paese

Una nuova e originale manifestazione sta animando in questi giorni le stradine dello storico e suggestivo nucleo di Vaglio. Mercoledì pomeriggio si è infatti inaugurata, con grande partecipazione della popolazione, la prima edizione del «Festivaglio», un evento artistico e culturale nato dall’entusiasmo di tre giovani amici ticinesi - Giorgio Del Fante con i fratelli Alessandro e Leonardo Brönnimann - che mira a fare interagire cultura, appunto, e territorio. E così i vecchi muri diVaglio sono diventati cornice e supporto di una dozzina di opere d’arte, e lo saranno fino a domenica.
Spazi privati diventano pubblici
«Penso che condividere porti a condivisione, essere gentili porti a gentilezza, che fidarsi porti a fiducia e che essere comprensivi porti ad essere compresi - ha detto con emozione Leonardo Brönnimann nel suo discorso inaugurale mercoledì. - Penso anche che la bellezza richiami bellezza così come un sorriso scaturisce un altro sorriso. Ed è proprio la bellezza del luogo in cui ci troviamo che ci ha portato ad organizzare questo “festivalino”. Perché un festival per l’arte visiva è quello che ci siamo sentiti di fare, con l’augurio di mantenere in vita la sensibilità alla bellezza. Questo perché credo che, una persona sensibile al bello, non possa fare cose tanto brutte. Che la bellezza continui a richiamare bellezza». A questo richiamo hanno risposto prontamente sia il Comune di Capriasca, che, come ci spiega Alessandro Brönnimann, «fin dall’inizio si è mostrato aperto ed entusiasta dell’iniziativa, offrendoci anche un supporto economico», sia la popolazione del luogo, «che ha messo a disposizione con grande gioia i muri, i giardini e gli altri spazi privati utilizzati per l’allestimento delle opere e per creare aree di incontro e dialogo». E, naturalmente, al coro generale si sono unite le voci dei 12 artisti svizzeri, perlopiù ticinesi, che fino a domenica primo giugno contribuiranno alla valorizzazione degli spazi del piccolo borgo con le loro opere, fra cui troviamo fotografie, sculture, performance visive e installazioni. Artisti che, a ben vedere, sono quindici, contando anche i protagonisti delle esibizioni musicali (Ratatagnöl e Forse) e teatrali (la compagnia Cie Fluctus) presenti sul ricco programma (si trova sul profilo Instagram «Festivaglio»), pensato per soddisfare le esigenze di pubblico di ogni età e per stimolare momenti di scambio fra generazioni differenti (fra cui un pranzo popolare domani e una colazione domenicale).
«Mai vista così tanta gente qui»
Il fil rouge che attraversa tutti gli allestimenti artistici e gli eventi del festival è precisamente la riflessione attorno al territorio (non a caso “Arte e territorio” è il titolo della conferenza che si terrà oggi alle 18 nel “Piazìn”): «L’idea del festival - afferma Giorgio Del Fante - è infatti anche quella di ridare un valore a queste abitazioni o a degli spazi che nel quotidiano non vengono considerati, dunque attraverso l’arte valorizzare il paese e le sue particolarità».
I primi due giorni di festival, come testimonia l’atmosfera emozionata e conviviale che si respirava tra le viuzze, sembrano stare assecondando le più rosee aspettative: «Dobbiamo ringraziare profondamente questi giovani che si sono messi d’impegno, con allegria e serietà, per dare nuova vita a questo paese - ci confida sorridente un’abitante. - È forse la prima volta che Vaglio accoglie così tante persone: l’emozione di condividere i nostri luoghi di infanzia è grandissima». Perché di allegria e insieme di serietà, appunto, si tratta, come ha ricordato in chiusura di discorso Leonardo Brönnimann: «Ci troviamo in un nucleo, un luogo, concentrato di vita. Siamo in diversi ad avere in questo piccolo spazio casa, probabilmente sensibili alla bellezza del luogo. Ma sono esageratamente di più le persone che in questo periodo una vita o una casa non ce l’hanno più. Distrutta, odiata e bombardata. Vite in cui la bellezza non è contemplata. Mi ricordo una canzone di Jovanotti che diceva “Ehi ragazzi, anche se siamo qui a ballare, non bisogna mai smettere di pensare, che sono tante le cose da cambiare e bisogna cominciare”. Ecco, penso che l’arte indipendentemente da che forma essa abbia, ci possa dare questa occasione, occasioni, come oggi e come i prossimi giorni, per stare insieme, parlare, ascoltare, divertirci, emozionarci e pensare».