Il caso

«Ecco Lugano, la città dei Bitcoin»: un momento, ma quella è Porlezza!

Un reportage della BBC ha messo sotto i riflettori la città ticinese e la possibilità di utilizzare le criptovalute per pagare praticamente ovunque: una vetrina internazionale macchiata da una foto errata
Red. Online
03.12.2025 17:15

«Oggi siamo in Europa, nella città dei Bitcoin». Vetrina di prestigio quest'oggi per Lugano, protagonista del podcast «Business Daily» (della durata di 17 minuti) pubblicato sul sito della BBC. La peculiarità della perla del Ceresio? È possibile viverci utilizzando solamente criptovalute, che siano per un semplice caffè oppure per gli studi medici (ma non dentistici). Con qualche eccezione legata alla mobilità: niente Bitcoin per i trasporti pubblici o per acquistare carburante. Insomma, si può sopravvivere a Lugano usando solo le criptovalute, a patto di muoversi a piedi (o in bici). Una città, racconta l'autore del reportage John Laurenson, «su un vasto lago e circondata da imponenti montagne», la quale sta puntando molto sulla valuta digitale.

Nel podcast, ad esempio, un turista francese racconta che utilizzare Bitcoin per effettuare commissioni all'estero sia molto comodo, in quanto le transazioni tramite non necessitano una conversione da euro a franchi svizzeri, evitando perdite in caso di cambio sfavorevole. Inoltre, la commissione per le criptovalute risulta più bassa rispetto a quella delle comuni carte di credito.

John Laurenson ha poi messo sotto ai riflettori il progetto Plan B, intervistando la direttrice di Plan B network, Mir Liponi. Ha parlato della stablecoin Tether e della statua dedicata a Satoshi Nakamoto, inventore dei Bitcoin, ubicata all'interno del Parco Ciani.

Non sono mancate voci critiche, come quella del professore di economia all'università di Friburgo, Sergio Rossi, il quale ha evidenziato: «Il fatto che Lugano sia una terra di criptovalute è un problema, perché ciò implica diversi rischi. Prima di tutto, le persone che salvano le criptovalute nei propri portafogli digitali possono subire perdite nel loro potere d'acquisto a causa della alta volatilità di queste valute». Un problema, secondo l'economista luganese, che potrebbe interessare pure i negozianti, «qualora non convertissero immediatamente le criptovalute in franchi svizzeri». Le valute digitali, inoltre, potrebbero essere utilizzate in transazioni illegali che potrebbero colpire le attività economiche della città ticinese, mentre gli utenti non sarebbero protetti da eventuali casi di bancarotta, diversamente da quanto avviene per un istituto bancario.

Nel reportage ha preso la parola pure il sindaco Michele Foletti, strenuo sostenitore della sua «Bitcoin city». Il capo dell'Esecutivo luganese ha spiegato alla BBC che il motivo principale della spinta alle criptovalute è il tentativo di «creare un ponte tra il vecchio modello finanziario e quello nuovo. Lugano è il terzo polo finanziario in Svizzera, ma lo è per il vecchio sistema finanziario. E per me il futuro è la finanza digitale, come l'uso dei token, gli asset digitali, eccetera». Foletti ha poi aggiunto: «Inizialmente le banche non guardavano avanti, ma ora, dopo 3 anni, tutte quelle di Lugano hanno in deposito i Bitcoin o fanno trading per i clienti. Abbiamo iniziato a smuovere qualcosa». Negli ultimi tre anni oltre 100 aziende o start-up si sarebbe spostate a Lugano, spinte dalle iniziative legate alle criptovalute, secondo Foletti, il quale ha evidenziato come si tratti di «una grande performance per una piccola città come la nostra». E le Attività illecite?  Per il sindaco, si possono conseguire pure con la moneta tradizionale, mentre «la mafia preferisce i contanti per il riciclaggio».

Insomma, la «crypto-city» ticinese sembra aver incuriosito l'emittente britannica. Peccato solo che la foto utilizzata dalla BBC per lanciare il Podcast raffiguri il lungolago di Porlezza.