Città

Ex Macello in Municipio: è il giorno dei chiarimenti

Su proposta di Tiziano Galeazzi l’Esecutivo dovrebbe fare il punto sul tema dell’autogestione «La popolazione vuole sapere qual è la nostra strategia» - Sarà anche l’occasione per appianare alcuni attriti
© CdT/Gabriele Putzu
Giuliano Gasperi
13.01.2022 06:00

Oggi il Municipio di Lugano parlerà di autogestione e di se stesso. Le due cose sono collegate, ma iniziamo dalla prima. A proporre un punto della situazione dopo i fatti del 29 dicembre, con la rioccupazione temporanea dell’ex Macello e i conseguenti scontri fra gli autogestiti e la polizia, è stato il nuovo entrato nella sala più importante di Palazzo civico: Tiziano Galeazzi.

«Sono l’ultimo arrivato e non ho vissuto da municipale la prima fase di questa vicenda, ma credo che dobbiamo guardarci tutti in faccia e chiederci, oggi, dove siamo e cosa vogliamo fare: i cittadini vogliono saperlo». L’ultima frase di Galeazzi merita un approfondimento. In un ipotetico confronto con la popolazione, attualmente, l’Esecutivo sarebbe in grado di spiegare chiaramente qual è la sua linea sull’autogestione? Gli equilibri interni su questo argomento non sembrano cambiati. Roberto Badaracco e Cristina Zanini Barzaghi si erano espressi contro la decisione di sgombero - a proposito: deve ancora arrivare la presa di posizione della Sezione enti locali sul fatto che i due municipali, come il collega Lorenzo Quadri, non siano stati coinvolti dai colleghi nell’ultima discussione prima della demolizione del centro sociale nel maggio scorso - e nei mesi successivi hanno sostanzialmente confermato la loro linea: pensano che la Città dovrebbe cercare più attivamente un dialogo con gli anarchici per risolvere la questione. La maggioranza dell’Esecutivo, stufa del comportamento dei molinari, sposa invece la linea dura. Il punto è capire cosa significhi, oggi, linea dura. La proposta di ricreare un centro sociale autogestito negli spazi del vecchio depuratore sul piano della Stampa è ancora valida? Se sì, a quali condizioni? È da escludere che sia l’autorità comunale a fare un primo passo verso il dialogo? E che fine ha fatto l’idea di coinvolgere un mediatore esterno? «Non possiamo andare avanti a parlarne un mese sì e un mese no» spiega Galeazzi, che di certo non è un simpatizzante degli autogestiti. In altre parole, secondo il municipale democentrista la Città non dovrebbe limitarsi a reagire, ma prendere il problema di petto e studiare una strategia chiara. I colleghi lo seguiranno?

Faccia a faccia

La seduta sarà anche l’occasione per alcuni chiarimenti interni, in particolare fra il vicesindaco Badaracco e il sindaco Michele Foletti. Dopo la rioccupazione del 29 dicembre, infatti, la Lega aveva accusato Badaracco di aver messo in pericolo la sicurezza di Foletti con le sue dichiarazioni sullo sgombero alle prime ore del giorno successivo («sono sorpreso») e la successiva protesta degli autogestiti sotto la casa del sindaco. Il vicesindaco si era detto spiazzato perché il 29, discutendo con i colleghi, aveva capito che non ci sarebbe stato uno sgombero immediato. Così, forte di un contatto telefonico avuto il giorno precedente con alcuni occupanti, era tornato sul posto per cercare un dialogo, ma a quel punto la polizia era già entrata in azione e Badaracco era stato bersagliato dagli insulti dei manifestanti. È stato un malinteso? Ci sarà modo di parlarne oggi.